Agrippina, la moglie dell’imperatore Claudio, torna ancora una volta nel luogo nel quale fu rinvenuta, avvolta in un “grumo di terra”

ALBA FUCENS- Nell’uggioso pomeriggio di mercoledì 18 agosto, dalle ore 17 alle ore 19, è stato possibile ammirare il bustino di bronzo rappresentante la temibile imperatrice Agrippina Minore (moglie di Claudio e mamma di Nerone) nell’area archeologica di Alba Fucens all’ombra del grande frassino davanti alla basilica luogo in cui è stata rinvenuta tale bustino. La manifestazione in questione è stata inserita all’interno del Piano di Valorizzazione dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio d’Abruzzo, e si è svolta nel pieno rispetto delle norme sanitarie vigenti anti pandemia. La manifestazione è iniziata con una spiegazione storico-archeologica sul rapporto tra Agrippina Minore, l’imperatore Claudio ed il municipio di Alba Fucens tenuta dalla dottoressa Emanuela Ceccaroni della Sovrintendenza e responsabile dello scavo archeologico di Alba Fucens. Successivamente alla spiegazione moltissimi partecipanti all’evento si sono avvicinati al piccolo busto e l’hanno osservata con grande curiosità: molta curiosità è stata destata dalla capigliatura del bronzetto, i cui dettagli sono assai incredibili.

La dottoressa Emanuela Ceccaroni

Ricordiamo che Agrippina Minore e Claudio suo marito soggiornarono ad Alba Fucens, tra il 51 ed il 52 d.C, in occasione dell’inaugurazione dei lavori di riqualifica delle acque del lago del Fucino. E per celebrare questo evento l’imperatore organizzò una grandiosa Naumachia (ovvero una battaglia navale) che gli abitanti di Alba, insieme a quelli che provenivano dai villaggi vicini si gustavano sul Monte Salviano. A tal proposito Tacito, nel XII libro degli Annales capitolo 56 scrisse: “Claudio armò triremi e quadriremi e diciannovemila uomini, con una completa recinzione di zattere, per evitare fughe non autorizzate, ma lasciando spazio sufficiente per la velocità necessaria alle navi, alle manovre dei piloti, all’urto delle chiglie e a quanto normalmente avviene in una battaglia. Sulla zattera stavano reparti di fanteria e cavalleria delle coorti pretorie, mentre davanti si ergevano baluardi da cui azionare catapulte e balestre. Marinai su navi fornite di ponte occupavano il resto del lago. Riempiva le rive e le pendici dei colli e le cime delle alture, come a teatro, una sterminata moltitudine venuta dai municipi vicini e perfino da Roma, per curiosità di vedere e anche in ossequio al principe. Presiedevano allo spettacolo Claudio stesso, in un vistoso mantello militare, e, accanto, Agrippina, in una clamide dorata. Benché la battaglia si svolgesse tra malfattori, diedero prova di vero coraggio e, dopo molte ferite, furono sottratti a un massacro”. Il piccolo bronzetto raffigurante l’effige dell’imperatrice è stata rinvenuta nei pressi della basilica nel 1950 ed aveva la funzione di rappresentanza del potere imperiale.

Il piccolo busto raffiugrante l’imperatrice Agrippina Minore

Ma chi era Agrippina Minore? Diciamo che rappresentò una vera e propria Famme Fatale dell’epoca: una donna crudele ma anche tenace, che di certo non si tirò indietro davanti a pericoli e difficoltà. Agrippina Minore (da non confondere con Agrippina Maggiore sua madre) nacque nel settembre del 15 d.C. nell’antica città di Ara Ubiorum (l’odierna Colonia, in Germania) da Agrippina Maggiore e da Germanico Giulio Cesare generale molto amato dal popolo romano. Sin da piccola ella crebbe con un forte odio nei confronti dell’imperatore Tiberio, suo parente, che lo accusò di aver fatto avvelenare suo padre. Un odio che accrebbe anche dall’assassinio di gran parte della sua famiglia e al matrimonio forzato con Gneo Domizio Enobarbo dalla cui unione nacque Nerone. Passato il terribile regno di Caligola -nella quale si vociferasse che la stessa Agrippina stava tramando contro Caligola stesso- la stessa Agrippina dovette fare i conti con un’altra donna ambiziosa e potente, Messalina la moglie di suo zio Claudio. Quando nel 48 d.C. Messalina fu travolta dallo scandalo del suo matrimonio clandestino con il liberto Narciso fu proprio Agrippina nel farla assassinare. Nel 49 d.C. Claudio sposò Agrippina Minore ed il matrimonio favorì anche l’ascesa e soprattutto il potere, di questa donna. Passati alcuni anni, lo stesso imperatore Claudio si pentì di aver adottato il figlio di Agrippina e pensò di sostituirlo (per la salita al trono imperiale) con suo figlio naturale Britannico: ovviamente la donna mal digerì tale ipotesi e qui molti maliziosi pensano che sia stata proprio Agrippina ad avvelenare Claudio con un piatto di funghi velenosi. Con la salita al trono di suo figlio Nerone i problemi per Agrippina aumentarono ulteriormente! Nerone intraprese un’avventura amorosa con la liberta Atte e questo urtava la sensibilità di sua madre che lo voleva sempre accanto ad Ottavia sua moglie. Oltre a ciò Nerone sposò, in seconde nozze, Poppea Sabina altra donna tosa e molto intelligente e questo provocò l’accentuarsi dell’attrito tra madre e figlio. Alla notizia di un probabile attentato ordito dalla madre, Nerone ordinò che la stessa Agrippina venne uccisa ed organizzò un bizzarro attentato: sua madre doveva morire in un naufragio lungo le coste campane, ma qualcosa andò storto e Nerone fu costretto nel mandare dei sicari ad uccidere sua madre. Tacito ci racconta gli ultimi attimi di vita di Agrippina e quella frase così emblematica “Ventrem feri” (Colpisci il ventre!) che pose fine alla vita di una delle donne più potenti di Roma.

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