La Corte Costituzionale dice no al referendum elettorale della Lega. Marcozzi(M5S): “Chiedano scusa agli abruzzesi”
L’AQUILA – “Hanno voluto piegare le Istituzioni alla loro becera propaganda e hanno sprecato tempo e denaro degli abruzzesi. Ora si scusino con i cittadini”. E’ questo il commento di Sara Marcozzi, capogruppo del Movimento Cinquestelle al Consiglio regionale d’Abruzzo, dopo la decisione della Corte Costituzionale di bocciare la richiesta referendaria della Lega-Salvini per modificare al legge elettorale. Una decisione che allunga i tempi delle prossime politiche e che rimette improvvisamente la palla al centro sia per la politica nazionale che regionale. Se qualcuno, infatti, pensava ad una prospettiva a breve termine per le politiche, soprattutto, tutto sarà da rivedere. A meno che non ci si prenda la responsabilità di tornare alle urne con un sistema elettorale i cui estensori andrebbero citati per danni al popolo italiano.
“La pronuncia della Consulta arrivata quest’oggi – afferma la Capogruppo M5S in Regione Abruzzo Sara Marcozzi – conferma quanto avevamo ampiamente pronosticato: il quesito referendario proposto dalla Lega per modificare la legge elettorale nazionale è irricevibile e viene definito ‘eccessivamente manipolativo’. Ciò significa che i rappresentanti leghisti di otto consigli regionali, tra cui anche quello dell’Abruzzo, non solo hanno piegato le istituzioni in nome della propaganda di Salvini, ma lo hanno anche fatto senza essere in grado di scrivere un documento accettabile. Siamo davanti al trionfo del pressapochismo e dell’incapacità istituzionale. Abbiamo ripetuto per giorni – prosegue – , sia in Commissione che in Consiglio regionale, che quanto proposto dai leghisti, cioè l’abrogazione della parte proporzionale della legge elettorale nazionale, fosse irricevibile. I Consiglieri regionali della Lega, in particolar modo i delegati del Consiglio per la presentazione del quesito referendario Montepara e Angelosante, non sono mai stati in grado di fornire risposte concrete, basate su sentenze o precedenti giuridici, alle nostre domande, evidenziando un profondo imbarazzo per l’intera durata della discussione. Evidentemente si sono trovati costretti a obbedire ai diktat arrivati da Roma e da Pontida, difendendo l’indifendibile.
Ora che è arrivata la pronuncia ed è stata ufficializzata l’inammissibilità del quesito – dichiara la Marcozzi – invito gli esponenti della Lega ad assumersi le proprie responsabilità, mettendo da parte la propaganda ed evitando di trovare nemici o di additare la Corte Costituzionale di colpe che, evidentemente, non ha. Non siamo di fronte a nessun tipo di complotto, ma a un pronunciamento, basato sulla nostra Carta Costituzionale, che deve essere rispettato. Le uniche persone che devono rispondere agli italiani e agli abruzzesi del loro comportamento irresponsabile, sono gli stessi esponenti politici della Lega che hanno prima scritto e poi difeso un testo palesemente sbagliato, causando gravi danni economici alle casse anche della nostra Regione, costretta a perdere giorni di lavoro per affrontare la questione. Ricordo alla maggioranza di centro destra – conclude Sara Marcozzi – che gli abruzzesi chiedono alla Giunta non di intervenire sulla legge elettorale nazionale, ma sulla sanità, sul trasporto pubblico, sul lavoro, su una visione di sviluppo economico per i prossimi decenni del nostro territorio. Tutte cose che, in questo fallimentare primo anno di governo regionale targato Marsilio, non si sono viste”.