Al palazzo dell’artigianato un appuntamento con la storia: Giuseppe Lorentini presenta il libro “L’ozio coatto”
Gurdiagrele – Sabato 4 dicembre alle ore 17,30, da Guardiagrele riparte il giro di presentazioni del libro pubblicato dall’editore Ombre corte di Verona dal titolo “L’ozio coatto. Storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli (1940-1944)” di Giuseppe Lorentini, responsabile e curatore del Centro di documentazione on line www.campocasoli.org.
L’evento, voluto e organizzato dal professor Gianfranco Marsibilio, presidente dell’Ente mostra artigianato artistico abruzzese in collaborazione con l’Istituto scolastico “Algeri Marino” di Casoli, l’Associazione Nazionale ex combattenti gruppo patrioti della Maiella e l’ANPI Sez. di Casoli, con il patrocinio del Comune di Guardiagrele, avrà luogo nella sala “Rocco Di Giuseppe” del palazzo dell’artigianato di via Roma n. 26.
Sarà l’occasione per discutere insieme all’autore, con la partecipazione di relatori esperti come lo storico Costantino Di Sante e la scrittrice Elsa Flacco, moderati dalla dirigente scolastica Costanza Cavaliere, sull’internamento civile fascista che interessò anche l’Abruzzo: i campi di concentramento in regione, infatti, furono 15 su un totale di 48 nell’intera penisola e 63 furono le “località di internamento libero”, tra cui Guardiagrele, che il regime monarchico-fascista istituì durante la seconda guerra mondiale tra il 1940 ed il 1943. Città Sant’Angelo, Casoli, Chieti, Istonio Marina (oggi Vasto), Lama dei Peligni, Lanciano, Tollo, Civitella del Tronto, Corropoli, Isola del Gran Sasso, Nereto, Notaresco, Tortoreto alto, Tortoreto stazione (oggi Alba Adriatica), Tossicìa furono le località individuate per la reclusione di “ebrei stranieri”, “ex-jugoslavi”, rom e sinti, oppositori politici, sudditi nemici.
Nonostante questa diffusa presenza sul territorio, è soltanto da poco più di una ventina d’anni che il dato storico dell’esistenza di campi di concentramento fascisti per l’internamento civile è diventato oggetto di approfondimento storiografico, benché i luoghi e le biografie degli internati che vi furono relegati siano ancora avvolti nell’oblio e faticano a trovare uno spazio di conoscenza e divulgazione. Sarà anche l’opportunità per parlare di un progetto per la posa delle “pietre di inciampo” Stolpersteine dell’artista tedesco Gunter Demnig a Guardiagrele, da dove 14 internati ebrei furono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.