A Tagliacozzo importante convegno sulla funzione rieducativa della pena e il sistema carcerario italiano

TAGLIACOZZO – Mercoledì 31 luglio, alle ore 16.30, nelle Scuderie (ex carceri) del Palazzo ducale Orsini – Colonna, la Città di Tagliacozzo sarà il centro di riflessione sulla pressante e gravissima problematica inerente il sistema carcerario italiano.

Su iniziativa dell’Avv. Irma Conti, componente dell’Autorità garante per le persone private della libertà personale, il Sindaco Vincenzo Giovagnorio ha organizzato un’importante tavola rotonda dal tema: “La funzione rieducativa della pena”, alla quale parteciperanno il vicepresidente della corte costituzionale Prof. Avv. Giulio Prosperetti, il sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia On. Sen. Andrea Ostellari, il Presidente del Collegio Garante nazionale persone private della libertà personale Prof. Avv. Felice Maurizio D’Ettore, il componente dell’Autorità Irma Conti, il Prof. Giovanni Iacomini docente nel carcere di Rebibbia e l’imprenditrice Olga Urbani; coordina i lavori il prof. Franco Salvatori ordinario emerito all’Università Tor Vergata di Roma.

La civiltà di un paese si misura anche da come sono trattate le persone private della libertà personale per essere state condannate definitivamente a scontare una pena comminata dalla giustizia.

Torna quanto mai di attualità in questi giorni il dibattito sulle gravissime problematiche del sovraffollamento dei nostri istituti penitenziari, della carenza di personale, della deficienza di assistenza sanitaria e della vetustà e inadeguatezza delle strutture.

Oltre 60 suicidi dall’inizio dell’anno, che ormai, drammaticamente, non fanno più notizia, la fuga dei tre ragazzi dal carcere minorile di Casal di Marmo a Roma, la protesta nel carcere di Rieti, il sovraffollamento in tutti gli istituti, la questione della convivenza con figli piccoli; e ancora le difficoltà per la disparità di età, della eterogeneità di provenienza e delle etnie, i disagi psicologici e sociali, tutto fa sì che il sistema carcerario italiano si qualifichi tra i meno adatti al ruolo che dovrebbe realmente svolgere: cioè una funzione rieducativa della pena, così come sancito e garantito dalla nostra Costituzione.

È l’articolo 27 della nostra Carta fondamentale infatti che stabilisce:
«La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte».

Come si conciliano questi rispettabilissimi principi con quanto accade da decenni nelle case circondariali del nostro Territorio nazionale? Quale è l’attenzione e l’impegno dello Stato nel migliorare, rinnovare e rendere più adeguato alla reale funzione rieducativa, il sistema carcerario italiano?

Di tutto questo si parlerà in occasione di questo importante incontro istituzionale al quale è prevista la partecipazione di un numeroso pubblico e autorità militari, magistrati, e dell’ambito carcerario provenienti da tutto Abruzzo e dal Lazio.