Accademia Italiana della Cucina, il Fucino e la sua magia: la delegazione marsa festeggia il ventennale con la “Conviviale ferragostana in Cantina”

AVEZZANO – Con l’Accademia Italiana della Cucina, “Conviviale ferragostana in Cantina”: domenica 18 agosto 2024, alle 20, nei locali della Cantina del Fucino, a Paterno di Avezzano, con il delegato di Avezzano e della Marsica, Conte Franco Santellocco Gargano ed il simposiarca Lorenzo Savina, accolti alla “maniera pantagruelica” dello chef Luigi Sannito, non solo appetitose cibarie elaborate in prelibati sapori zonali, ma anche dolci accenti che di declamazione fanno sapienza.

Il “Sipario Culturale” allestito per l’occasione ha riportato ad un Fucino antico e semplice, connesso, abitudini e affetti, ad un tessuto di persone povere e ricche: povere di mezzi, ricche di buoni sentimenti.

E così è stato teatro: con Walter Spera, Stefano Maggi, Orietta Spera, di scena in un… Incontro insolito, con un personaggio della letteratura realmente esistito, in una locanda sulle rive dell’antico Lago, tanti, tanti anni fa… Il fascino del Lago che c’era, le sue notti e le sue immaginate luci: ma pure le sue genti, per millenni uomini e donne “figli della Luna” che in quelle acque si specchiava; pescatori, apprezzati anche dai Romani, poi tramutati in coltivatori di delizie conosciute in tutto il mondo.

Una conviviale per festeggiare venti anni della Delegazione di Avezzano e della Marsica e un lasso di tempo infinito, d’amore, per questa terra e tutto il bene che da essa proviene: la bontà e il benessere di una dieta mediterranea organoletticamente completa e benefica, nonché piacevolmente gustosa, ogni giorno e per tutte le occasioni speciali, grazie ai frutti di questa zona centrale, felice culla appenninica.

Circondata da monti carsici eppure verdeggianti, dalla più varia fauna (cervidi, bovini dalle carni impareggiabili, ovini protagonisti secolari della Transumanza), dove storia e archeologia si fondono nei suoi anfratti (la preistorica grotta “Continenza” in quel di Trasacco e la grotta di “Cicce Felice”, sopra Avezzano, riparo per tanti durante i conflitti mondiali), dove si concretizza il mito (il ricordo del culto della Dea Angitia, “parente” di Circe e Medea, capace di avvicinare la Luna alla Terra e di scatenare esondazioni e mareggiate, troneggia su Luco dei Marsi emergendo dal sito ad essa dedicato) e, a testimonianza della potente, più recente e definitiva azione, antichi tentativi di un prosciugamento millenario trovano corpo, in prossimità di Cese e Capistrello, nei “Cunicoli di Claudio”.

La Piana del Fucino, con le sue delizie in tavola, festeggia l’arte culinaria (tra caratteristici Spiedini d’ogni tipo e poi Tacchino ripieno da “mille e una notte”, con gli stuzzicanti Tozzetti regionali e, naturalmente, ancora, con i “Bucatini all’Amatriciana” come si facevano ai tempi del Lago – ma allora si chiamavano “Maccheroni”! – quando Amatrice era abruzzese) dando ampio respiro alla cultura, per un ventennale della Delegazione indimenticabile!

Panorama di silente e straordinaria bellezza, quello della Piana del Fucino, punteggiata da luci… Romantica culla dei sentimenti ai tempi del Lago così come oggi, ha accarezzato e contornato una serata soave dove, tra pietanze eccellenti, si sono succeduti i calzanti interventi del “Sipario Culturale”; ha avuto luogo, in questo ambito, un omaggio ai pastori e, in particolare alla Transumanza, con l’Accademico Stefano Maggi (ricordiamo che i Tratturi sono patrimonio mondiale Unesco dal 2019 e i primi passi del Tratturo “Celano – Foggia” non sono lontani dalla “Cantina del Fucino”); a seguire un ricordo “recitato” del Fucino (e della sua esistenza “ripuaria”), collocato appena qualche anno prima del suo prosciugamento, tra note poetiche, sospiri amorosi e riflessioni.

Protagonisti una certa Annina (anima dei luoghi) e lo scrittore Alexandre Dumas (scrittore e drammaturgo francese, maestro assoluto del romanzo storico, che visitò realmente l’Abruzzo e la Marsica nel 1863 e potè ammirare il Lago). Un dialogo inventato ma realistico e credibile, interpretato da Walter Spera e Orietta Spera (ingegnere con il “vizio” del teatro l’uno, giornalista e speaker l’altra; a dispetto del loro affiatamento artistico e del cognome, i due non sono parenti).

Il “sogno” è poi continuato con un breve, simpatico sonetto letto ancora da Orietta Spera e indirizzato, in forma di “auliche scuse” (per un mancato invito) al V-Presidente Vicario dell’ Accademia. La serata, protrattasi tra gustose vivande sempre più sorprendenti, tra le foto scattate dai tanti accademici e gli istruttivi commenti a carattere enologico del simposiarca Lorenzo Savina (ottimo “padrone di casa”), si è meravigliosamente conclusa con il dolce a base di crema pasticcera, frutti di bosco, tozzetti sbriciolati e ratafià.

A descrivere la splendida esperienza enogastronomica lo chef Luigi Sannito che, coadiuvato nella preparazione e servizio di cibarie e libagioni dalla gastronoma e sommelier Pasquina Fracassi e da personale in gamba, avendo da festeggiare il suo 39esimo anno di matrimonio ha condiviso con i presenti questo emozionante, personale momento.

Ma non è stato l’unico a ricevere onori la sera del 18 agosto: con la cultura nel cuore e 120 conviviali da Delegato, con un’Accademia della Cucina Delegazione di Avezzano e della Marsica giunta al suo ventesimo anno e sempre in crescita (la compagine conta un numero di 31 accademici), il Conte Franco Santellocco Gargano ha celebrato il suo compleanno, con classiche torta e candelina, in un clima di esultanza, tra la gioia, la stima, la partecipazione e l’affetto di tutti gli amici Accademici che lo hanno circondato.

“Tanti Auguri, caro Conte, grazie per l’ottimo lavoro che continui a svolgere e… Come si dice in questi casi: mille di questi giorni!! Dalla Marsica… Al mondo”.