Terzapagina. “Una riflessione se possibile…”
“Una riflessione se possibile…”
Leggo i molti commenti e pensieri sulla interpretazione di Halloween, sui rapporti con la festa cristiana di Ognissanti e con il giorno dedicato alla Commemorazione dei Defunti, leggo pure gli accostamenti con figure filosofiche varie tra le quali Nietsche e leggo pure le critiche (su base “vitalistica” – in nota in basso riporto la definizione per il lemma “vitalismo”) al Cristianesimo (religione della sofferenza, del dolore, della croce, cresciuta intorno alla figura del Crocifisso, dei suoi riti macabri della Pasqua e via dicendo – questo è solo un elenco semplificato sia chiaro!) con l’aggiunta della critica finale “il Cristianesimo ha usurpato molte feste pagane sostituendosi ad esse”…
Ora al di là del “puro parlare per parlare” che, talora, agita i social network come un vento impetuoso scaturito dal nulla, mi sembra che tutto ciò sia espressione di una unica vera realtà, ovvero la “scristianizzazione” del nostro tempo, come fatto imperante ed univoco, stratificato e non più a “macchia di leopardo”. Questo fatto fu già fotografato, circa una quindicina se non una ventina d’anni fa, da Pera e Ratzinger in una serie di scritti ben chiari, che segua o meno, come fatto più o meno secondario e per certi versi degenerato, alla “demitizzazione del cristianesimo” della critica neotestamentaria di Loisy, Tischendorf o Bultmann.
Cio dovrebbe divenire oggetto di una riflessione più allargata, perché le critiche e gli accostamenti sopra elencati vanno al di là delle interpretazioni materialistiche marxiste, che oggi suonano decontestualizzate, ed il citare Nietsche (e magari anche Heidegger) appare come il tentativo di dare sostanza ad una critica che in realtà si basa su una lettura semplicistica, di alcuni passaggi di preghiere storiche che, enucleati dal contesto corretto, vengono analizzati in significati che non hanno.
In buona sostanza, un mondo sempre più svincolato da un rapporto di analisi corretta con ogni cosa, ma fondato su una sorta di lettura ad hoc, libera da una reale ricerca del reale significato, legata invece al solo dare una interpretazione personale, e personalistica, a tutto, sembra essere la base sulla quale nasce, e si alimenta, la scristianizzazione. Questa diventa solo critica fine a sé stessa, per giustificare la volontà di potenza che sarebbe anche cosa buona se non volesse elevare l’uomo al posto del proprio dio personale, nella presunta rivalutazione di riti e tradizioni pagane che sono oggi assolutamente decontestualizzate.
Nota a pié di pagina:
“Vitalismo: Teoria sorta nell’Ottocento in opposizione al meccanicismo assoluto, secondo la quale i fenomeni vitali non possono essere ridotti a interpretazioni chimico-fisiche, in quanto governati da entità immateriali, trascendenti o immanenti; sussiste ancora oggi in forma attenuata come semplice opposizione al riduzionismo…”