‘A Livella. Storia ed origine della Commemorazione dei Defunti
MARSICA – Penso che tutti abbiamo ascoltato almeno una volta, la bellissima poesia di Antonio De Curtis alias Totò “ ‘A livella” nella quale si dà un punto di vista interessante sulla commemorazione dei defunti. Nel camminare nel cimitero, Totò restò chiuso dentro e lì si ritrovò protagonista di una scena assurda. Due defunti che avevano le tombe vicino, che si erano lanciati in una tremenda disputa: da un lato c’era un nobile e dall’altro un povero netturbino. Alla fine della litigata, il netturbino disse al marchese una delle frasi fondamentali di tale poesia: “Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive: nuje simmo serie.. appertennimmo à morte”.
Il 2 novembre è una ricorrenza seria, la cui celebrazione si perde nella notte dei tempi. Nell’antica Roma dal 13 al 21 febbraio si celebravano i Parentalia, nella quale si ricordavano i defunti, viceversa, nel primo cristianesimo antico per avere una commemorazione dei defunti ufficiale bisogna aspettare quasi l’anno mille. Nonostante ciò, sia San Paolino da Nola nella XIII epistola e sia Sant’Agostino d’Ippona nel libro IX capitolo dodicesimo delle Confessioni ci parlano quasi dell’origine di tale ricorrenza, anche descrivendo caratteristiche che tutt’ora sono presenti nella nostra cultura, come il banchetto post funerale.
Comunque, siamo nel nel 998 d.C quando l’abate benedettino Sant’Odilone di Cluny stabilì che nella sua abbazia (Cluny appunto) venissero fatte suonare le campane a festa subito dopo i vespri del 1 novembre, proprio per ricordare i defunti. Questa celebrazione si diffuse nella cristianità fino a giungere ai giorni nostri. Nel rituale romano capitolo III si legge (e siamo nel 1563) le seguenti parole: “in molti modi le comunità parrocchiali esprimono questo senso della speranza cristiana. Per la commemorazione di tutti i fedeli defunti è consuetudine andare in processione al Cimitero e in tale occasione benedire le tombe. In questa o simili circostanze è opportuno promuovere una celebrazione con apposito rito di benedizione “.