Terzapagina – Può esistere una etica della macchina? Della Tecnologia? – 3°

AVEZZANO – Siamo giunti al giorno della conferenza e il problema fondamentale dunque, come abbiamo visto in chiusura dell’articolo precedente, è quell’id, che non è solo intelligenza ma è l’anima dell’individuo.
Ora potremmo discutere di ciò che sia l’intelligenza e se l’anima di che materia sia fatta, in quanto alla fine entrambi i due concetti finiscono col rientrare nel funzionamento generale dell’individuo.
Nel momento nel quale siamo alle soglie di una rivoluzione informatica con la nascita dei computer quantistici, chiaramente ci troviamo di fronte al fatto che l’intelligenza artificiale verrebbe a trovare, al di là dei principi di conservazione dell’energia, della carica e della massa (propri della fisica classica), a confrontarsi con il principio di indeterminazione di Heisemberg e qui, proprio su questo aspetto, che nasce una interessante questione: negli esseri umani dove si trova, dove si verifica l’incontro con il limite di Heisemberg?
Dall’epoca della Macchina di Turing, passando per i primi mainframe, l’idea della macchina pensante non ha fatto altro che riproporre l’idea dell’automa con capacità decisionali (basterebbe pensare al famoso Giocatore di Scacchi).
Il calcolo parallelo, con una rete di computer sparsi per il mondo e collegati alla risoluzione di un medesimo problema, introdotto negli anni ’80 e ’90, ha fatto immaginare una sorta di intelligenza distribuita, così come i sistemi esperti di supporto decisionale hanno aperto la sede delle scelte programmatiche anche a persone non esperte dello specifico settore.
Ma il problema non è solo di software ma anche e soprattutto di hardware.
Emilio Santoro ha proposto una interessante riflessione sul computer quantistico in un blog dell’AGI (https://www.agi.it/blog-italia/scienza/computer_quantistico_ibm-6876411/post/2020-01-14/?fbclid=IwAR2F6kXCj5JcZ2kFzC_XKH5l7UZVBn_9cA6Klr9bN06VRi7WP68UyLqjR2I).
Santoro osserva bene quanto segue: “… È indubbio che la tecnologia della computazione quantistica stia facendo in questi ultimi anni passi in avanti davvero notevoli, quasi superiori alla legge di Moore, che prevede il raddoppio della potenza dei processori ogni due anni circa. Non si è ancora raggiunto il computer quantistico “generalista” in grado di affrontare qualsiasi tipologia di problema, ma la linea di sviluppo sembra ormai ben disegnata. E da qui, probabilmente l’avvento dell’intelligenza artificiale sarà ancora meno lontano. Ma se oggi buona parte del nostro quotidiano è affidata ai computer e alle reti cui sono collegati e che li gestiscono, cosa sarà la nostra esistenza una volta affidata a una rete di intelligenza artificiale? E soprattutto, quanto essa sarà intelligente?
Il quanto possa essere intelligente una macchina dipende comunque da alcuni limiti che esistono nella elettronica ma che sembrano non esistere, invece, nell’uomo!
Sarà forse che l’uomo ha un’anima immateriale, che sfugge alle leggi della materia, della meccanica quantistica, se così è allora la persona non sarà mai bannata, perché senza di lei non può esistere l’AI!
Dunque, il problema dell’etica della macchina si riconduce al suo creatore, a quello della sua etica…

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L’automa giocatore di scacchi

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