Il Pd dell’Aquila chiede le dimissioni della presidente Adsu Eliana Morgante: «All’ex Campomizzi solo 80 posti letto “a tempo”»
L’AQUILA – Mostrare solidarietà e offrire sostegno alle studentesse e agli studenti universitari che stanno subendo un “disservizio feroce” e alle 60 lavoratrici e lavoratori impiegate fino ad oggi.
Con questo spirito il gruppo consiliare del Pd dell’Aquila ha tenuto, stamane, una conferenza stampa davanti la ex caserma Campomizzi, denunciando la sciagurata decisione dei vertici dell’Adsu di pubblicare un bando per soli 80 posti letto nella residenza universitaria pubblica, meno di un terzo rispetto agli anni passati, con scadenza tra l’altro a fine dicembre.
«Una decisione figlia di incapacità e mancata programmazione – l’affondo del capogruppo dem Stefano Albano, che ha aggiunto – già nell’ottobre 2020, il Pd aveva presentato un ordine del giorno in Consiglio comunale – approvato all’unanimità – che impegnava per tempo il sindaco, visto che era nota da anni la scadenza nell’ottobre 2022 della convenzione col Demanio militare per l’utilizzo della caserma, ad accelerare le procedure per risolvere la vicenda.
D’altra parte, in quello stesso mese – ha aggiunto Albano – era stato sottoscritto lo schema di convenzione tra Comune e Regione per la permuta dell’area di viale Duca degli Abruzzi, la ex Carducci per intenderci, dove dovrebbe sorgere il nuovo studentato, con il sedime di via XX Settembre dove sorgeva la vecchia Casa dello studente.
In questi due anni, oltre agli annunci costanti della Lega e del capogruppo Francesco De Santis, che esprimono la presidente dell’Adsu, non abbiamo visto alcun atto concreto. Ed il risultato della mala amministrazione è sotto gli occhi di tutti».
«Sento di rivendicare il lavoro che portai avanti nel corso dell’amministrazione Cialente per la costituzione di un tavolo di coordinamento con Adsu e Università dell’Aquila – ha proseguito Stefano Palumbo, presidente della V Commissione ‘Controllo e garanzia’ – nell’ambito del quale coadiuvammo in piena sinergia l’azienda per il diritto allo studio nella stesura, già nel febbraio 2017, di una delibera con cui si delineava il piano strategico della residenzialità studentesca, con una serie di azioni da adottare per trasferire i posti letto ospitati nella ex Campomizzi in soluzioni alternative.
Avevamo lavorato – le parole di Palumbo – per costruire soluzioni, concentrando una parte degli studenti (circa 100 posti letto) all’interno del masterplan di riqualificazione dell’ex San Salvatore, ancora al palo nonostante decine di milioni di finanziamento a disposizione; altri 200 posti letto li avevamo localizzati nella ex clinica universitaria, nella stessa area, ed avevamo portato avanti, in questo senso, una interlocuzione fattiva con l’Asl.
Ci eravamo adoperati, altresì, per l’assegnazione in comodato d’uso gratuito all’Adsu di Casale Marinangeli che aveva permesso all’azienda di ottenere un finanziamento da 2 milioni e mezzo di euro per la riqualificazione a valere su un bando nazionale».
Un lavoro fatto e pronto nel febbraio 2017, più di 5 anni fa: «Si è aggiunta, poi, la nostra ulteriore proposta di permuta tra la ex Carducci e il sedime di via XX settembre, come ricordava Albano, per ulteriori alloggi e servizi, approvata all’unanimità dal Consiglio nell’ottobre 2020.
Da allora, però, non si è fatto assolutamente nulla e, oggi, ci ritroviamo in una situazione assurda, con studentesse e studenti spaesati che, al massimo, se fortunati, potranno contare su un alloggio per qualche mese.
Ci sono responsabilità politiche precise: è doveroso chiedere le dimissioni della presidente dell’Adsu Morgante, ed è doveroso chiedere conto di ciò che è accaduto al governo regionale e all’Amministrazione comunale, beneficiaria del servizio di studentato e che dovrebbe valorizzare la presenza dell’Università e degli studenti, in particolare fuori sede, che sono motore di conoscenza, di economia e di socialità».
Le conclusioni che si possono trarre è che l’azienda per il diritto allo studio ha assunto la decisione politica di limitare la propria azione alla erogazione delle borse di studio, cancellando, per scelta, i servizi che fino ad oggi erano stati assicurati agli studenti, dai posti letto alle mense.
«Quando si è discusso in Consiglio comunale il programma di mandato, abbiamo posto al sindaco e alla amministrazione il tema della mancanza di una strategia – l’intervento di Stefania Pezzopane -.
Si possono organizzare concerti, si può abbellire una piazza, si può persino pensare che una funicolare per Roio sarà un grande volano di sviluppo turistico, ma sulla sostanza, sui temi che fanno forte una città non c’è alcuna idea.
E la vicenda che stiamo raccontando lo dimostra plasticamente: L’Aquila è o non è una città universitaria? Per noi lo era, a tal punto che, all’indomani del sisma, ci preoccupammo di non far fuggire gli studenti fuori sede: per questo ci inventammo la straordinaria operazione della Campomizzi che, però, doveva essere una soluzione provvisoria», ha inteso ricostruire la deputata dem.
«Bisognava ragionare da subito sulla Casa dello studente: nei cinque anni di amministrazione Biondi, però, non solo non è stata realizzata, ma c’è stata una continua oscillazione su dove e come si dovesse costruire.
Non si è pensato a cosa sarebbe accaduto al momento della scadenza della convenzione col Demanio. Quando nel 2015 l’amministrazione Cialente dovette affrontare la prima scadenza prevista nell’accordo, chiedendomi di intercedere come parlamentare, volle incontrare la ministra della Difesa Pinotti che si preoccupò di darci un’altra proroga, oggi in scadenza.
Mi chiedo: in questi mesi, c’è stata un’azione altrettanto autorevole per porre di nuovo il problema della proroga? La risposta è no.
Anzi, sollecitata dai sindacati, dall’Udu e da noi tutti, la Regione aveva assicurato che avrebbe trattato direttamente col Governo: ebbene, è questo il risultato.
Non sappiamo se qualcuno risponderà al bando – ha aggiunto Pezzopane – . Mettiamoci nei panni di studentesse e studenti fuori sede con difficoltà economiche, cui il servizio è rivolto: il bando si riapre per due mesi scarsi, non consentirà l’accesso alle borse di studio e lascerà nella incertezza di un alloggio già a dicembre. È una follia. Siamo dinanzi ad atti improvvisati, senza una strategia.
Non ci sono risposte su eventuali posti letto per il 2013, non ci sono tempistiche certe per la realizzazione della nuova Casa dello studente: questo ci preoccupa enormemente.
Dunque, oltre alle dimissioni dei vertici dell’Adsu, chiediamo una risposta urgente sull’emergenza che stiamo vivendo, e vorrei sottolineare ancora che ci sono 60 posti di lavoro a rischio, e l’attivazione di un tavolo per L’Aquila città universitaria – ha concluso Pezzopane – , dove ci sia costantemente un’azione sinergica tra Comune, Adsu, Università e GSSI».