Aia dei Musei, l’antico nel futuro!

AVEZZANO – La direttrice del polo museale Aia dei Musei, Flavia De Santis, ha presentato venerdì mattina, alla presenza dell’Assessore alla digitalizzazione, Pierluigi Di Stefano, dei rappresentanti della stampa e di alcuni ospiti l’innovativa azione condotta sui tesori esposti nel museo.

Le collezioni custodite all’interno del museo sono state interamente digitalizzate e quindi, sarà possibile fruirne anche in questo periodo e in altri come questo, fatti – a causa del Covid 19 –  di chiusure e distanziamenti.

Le operazioni necessarie alla digitalizzazione sono state eseguite dall’Associazione Antiqua che ora gestisce lo spazio espositivo.

Flavia De Sanctis con Pierluigi Di Stefano

L’assessore Di Stefano – che ha portato i saluti e il plauso del Sindaco all’ iniziativa – ha fatto esplicito riferimento allo spazio espositivo come ad uno story telling del territorio e delle sue caratteristiche e ha posto in evidenza come, la pandemia legata al Covid 19, abbia indotto una notevole  accelerazione sul digitale e quindi sull’utilizzo della tecnologia per la più rapida risoluzione di operazioni o problemi. La digitalizzazione dei contenuti dell’
Aia dei Musei si lega dunque a doppio filo con quanto è riuscita a produrre l’amministrazione comunale che intensamente si è impegnata con la digitalizzazione dei servizi: si tratta dunque, di opportunità amministrative e culturali che sono offerte ai cittadini non solo della città di Avezzano ma anche a chiunque abbia bisogno di documenti o voglia conoscere la storia di questo territorio.

L’assessore ha posto l’accento anche sull’importanza della digitalizzazione delle opere museali poiché si lega naturalmente alla più ampia dimensione del turismo e alla prossima realizzazione delle info point turistici per la città e il territorio limitrofo.

La direttrice De Santis ha ripercorso il cammino compiuto per giungere alla digitalizzazione; dallo stimolo iniziale, venuta dalle richieste delle scuole che avrebbero voluto, come già accaduto in presenza, far visitare il museo agli studenti, alla disponibilità ricevuta dall’amministrazione comunale si è giunti all’operatività nella quale sono stati impegnati Matteo Biancone e Antonella Villa. Un punto di arrivo che però in una prospettiva dinamica e aperta ai cambiamenti diventa un nuovo punto di partenza; quello che non dimentica che ancora bisogna completare la sistemazione di altri edifici presenti nella struttura per avere infine uno spazio magico dove coniugare cultura e star bene, sapere e serenità. Non solo storia del territorio allora, ma anche altro: eventi sociali e utili al territorio, esposizioni e convegni a temi diversi.

Un delicato pensiero la direttrice l’ha rivolto alle alte personalità artistiche e culturali che hanno contribuito all’allestimento iniziale, uno per tutti il prof. Cesare Letta, che si è adoperato affinché il museo si definisse come uno spazio esclusivo e ricco di affascinanti sistemazioni.

L’operazione di digitalizzazione ha riguardato entrambi gli spazi espositivi oggi attivi: il Lapidarium – Le parole della pietra, esposizione di epigrafi antiche e Il Filo dell’acqua che narra la storia del lago e del suo prosciugamento; ciò che immediatamente seguirà è l’esposizione in lingua inglese, curata da Dora Cicchetti dell’Università di Chieti, e quella in lingua francese, curata da Pauline Lezin dell’Università di Marsiglia le quali hanno, attraverso una presenza in stage, tradotto la digitalizzazione delle opere e il loro catalogo. La direttrice orgogliosamente ha parlato di “un piccolo museo, un gioiello che nulla avrà da invidiare ad altri europei”.

La valorizzazione del territorio del Fucino parte da lontano, dal 2001 con la mostra “Il tesoro del lago” eppure, ha messo in evidenza la De Santis, “si fa un’immensa fatica a portare avanti un discorso di conoscenza e rivalutazione del Fucino nel quale, è bene ricordare, è presente il 50% dell’archeologia dell’intero Abruzzo. Si tratta di una ricchezza culturale che può e deve diventare una ricchezza economica”, ha poi proseguito la De Santis sostenendo che questo è l’obiettivo ultimo.

E’ stato infine presentato il sito aiadeimusei.it con i contenuti digitalizzati.

Le sezioni del sito sono di facile e rapida consultazione e consentono una navigazione ad ampio raggio: dall’ingresso ai due spazi espositivi alle opere in essi conservate, dai testi che è possibile sfogliare e consultare agli eventi organizzati nello spazio all’aperto e nella sala convegni, dalle offerte culturali e di visite guidate al collegamento ipertestuale dove è possibile visionare film sul territorio.

Tutto quello che riguarda la storia del Fucino, del suo esser prima lago e poi fertile terra e, insieme, esser custode geloso di tesori archeologici è esposto presso l’Aia dei Musei, polo del museo nato dalla riconversione dell’ex mattatoio comunale e che, se è vero che aspetta di essere completato nella sua sistemazione, è altrettanto vero che offre spazi che raccontano storia e storie del territorio di acqua e di terra e di un passato millenario ricco di tesori alcuni dei quali sono stati nel tempo spoliati o dispersi.

Meraviglie da visitare e restarne affascinati e ammaliati, come se la Dea Angizia, splendida donna e divinità  dei nostri luoghi, oltre che i serpenti, riuscisse ad incantare anche i visitatori.

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