A Bussi l’inquinamento continua a diffondersi: ma che sia un’enclave con leggi diverse? Appello del Forum H2O
Pescara – “Se un cittadino butta una cicca di sigaretta viene giustamente multato. Se qualcuno vede una ditta smaltire in un tombino del liquido inquinante e chiama un vigile urbano l’azienda viene sanzionata. Invece Bussi e in particolare le sue mega-discariche devono evidentemente essere un luogo franco visto che l’ARTA, l’organo tecnico deputato ai controlli continua a evidenziare, da anni, la continua diffusione degli inquinanti cancerogeni e tossici nell’ambiente ma la Procura della Repubblica, competente a reprimere i reati ambientali, non interviene. Evidentemente non esiste alcun responsabile di tale situazione. Anzi, la situazione non deve proprio esistere visto che non accade nulla anche se la stampa continua a divulgare ampiamente quelle che a casa nostra paiono notizie di reato. Ci chiediamo se per la Procura di Pescara la cittadina di Bussi sia un’enclave con leggi diverse. Se è così chiediamo gentilmente di conoscerle così ci metteremo almeno l’animo in pace”, così Augusto De Sanctis del Forum H2O, commenta i dati rilanciati poco fa dal TGR Abruzzo e dall’ANSA, sullo stato delle discariche 2A e 2B.
“Quando leggiamo nel Testo Unico dell’Ambiente, il D.lgs.152/2006, delle bonifiche e della relativa tempistica, a partire dall’obbligo di adozione immediata di misure di messa in sicurezza efficaci “ad horas” dalla scoperta dell’inquinamento, iniziamo a pensare che le leggi dello Stato siano beffardi testi umoristici visto che a Bussi sono passati 14 anni e non è stato risolto quasi nulla e gli inquinanti fuoriescono. Per le discariche 2A e 2B sono passati pure 30 mesi dall’individuazione del responsabile della contaminazione, Edison quale erede di Montedison. Facciamo un ultimo appello alla Procura di Pescara: potrebbe almeno provare a ordinare alle molecole cancerogene e tossiche che se ne vanno tranquillamente in giro per l’ambiente di astenersi dal fare male. Ecco, ci parlino, magari in questo si dimostreranno utili ed efficaci. Sulle azioni del Ministero dell’Ambiente, che, anche storicamente ormai, a nostro avviso sembra essere più a suo agio nel ruolo di stopper delle bonifiche piuttosto che di promotore delle stesse, abbiamo già commentato abbondantemente per cui ha una sua logica il fatto che abbia proposto ricorso al Consiglio di Stato contro la cristallina sentenza del TAR Abruzzo che ha censurato l’annullamento da parte ministeriali della gara per la bonifica. Restano le inequivocabili giravolte dei funzionari che abbiamo evidenziato nei documenti. Da parte nostra continueremo a credere, forse ingenuamente, nelle norme dello Stato. Almeno come cittadini, non possiamo e non dobbiamo tacere“, conclude De Sanctis.