Alcune decisioni del Parco, di grande impatto economico-sociale, andrebbero prima discusse e condivise
Pescasseroli_ Sulla protezione della natura e fruizione turistica dei territori sottoposti a vincolo, arriva una presa di posizione dalla Capitale del Parco.
“Premesso che il Gruppo “ Ricominciamo Insieme ” (formazione di Pescasseroli) non è contro il Parco a prescindere, ed esclusa altresì la volontà di voler fare polemica spicciola ad ogni costo, corre l’obbligo di richiamare l’attenzione sulla Disposizione adottata dal Direttore dell’Ente in materia di limitazione dell’ accessibilità ad alcuni itinerari montani con cavalli, mountain bike e con cani al seguito. Provvedimento che si pretende essere teso alla maggior tutela (straordinaria?) dell’orso bruno marsicano e del camoscio appenninico, che arriva improvvidamente, a nostro parere, in un
momento in cui i nostri territori, fortunatamente in controtendenza con le spiagge e le città d’arte, sono divenuti meta preferita di un turismo che riscopre il piacere della montagna, degli spazi aperti e della tranquillità. Senza voler entrare troppo nel merito delle questioni tecniche e dei riferimenti normativi ed amministrativi posti alla base della disposizione, riteniamo che la limitazione poteva ben riguardare porzioni di territorio effettivamente meritevoli di una particolare protezione. A titolo di esempio, richiamiamo l’attenzione su alcuni percorsi ricadenti nel Comune di Pescasseroli il cui divieto sembra effettivamente eccessivo; si pensi solo all’itinerario “ Fontana della Difesa – Valico di Monte Tranquillo – Vallone Capo d’Acqua”, accesso consentito per la maggior parte dell’anno, ma curiosamente interdetto nel momento di maggiore presenza turistica.
Se l’obiettivo è quello di evitare il disturbo alla fauna in generale ed all’orso in particolare, a sommesso parere, basterebbe prevedere l’accesso regolamentato ed accompagnato.
L’escursionismo equestre ed in bici da montagna, oggi rappresenta sempre più un volano indispensabile per la già disastrate condizioni economiche della gente del Parco. Assistere in modo impotente ad un inarrestabile calo demografico, che prelude al completo abbandono dei nostri paesi, sta a significare che la politica protezionistica non ha centrato il proprio obiettivo. Ben vengano i divieti se accompagnati da un piano strategico atto a garantire quello sviluppo ecocompatibile di cui ormai da decenni si sente solo parlare.
Che ne è di quel Piano socio-economico redatto anni addietro? E qui la domanda va posta, in tutta la sua drammaticità, ai rappresentanti delle popolazioni eletti negli organismi dell’Ente, ricordando che il loro ruolo non si esaurisce nel partecipare a passerelle mediatiche. Le decisioni, per noi che, ribadiamo non siamo assolutamente contro il Parco, andrebbero prima discusse e condivise, ascoltando le esigenze di ogni attore che è parte integrale e sostanziale di un contesto ambientale che è unico, se non raro,in cui si è dimostrato, non senza difficoltà e sacrifici, che la convivenza tra l’uomo e la natura è possibile. Oggi la capacità deve essere quella di saper cogliere i cambiamenti, anche culturali di chi abita in queste zone e di chi vi arriva, assumendo la consapevolezza che, messo da parte il tempo dei divieti, bisognerebbe incamminarsi verso quel cambiamento che abbia come riferimento il coinvolgimento e la partecipazione.
Ma adesso, fin da subito.
Non è più tempo di attese e rinvii!!!
Chi si assume l’onore di rappresentanza, e qui il nostro pensiero va agli amministratori locali, ha il dovere di evitare che la mancanza di occupazione, riconducibile ad una inesistente visione strategica di sviluppo socio economico, trascini queste comunità in vortice di degrado sociale di cui percepiamo i preoccupanti segnali.
In conclusione, un accorato appello: è obbligo primario, anche morale, di Direttori, Presidenti, Sindaci, Assessori, Consiglieri ecc. di salvare i nostri giovani dandogli speranza, creando ed offrendo loro l’opportunità di continuare a vivere dignitosamente nella propria terra, senza essere trascinati, loro malgrado in un baratro infernale senza futuro e senza ritorno. Questo il nostro pensiero e questa la nostra politica ambientale/naturalistica, applicabile in un Parco che non potrebbe fare a meno dell’orso, ma nemmeno dell’ uomo”.
Nel tardo pomeriggio di ieri, presso i giardini del Parco, si è tenuto un incontro pubblico presieduto da Luciano Sammarone – Direttore dell’ Ente – e da Antonio Di Santo – Presidente della Comunità del Parco, volto ad illustrare le motivazioni della “disciplina adottata in materia di accessibilità e fruizione turistica in attuazione della zonazione del Parco”.
I brevi interventi dei rappresentanti del gruppo “RICOMINCIAMO INSIEME” sono stati sostanzialmente due: nel primo si è fatto presente che tale assemblea pubblica ci è sembrata TARDIVA, ribadendo che c’era, e c’è bisogno in futuro, di una più fattiva collaborazione e condivisione prima di adottare discipline e provvedimenti che incidono inevitabilmente sull’ intera comunità, mentre col secondo intervento si è chiesto, visto e considerato che non vi è la volontà di revocare una disciplina che NON CONDIVIDIAMO, di TOGLIERE QUANTOMENO IL DIVIETO TOTALE sui sentieri interessati dalla disciplina emanata e di regolamentare i flussi dando quindi la possibilità giornaliera di accedervi con mountain bike, cavalli o cani al seguito a chi ne fa preventivamente richiesta, tenendo ovviamente presente un numero massimo di autorizzazioni per volta.
Auspichiamo che nel più breve tempo possibile (“Agosto è ora!” ribadiamo..e come il Direttore prontamente risponde “..ed io ci sono non vado in ferie!”) tutto ciò sia reso possibile onde evitare ripercussioni sociali ed economiche su un territorio già di per sé in difficoltà.