Angelo Ottaviani, il prof abruzzese di musica che fa suonare in classe l’ukulele, spopola su YouTube con più di 70 milioni di visualizzazioni
SULMONA – Sarà perché ti amo” dei Ricchi e poveri, “Felicità” di Al Bano e Romina Power, ma anche “We will rock you” dei Queen, “Italodisco” dei Kolors, “Believer” degli Imagine Dragons: sono alcuni dei famosissimi brani che Angelo Ottaviani, musicista di Sulmona, fa suonare ai suoi 200 allievi di scuola media con uno strumento insolito per la disciplina curriculare: l’ukulele, da lui introdotto al posto di chitarra e fluato dolce, solitamente propinati.
Chitarrina hawaiana con 4 corde anziché 6, dal suono acuto, l’ukulele, che Rino Gaetano portò sul palco di Sanremo con “Gianna”, sta spopolando tra ragazzi e colleghi di Ottaviani anche attraverso i suoi video chiari e immediati diffusi sul suo canale YouTube, che conta 189mila iscritti e 1142 pubblicazioni: “Il canale di didattica della chitarra più visto in Italia: registra infatti circa 70 milioni di visualizzazioni”, rivela Ottaviani.
Oggi, da casa, a Sulmona, attraverso il suo canale YouTube raggiunge allievi e neofiti in tutto il mondo e riceve commenti di apprezzamento per la rivoluzione della didattica della musica all’insegna della chiarezza e della semplificazione del metodo e per l’introduzione di un strumento poco inflazionato come l’ukulele, che è la scommessa di Ottaviani.
“Da chitarrista, ho scelto di adottare l’ukulele nelle scuole perché lo trovo lo strumento più inclusivo di tutti: piccolino, comodo, poco costoso, si può suonare in modi diversi, sia melodico sia armonico, con poche nozioni si riesce a fare una canzone e accompagna anche il canto, mi permette di sfruttare il potenziale di ogni ragazzo, di non lasciare indietro nessuno”, aggiunge il musicista 50enne in merito al suo esperimento, partito un anno e mezzo fa nella scuola media Capograssi della cittadina di Ovidio.
“L’educazione musicale, al di là di far conoscere semplicemente la musica, a differenza di altre materie scolastiche può sbloccare e migliorare altre competenze e potenzialità dei ragazzi, può aiutarli – conclude Ottaviani – a sviluppare autostima e creatività da investire non per forza nella musica stessa ma anche in altre materie e in generale nel percorso scolastico e nella vita”.