Abruzzo, magia e mistero nei tre quadrati del Sator
L’AQUILA – Il passato, come un rebus, è ancora un mistero da sciogliere e nella scoperta vi è la sublime conoscenza del Creato.
Iscrizioni latine ci conducono ad un viaggio tessuto dalle nostre radici dove, ritrovarne le forme più enigmatiche di epoche lontane, resta una bella favola magica che scivola tra la fantasia e le interpretazioni dei ricercatori.
Il famoso quadrato del Sator è un’accattivante scrittura palindroma che riporta la seguente iscrizione: “sator, arepo, tenet, opera, rotas” e che da secoli ha attratto gli studiosi cercandone di stabilirne il significato autentico.
Con la sua molteplicità di lettura, da sinistra a destra, da destra a sinistra, dall’alto al basso e dal basso all’alto, intrappola queste cinque parole magiche dentro ad un quadrato senza variarne minimamente la struttura dei vocaboli.
Oggetto di frequenti ritrovamenti archeologici sparsi per l’Europa, impreziosisce anche l’Abruzzo di particolare energia mistica, poiché conserva tre esemplari.
Sito a Campotosto sull’intonaco della chiesa di Santa Maria Apparente, rivela un’incisione imprecisa e dai tratti veloci, come a voler imprimere fortemente il contenuto ma senza dare la priorità ai tratti geometrici del misterioso quadrato.
Un altro quadrato sito nella facciata della chiesa di San Pietro ad Oratorium a Capestrano, domina invece con particolare entità, poiché si presenta capovolto e, escludendo un possibile errore di posizionamento, ci induce a maggior ragione ad un ampio concetto di mistero introducendo la possibilità coscienziale della negazione stessa del suo simbolo.
Attenzionando invece il quadrato del Sator situato a Magliano de’ Marsi, lo troveremo scolpito sotto la figurazione di un animale fantasioso eseguito a bassorilievo.
Quest’ultimo quadrato non è ben visibile ad occhio nudo, differenziandosi dagli altri due proprio per questa sua caratteristica celata.
Moltissime sono le ipotesi formulate per identificarne il concetto univoco di tutti i quadrati presenti in Europa, ma nessuna certezza affiora.
Tra le tante interpretazioni quella cristiana si focalizza sull’anagramma di un Pater Noster risultato in una croce dissimulata le cui lettere restanti ‘A’ e ‘O’ potrebbero simboleggiare l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine in riferimento all’apocalisse di Giovanni.
Ma ad oggi, questo suggestivo quadrato di grande rilevanza archeologica, trae un buon sviluppo creativo dall’arte, in particolare quella orafa, poiché la sua figura misteriosa viene riprodotta su svariati preziosi per incentrarne sia un fine decorativo che di esaltazione verso quel qualcosa che supera la nostra conoscenza, ovvero, verso quel mistero a cui non sappiamo dare delle risposte certe ma che, in qualche modo, ci appartiene lungo il nostro cammino.