OSS in piazza per la mancata stabilizzazione: “Non siamo eroi per un giorno”

Martedì 28 Giugno in Piazza Santi Apostoli per i 1500 operatori socio-sanitari non stabilizzati al termine della pandemia

ROMA – Prevista per martedì prossimo la manifestazione indetta dalla Federazione Migep OSS, che in una lettera aperta spiega le motivazioni di questo presidio.

“Non ci fermeremo davanti ai primi ostacoli: insieme ai 1500 OSS inizia la lotta, che parte da Piazza Santi Apostoli il 28 giugno a Roma, per chiedere il diritto negato e la stabilizzazione della posizione di 1500 OSS che hanno lavorato presso le RSA e gli istituti penitenziari” dichiarano a conclusione della propria lettera aperta.

Difatti, saranno molti OSS, da tutta Italia a scendere a Roma per la mancata stabilizzazione, al grido di “Non siamo eroi per un giorno”.

La pandemia tra 2020 e 2021 ha richiesto un grande sacrificio di persone, mezzi e, purtroppo, anche vite.

Ed in questa situazione di emergenza, alla quale non eravamo minimamente pronti, ogni figura professionale è stata di importanza assoluta in un fragile mosaico che ci ha permesso di reggere l’urto Covid-19.

In Abruzzo questa situazione sta creando grossi problemi soprattutto a Sulmona e a L’Aquila

E, proprio per questo, attraverso l’ordinanza 665 del 22 Aprile 2020, venivano chiamati 1500 Operatori Socio Sanitari, per prestare il loro contributo in un settore complesso e delicato come le RSA e le strutture carcerarie.

La figura dell’OSS ha quindi acquisito grandi responsabilità legate a un maggiore livello di autonomia nella gestione del proprio lavoro. 

Hanno lavorato con grandi capacità, senza limitazione oraria, mansionaria, assicurando un contributo qualitativo all’assetto delle prestazioni sanitarie dedicate agli ospiti delle strutture, incidendo positivamente all’interno delle aree sanitarie, collaborando con le figure professionali degli infermieri” fanno notare gli OSS Migep.

Assunti per far fronte all’emergenza e ora messi da parte senza proroga dei contratti

Ma, quando l’attenzione sulle pandemia è calata, le Regioni e la Protezione Civile non sono riuscite a prorogare i contratti in scadenza per gli OSS impiegati in carceri o RSA, con un’eventuale stabilizzazione.

Mancante la stabilizzazione, la Federazione Migep ha cercato di coinvolgere i Ministri della Salute e della Giustizia, la Conferenza Stato-Regioni, e vari politici, evidenziando che durante la pandemia l’operatore socio sanitario è emerso con tutta la sua professionalità e importanza anche nel servizio carceri/RSA.

Su queste basi il PD – M5S – Lega hanno presentato delle interrogazioni parlamentari chiedendo di prolungare i contratti fino al 31 Dicembre 2022, con la possibilità di stabilizzarli a pari diritti degli altri operatori socio sanitari che operano in altri servizi riconoscendogli in questi due anni tutti i diritti di legge in modo da consentire ai 1500 operatori socio sanitari di continuare a svolgere le proprie competenze in un sistema sanitario delle carceri.

Nonostante l’interrogazione della Lega presentata da 127 deputati, la Ministra della Giustizia Cartabia si è espressa asserendo il non rientro nelle proprie competenze, negando l’importanza del ruolo dell’OSS nelle carceri, lasciando l’amaro in bocca ai 1500 OSS. Dopo la pandemia, si credeva di avere ossigeno nel sistema salute, invece si ritorna a una politica al risparmio e incapace di dare risposte” spiegano dalla Federazione Migep.

La protesta è scattata all’indomani del disimpegno della ministra Cartabia in Parlamento

Ma, in più, precisano: “I 1500 OSS si aspettavano un impegno da parte del Ministro su una maggior attenzione al problema, ora si attendono le risposte delle altre due interrogazioni presentate da PD (con la firma 17 Senatori) e da M5S (della Deputata Mammì).

Alla luce di quanto emerso, la Federazione Migep e il Sindacato Shc OSS, in accordo con i 1500 OSS, non possono accettare che un Ministro rinneghi il valore di questi operatori e di averli accantonati come una scopa vecchia. Un Ministro che avrebbe dovuto rendersi partecipe al tema, sensibilizzando i funzionari competenti a valutare la necessità di integrare nel sistema carceri la figura dell’operatore socio sanitario.

Le ragioni degli OSS delle carceri dal 31 maggio scorso senza più contratto

Questi dunque i motivi per i quali è stata indetta la manifestazione il 28 Giugno 2022, a Roma, per difendere una professione che è stato dichiarata “eroe”, per poi essere esclusa.

Questa figura non merita un’umiliazione dopo questa pandemia, ma merita di più, poiché ha colmato il vuoto di assistenza ai detenuti, e oggi quel vuoto si è ricreato, con una politica che non ha imparato nulla da questa pandemia.

Non ci fermeremo davanti ai primi ostacoli: insieme ai 1500 oss inizia la lotta, che parte da Piazza Santi Apostoli il 28 giugno a Roma, per chiedere il diritto negato e la stabilizzazione della posizione di 1500 OSS che hanno lavorato presso le RSA e gli istituti penitenziari” concludono dalla Federazione Migep.

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