Allo Spazio Nobelperlapace di San Demetrio né Vestini di scena lo spettacolo teatrale “Fine pena ora”, il racconto umano tra giudice e condannato
Uno spettacolo teatrale che mette in scena un incontro, un rapporto tra due anime, due persone profondamente diverse l’una dall’altra eppure così vicine…
Parliamo di “FINE PENA ORA” che verrà messo in scena domenica 4 febbraio alle ore 18 presso lo Spazio Nobelperlapace, all’interno della 16a Rassegna Strade, a San Demetrio nè Vestini. Il regista è Simone Schinocca che si è avvalso dell’assistenza di Valentina Aicardi. La rappresentazione è frutto di una Coproduzione Tedacà e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione con Festival delle Colline Torinesi che vede la scenografia e light design di Sara Brigatti / Florinda Lombardi e i costumi di Agostino Porchietto. Alessandra Scatà si è occupata del diario di bordo e dei social; Emanuele Basile delle foto; Calrlotta Lando della distribuzione e Silvio Giordano della grafica.
Due storie che si collocano agli antipodi dell’esistenza che pure trovano un punto d’incontro con l’inizio del maxi processo alla mafia catanese che vide alla sbarra 242 imputati, tra cui Salvatore (nome di fantasia) e come dispensatore di giustizia il presidente della Corte d’Assiste Elvio Fassone.
Ed è proprio il giudice a raccontarle in un libro che porta lo stesso titolo della trasposizione teatrale, all’interno del quale si legge la corrispondenza, lunga 34 anni, intercorsa tra i due dove si coglie una dimensione – quella della possibilità– che ri-umanizza la giustizia, come dichiara il regista Simone Schinocca: “Questa storia ci insegna che un punto di incontro esiste sempre, anche tra mondi distanti e impossibili. Il filo del dialogo esiste sempre. Questa è in fondo la vera ragione per cui ho creduto così tanto in questo lavoro” che pone al centro proprio il racconto umano tra il giudice e il condannato che finiscono per diventare l’uno punto di riferimento dell’altro ma non solo; visi narra anche come è nata e si è evoluta l’amicizia tra i due.
A ciascun imputato del processo è dato di conferire, al termine delle udienze, con il giudice Quando è il turno di Salvatore, egli chiede di poter andare a visitare la madre; il giudice concede il permesso e dispone che al momento dell’incontro gli vengano tolte le manette. Un grande atto di umanità e rispetto dell’uomo che Salvatore coglie in tutta la sua portata: e da lì inizia il loro rapporto.
Salvatore D’Onofrio, Costanza Maria Frola e Giuseppe Nitti sono gli attori presenti sulla scena che è, in definitiva, la cella dove Salvatore sconta la sua pena e che abita ormai da 30 anni; ha la profonda necessità di qualcosa che lo aiuti a sostenere una vita in carcere sapendo che non ci potrà essere uscita. Una penna e la carta possono servire; ma anche la sensibile intelligenza di chi le riceverà funzionano da catarsi. Il giudice Fassone si pone a fianco del condannato e lo sostiene nelle diverse vicissitudini e nel dolore mostrandogli la strada per la speranza.
Dicevamo la dimensione della possibilità; letto e visto sotto questa luce, lo spettacolo “parla alle nostre vite e diventa messaggio universale, perché uno spazio di umanità, di possibilità e di speranza è sempre possibile, anche quando tutto sembra dirci il contrario”
INFO VENDITA BIGLIETTI (costo 10 euro)
Presso la libreria Polarville, in Via Castello all’Aquila
Direttamente in teatro
Prevendita 3486003614.