Aborto, la nota della Conferenza Donne Democratiche della provincia di Pescara
Il PD all’attacco nel Pescarese, dopo la “presa di posizione contro l’aborto” della giunta di centrodestra. Spiegano infatti le Demo: “La Città di Pescara ha visto approvare, nel Consiglio Comunale del 31 marzo, una mozione presentata da Fratelli d’Italia, che propone incentivi economici per le Donne che scelgono di non abortire. Anche il Coordinamento Provinciale di Pescara delle Democratiche D’Abruzzo si unisce alla indignazione e condanna già espressi da molta parte della società civile e del mondo progressista, ritenendolo un attacco subdolo alla libera coscienza e scelta delle Donne, che segna un ennesimo pericoloso rigurgito di sottocultura e di ingerenza della politica nell’esercizio di diritti e libertà garantite da leggi dello Stato.”
Vogliono infatti evidenziare le rappresentanze di centrosinistra: “Ci preme sottolineare come questa azione malamente camuffata da buone intenzioni di tutela della maternità, della famiglia e addirittura di contrasto alla povertà, sia solo l’ennesimo tentativo messo in campo per minare il diritto fondamentale all’autodeterminazione e l’accesso all’aborto, quale diritto conquistato e sancito dalla L. 194. É importante capire che non si tratta di azioni isolate, ma inserite in un disegno politico ben preciso e generale, in cui molte amministrazioni locali (Regioni, ma anche Comuni) a guida di destra stanno attaccando e rifiutando le nuove linee guida nazionali sulla RU486, che nell’agosto 2020 hanno finalmente aggiornato i vecchi e superati criteri di accesso alla pillola abortiva, prevedendone la somministrazione in consultori ed ambulatori e annullando l’obbligo di ricovero in ospedale.”
Rincarano la dose, aggiungendo: “La mozione, presentata da un consigliere di Fratelli d’Italia e approvata ieri dal Consiglio Comunale di Pescara, si allinea quindi con coerenza con altre azioni messe in atto di recente dai nostri governi locali, sia comunale che regionale, e anche nel più ampio panorama nazionale, come nel caso delle regioni Piemonte, Umbria e Marche, anch’esse a guida politica di destra.Nella premessa della mozione si parla di “denatalità” ed “incentivi a sostegno della maternità” e si afferma – senza alcun fondamento – che “una parte consistente delle interruzioni di gravidanza avvengono per ragioni di povertà”. Di fronte a queste ed altre problematiche, confusamente abbozzate, non si propongono politiche del lavoro o welfare pubblico di sostegno alle famiglie, ma si impegna l’ente comunale ad istituire un generico sostegno “economico/sociale” alle “donne in procinto di abortire a causa delle difficili contingenze economiche”, arrivando di fatto alla monetizzazione della maternità.”
Aggiungono poi le stesse: “Ma non finisce qui: si propongono finanziamenti destinanti ai “Centri di aiuto alla Vita” e “ad associazioni del territorio che si occupano di Vita nascente” e si indica la necessità di favorire la collaborazione tra queste associazioni, il Comune e i Consultori, “per accrescere il sostegno alla natalità”, se non fosse sufficientemente chiaro. Si parla poi di formazione pro-Vita nelle scuole e si istituisce una Festa della Famiglia e una Festa della Vita… e sembra di sentire, fortissimo, l’eco delle proposte oscurantiste del Decreto Pillon! Tutto questo nulla ha a che vedere con vere politiche di sostegno alle Donne, alla Famiglia e al bene dei nascituri: noi non mettiamo in discussione il principio dell’aiuto alle persone in difficoltà, ma contestiamo questa propaganda antiabortista che colpevolizza le donne e stigmatizza scelte personali, comunque sempre sofferte.”
Concludono, sempre le Donne Democratiche:”Si faccia attenzione piuttosto ad una maternità consapevole e desiderata. Le proposte per prevenire le gravidanze indesiderate, con l’obiettivo di ridurre gli aborti, dovrebbero prevedere maggiori finanziamenti per i consultori pubblici e laici, la contraccezione gratuita e la promozione di veri corsi di educazione sessuale nelle scuole. Solo in un’ottica di riflessione e prevenzione si potrà realmente porre il tema bioetico dell’aborto in funzione del rispetto del corpo della donna e, in potenza, della nuova vita. Continuare ad affrontare la questione femminile più delicata con uno sguardo ideologico – che, beninteso, non è prerogativa della destra – non farà altro che generare confusione, la quale, de facto, saranno le donne stesse a patire.”