Le vittime civili dei bombardamenti e il martire delle Fosse Ardeatine: cerimonia di ricordo al Comune di Avezzano
Domenica 22 maggio alle ore 12, presso il porticato del Comune di Avezzano, presenti il Consigliere comunale Nello Simonelli e le rappresentanze delle Associazione nazionale vittime di guerra, dell’Anpi, dell’Associazione Il Cammino dell’accoglienza, dell’Università Irma Bianchi, dell’Ada, dell’Antheas delle Associazioni d’Arma, dell’Auser, della Proloco, della Protezione civile e della Croce Rossa, si è tenuta una toccante cerimonia che ha ricompreso due importanti commemorazioni.
La prima ha ricordato i bombardamenti su Avezzano che si verificarono dal settembre 1943 al maggio del 1944.
Avezzano si trova infatti, in una posizione strategica: lungo la direttiva Roma -Pescara e all’imbocco della direttrice Sora-Cassino-Napoli.
I bombardamenti effettuati dagli alleati avevano il preciso scopo di impedire l’arrivo dei rifornimenti di armi e munizioni al quartier generale delle SS asserragliato nella zona ricompresa tra Magliano dei Marsi, Massa d’Albe e Alba Fucens.
Otto mesi di sirene, bombe, distruzioni e morti.
Furono 94 i morti e 504 i feriti, ma non deve essere sottovalutato l’enorme danno portato alla città: oltre il 70% del patrimonio architettonico andò completamente distrutto;
ancor più grave la perdita, se si considera che la città era stata ricostruita per intero meno di 30 anni prima, dopo il disastroso terremoto del 13 gennaio 1915.
Nel 1961, con apposito D.P.R. del 31 dicembre, la Città di Avezzano venne insignita con la Medaglia d’Argento al Valor Civile.
La cerimonia di domenica, ha ricordato – nelle parole di Nello Simonelli e del Presidente delle Associazioni d’Arma Floriano Maddalena – l’alto tributo pagato dalla città in termini di vite umane e di edifici ad un evento bellico, quello della II Guerra Mondiale, che la vide nuovamente rasa al suolo da oltre 85 bombardamenti effettuati dalle fortezze volanti degli alleati.
La seconda commemorazione è stata dedicata al soldato Vittorio Marimpietri barbaramente trucidato, insieme ad altre 334 vittime, alle Fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944.
È stato il vicepresidente dell’Auser Gino Vivio a narrare la vicenda che portò un avezzanese a morire in uno dei più orridi posti che la storia possa ricordare.
Nasce ad Avezzano il 30 settembre del 1917 da Orazio Marimpietri e Penelope Pompei; entrambi i genitori appartengono a famiglia nobiliare e presto si trasferiscono a Roma dove Vittorio studia e lavora.
Nel corso del secondo conflitto mondiale, da soldato, partecipa alla Campagna di Russia da dove torna con seri problemi di salute e la proposta della Medaglia d’Argento al Valor Militare per essersi distinto per il suo ardimento.
All’indomani dell’armistizio, entra nella Resistenza; il 10 dicembre 1943, a causa di un delatore, che ne denunzia l’appartenenza alla Legione Garibaldina, viene arrestato e condotto prima nel carcere di Via Tasso e poi a Regina Coeli;
duri interrogatori, crudeli sevizie e digiuni prolungati e, “pur non essendosi potuto appurare nulla sul suo conto” viene portato al massacro delle Fosse Ardeatine.
Le struggenti note del “Silenzio”, oltre ogni parola, hanno chiuso la cerimonia a glorificare il ricordo dei tragici eventi.