“Annullata nel 2015 e mai ripristinata la pianta organica del Tribunale di Avezzano”. Il Tar dell’Aquila dice no al ricorso dei legali marsicani

AVEZZANO – Il ricorso degli avvocati marsicani non può essere accolto perché la richiesta di invio di personale per coprire le carenze fa riferimento ad una pianta organica del 2009, annullata nel 2015 e mai ripristinata.

L’ennesima doccia fredda sul Palazzo di Giustizia di Avezzano arriva proprio dal Tar dell’Aquila al quale si erano rivolti, con apposito ricorso, i legali della Marsica assistiti dai colleghi Mario Petrella e Angelo Romiti.

La richiesta dei legali marsicani partiva da una sentenza del Tar che indicava al Ministero della Giustizia di coprire le carenze in organico del Tribunale di Avezzano. Sentenza che, secondo gli avvocati della Marsica, il Ministero non aveva osservato e che, con questo ricorsi, l’Ordine di Avezzano intendeva far rispettare.

Il Ministero, da parte sua, aveva giudicato la sentenza del Tar abruzzese quantomeno “elusiva”. E, a quanto pare, il Ministero aveva le sue ragioni.

I giudici amministrativi aquilani, infatti, hanno respinto il ricorso degli avvocati marsicani perché, in realtà, “la pianta organica alla quale ci si riferisce nel ricorso è quella del 2009 che, però, è stata annullata con decreto nel 2015 e mai ripristinata”.

Di conseguenza resta valida la decisione che accorpa la pianta organica del Tribunale di Avezzano con quella dell’Aquila; tocca, quindi, a quest’ultimo decidere le assegnazioni di personale, peraltro da effettuare a seguito di apposite ricognizioni periodiche per verificare gli effettivi bisogni della sede di Avezzano.

Insomma, a parte le disquisizioni della politica (in senso negativo) il Tribunale di Avezzano funzionalmente dipende già da quello dell’Aquila.

Pertanto non è tanto importante avere o no un’altra proroga della situazione attuale, che poco cambierebbe nei fatti, ma un cambio di visione da parte del Governo che chiuda il periodo delle soppressioni e degli accorpamenti tout court, ridisegnando le sedi giudiziarie considerando i territori e i cittadini che in quei territori abitano, vivono e lavorano.