Niente Oss nelle carceri. La Cartabia non riconosce la sua competenza. Nardella(Uil-Pa): «Ignorata la sorte di 1000 lavoratori»
SULMONA – Question-time deludente e inconcludente, ieri pomeriggio, al Parlamento, per la vicenda degli Operatori Socio-Sanitari che, dal 31 maggio scorso, hanno smesso di operare in carceri ed Rsa.
Questo personale, come noto, era stato inserito per far fronte alle emergenze legate alla pandemia, ma ora, finita l’emergenza, sono stati salutati come se la loro presenza non fosse estremamente utile per la ordinaria gestione sanitaria, soprattutto riferita alle carceri.
Nonostante un’interrogazione presentata e firmata da ben 127 deputati, la Ministra della Giustizia Cartabia non ha preso in considerazione il problema, sostanzialmente affermando che non è di sua competenza.
Un’evidenza contestata da tutti e, principalmente, dal segretario provinciale dell’Aquila della Uil-Pa, Mauro Nardella, che si aspettava quantomeno un impegno della Cartabia a portare all’attenzione dei colleghi di governo il problema rappresentato.
Così commenta l’accaduto lo stesso Nardella.
«Per nulla condivisi sono stati alcuni passaggi dalla stessa, fatti, soprattutto, in ordine a quanto affermato circa alcuni passaggi amministrativi che hanno riguardato la trafila alla quale si sono dovuti sottoporre gli OSS e sulla mancata competenza dalla stessa evidenziata.
Potremmo pure capire che non ci sia competenza in merito da parte della stessa, ma non sottolineare adeguatamente il fatto che gran parte degli stessi sono stati presi in carico, rispettando un requisito qual è quello riferito al fatto che nella loro presa in carico si sarebbe tenuto conto prioritariamente, come di fatto è avvenuto, che l’operatore non fosse dipendente e/o titolare di incarichi conferiti dal Servizio Sanitario Nazionale SSN ovvero accreditate dal SSN e quindi senza nessuna possibilità per gli stessi di usufruire delle stesse prerogative dei colleghi già utilmente collocati proprio nel SSN, ci dispiace non averlo osservato.
Non possiamo accettare altresì il fatto che la stessa non faccia niente, seppur nulla è ancora perduto, affinché si sensibilizzi il Governo in merito.
Il Ministro, proprio perché rappresentante n.1 dei penitenziari italiani, dovrebbe quanto meno rendersi partecipe di un’azione volta a sensibilizzare fortemente i suoi colleghi competenti ed invitarli a rendersi utili alla causa.
Sarebbe bene ricordare al Ministro che i penitenziari, e per quanto mi riguarda quelli abruzzesi in particolare, stanno vivendo in maniera drammatica il vuoto lasciati dagli OSS. Risolvere questo problema non può non riguardarla e rendersi promotrice di un team building governativo sarebbe il minimo edittale che le si può chiedere».