A Ortucchio i festeggiamenti della Virgo Fidelis, la protettrice dei Carabinieri. Massaro: “Siete il volto più bello, generoso, fraterno del nostro Paese e della nostra Chiesa”
ORTUCCHIO – Il 22 novembre l’Arma dei Carabinieri ha festeggiato la sua Patrona, la Virgo Fidelis, protettrice di tutti i Carabinieri in servizio e congedo. A Lei ogni Carabiniere affida la propria missione, onorando il giuramento di fedeltà all’Istituzione e richiamando la promessa e l’insegnamento che più li rappresenta: “Nei secoli fedele”.
Nel pomeriggio, presso il Santuario di Sant’Orante a Ortucchio, la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal vescovo Giovanni Massaro, presente la compagnia dei Carabinieri capitanata dal comandante Luigi Strianese.
«Celebriamo questa Eucarestia – spiega il vescovo Massaro nell’omelia – nel ricordo della Virgo Fidelis patrona dell’Arma dei Carabinieri. Con gioia e gratitudine saluto i carissimi Carabinieri che sono a servizio del nostro popolo, della nostra Marsica, delle nostre famiglie e che guardano alla Madonna per imparare da Lei la fedeltà alla missione loro affidata.
Anche voi come Maria avete aderito ad un progetto di Dio su di voi. Portare la divisa non significa svolgere una professione tra le tante, ma significa vivere una vocazione. E quando dimenticate questo rischiate di svuotare di senso il vostro operare. Carissimi Carabinieri – ha aggiunto il vescovo – quanto importante è il vostro servizio, la vostra dedizione, il vostro essere vicini ai problemi della gente, specialmente le persone più deboli e in difficoltà.
Siete sempre pronti a vegliare sui paesini, sui borghi, sulle città, a proteggere e a curare i tanti stranieri in Italia o nelle missioni internazionali per la pace, a prevenire episodi di violenza, a gestire emergenze e calamità naturali.
Nella pandemia e in tante altre situazioni difficili, voi siete stati e siete il volto più bello, generoso, disinteressato, fraterno del nostro paese e, aggiungo da vescovo, di questa Chiesa dei Marsi, dentro la quale camminate con le vostre famiglie in piena collaborazione con i sacerdoti».