Operatori Giudiziari Esclusi dalla stabilizzazione. Il 7 ottobre protesta a Roma davanti al Parlamento appena rieletto

ROMA – Operatori Giudiziari esclusi dalla stabilizzazione tutti in piazza, il 7 ottobre prossimo, presso Montecitorio, per contestare l’esclusione illegittima di circa 350 Operatori Giudiziari, attualmente in forza presso gli Uffici del Ministero della Giustizia, non ricompresi nella stabilizzazione dei 1200 operatori giudiziari decisa dal Ministero con la Legge n. 79/2022.

Il comitato degli Operatori Giudiziari Esclusi dalla stabilizzazione, quindi, ha inviato una lettera alle organizzazioni sindacali, Cgil-Fp, Cisl-Fp, UilPa, Cofnintesa e Flp, per avere sostegno e supporto sia nell’organizzazione che nello svolgimento stesso della protesta a Roma vicino al Parlamento appena rinnovato.

Così il comitato spiega la decisione di scendere in piazza in modo così eclatante, contro una dei più incomprensibili provvedimenti del “Governo dei Migliori”.

«Tale legge – recita una nota del Comitato degli operatori Giudiziari Esclusi – , oltre ad essere palesemente discriminatoria, non fa nemmeno fede alla graduatoria di merito, essendo stati esclusi anche vincitori di concorso.

Altresì, prevedendo un bacino di reclutamento pari a 1200 unità, laddove rimangano dei posti non coperti, non consente di poter attingere alla platea degli Operatori ad oggi scriventi, poiché non prevede una proroga per gli stessi al fine di poter raggiungere il requisito dei 36 mesi di servizio presso la P.A. previsto proprio per la stabilizzazione.

Scenderemo, pertanto, in piazza per evidenziare tale discriminazione e chiederemo di attuare anche la Nostra stabilizzazione che è stata illegittimamente esclusa».

A spiegare bene la problematica, e l’impatto devastante per centinaia di persone e per le loro famiglie, è Domenico Amoroso, Coordinatore Generale UilPa Ministero della Giustizia.

Il Sindacalista, infatti, a fine luglio, aveva scritto una lettera alla Ministra Cartabia nella quale, dopo aver spiegato tutta la complessa situazione, creatasi con il provvedimento della stabilizzazione, chiedeva che si procedesse con la proroga immediata di tutti i contratti a tempo determinato attualmente in essere.

Così Amoroso spiegava alla Ministra il motivo del contendere: «L’intervento normativo, fortemente richiesto dalla UILPA e certamente apprezzabile, considerata soprattutto la difficile contingenza, non è tuttavia risolutivo della problematica del precariato nell’amministrazione giudiziaria.

Ed invero – scriveva Amoroso – lo stesso assicura la stabilizzazione solo di 1200 lavoratori a tempo determinato, a fronte di una platea di interessati che è pari a circa 1600 unità, ed esclude tutti coloro che non hanno maturato i tre anni di servizio, anche non continuativi e senza demeriti, presso l’amministrazione giudiziaria.

Tra questi, conclude Amoroso:

  • alcuni ex tirocinanti che, pur avendo svolto i tirocini di completamento e perfezionamento ex art. 37 L. 228/2012 art. 1 co. 25 lettera c), non hanno potuto beneficiare di ulteriori periodi di tirocini regionali;
  • gli ex militari (circa 250 lavoratori) i quali, nella procedura assunzionale a tempo determinato bandita nel settembre del 2020, hanno beneficiato della riserva di posti prevista dalla legge ma precedentemente non hanno svolto alcuna attività presso gli uffici giudiziari, neppure a titolo di tirocinio;
  • i tirocinanti ex art. 73 D.L. 69/2013 (tirocinio per laureati di età inferiore a trenta anni della durata di 18 mesi finalizzato ad assistere e coadiuvare i magistrati)».

Insomma, un provvedimento che ha creato altre quattro centurie di uomini e donne che vanno ad ingrossare le fila di persone e famiglie in difficoltà che sono, ovviamente, molto arrabbiate con chi ha loro causato questo disastro.

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