La Diocesi dei Marsi celebra San Berardo suo compatrono. Mons. Massaro: “San Berardo è un modello di discepolo e pastore”
PESCINA- “Fate il bene gratuitamente e non raccontatelo a nessuno. Tanto più che Dio in ogni caso vi vede e vi ricompenserà […]. Ma anche se Dio non vi badasse […] anche allora fare il bene è una buona cosa”. Questa frase tratta dal libro “L’Avventura di un povero cristiano” di Ignazio Silone sembra ben descrivere la figura di San Berardo cardinale-vescovo e santo patrono della Marsica. Una figura ancora cara al popolo Marsicano e che ogni anno celebra in modo degno.
Nell’uggioso pomeriggio di mercoledì 3 novembre, all’interno della Basilica concattedrale di Santa Maria delle Grazie in Pescina, è stata celebrata una Santa Messa in ricordo del vescovo santo Berardo. La Santa Messa in questione è stata celebrata da mons. Giovanni Massaro vescovo dei Marsi e concelebrata da don Giovanni Venti parroco di Santa Maria delle Grazie e da rappresentanti del clero della diocesi.
Durante la processione iniziale, mons. Massaro si è fermato all’interno della cappella del Santo e dopo l’incensazione si è soffermato in preghiera. Nell’omelia, commentando le Sacre Scritture, il vescovo dei Marsi parlando Berardo afferma: “Vogliamo far tesoro di quanto San Berardo ha da suggerire ancor oggi a ciascuno di noi: con il suo esempio e la sua testimonianza di vita. – Poi Aggiunge- San Berardo è stato un modello di discepolo e pastore”.
Alla Santa Messa hanno partecipato le autorità civili e militari, le due confraternite di Pescina (San Berardo e Maria SS. Del Carmine), Padre Daniel Mititelu della parrocchia ortodossa di Avezzano e Sulmona ed il Popolo di Dio della Marsica.
Ricordiamo che San Berardo nacque a Colli di Monte Bove (Carsoli, AQ) da Berardo, signore del luogo, e da Teodosia di nobile famiglia. Fin dalla fanciullezza diede segni di indubbia santità; per l’educazione fu affidato ai canonici della cattedrale di Santa Sabina, e il vescovo lo ammise fra gli accoliti, riconoscendone la formazione.
Trasferito in seguito a Montecassino, sotto l’insegnamento del monaco Paolo si distinse per santità e dottrina. La fama del giovane indusse il papa Pasquale II a chiamarlo a Roma, annoverandolo fra i suddiaconi e nominandolo preside della provincia campana. Svolse così bene il suo ufficio che lo stesso papa Pasquale II lo promosse cardinale diacono di Sant’Angelo, e successivamente cardinale presbitero di San Crisogono. Essendo nel frattempo resasi vacante la sede vescovile dei Marsi – scossa tra l’altro per lo scisma del vescovo Sigenulfo – vi fu inviato Berardo, che con autorità e santità cacciò l’intruso e restituì la pace e la concordia.
Il vescovo, che aveva trent’anni, entrato in diocesi si adoperò per correggere gli abusi e i vizi, comportandosi in modo ammirevole. Ma fu ostacolato e combattuto da diversi avversari, che gli tesero insidie, lo minacciarono e infine lo scacciarono dalla sede.
Tra tutti questi impegni si fece promotore di un’iniziativa per aiutare i poveri: organizzò un centro di raccolta del grano da distribuire a più poveri. Una volta, venuto a mancare il frumento, invitò l’incaricato di ramazzare il pavimento del deposito e si compì il miracolo: la ramazza accumulò tanto grano quando ne occorreva al povero questuante. Custodì il suo gregge fino alla morte. Colpito dalla malattia, esortò il suo clero alla fedeltà a alla santità, lasciando ad esso un testamento spirituale di grande valore. Dopo venti anni di episcopato, morì il 3 novembre dell’anno 1130. Il suo corpo fu sepolto nella cattedrale di Santa Sabina, successivamente venne traslato a Pescina (AQ) nella chiesa a lui dedicata.
Attualmente riposa nella basilica concattedrale di Santa Maria delle Grazie. Si festeggia il 3 novembre e il 2 maggio.