Arde la fiammella in onore di San Francesco, con l’olio offerto dalla Città dell’Aquila. La bellissima e commovente cerimonia di Castelvecchio Subequo, la piccola Assisi in terra d’Abruzzo

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CASTELVECCHIO SUBEQUO – Si è rinnovata, ieri 3 ottobre, la tradizionale accensione della lampada votiva in onore a di San Francesco d’Assisi.

Si è trattato della XL edizione ed è stato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ad accenderla. Infatti, olio che alimenterà per tutto l’anno la fiammella in onore del Santo Poverello è stato donato alla Città Dell’Aquila.

Dopo l’accoglienza dei partecipanti da parte del sindaco di Castelvecchio Subequo, Marisa Valeri, nel piazzale antistante la locale caserma dei Carabinieri, alle17 si è avviato il corteo lungo la strada principale del paese alla volta della chiesa di San Francesco.

E qui, con una solenne cerimonia, c’è stata la Celebrazione del Transito di San Francesco d’Assisi presieduta dal mons. Michele Fusco, Vescovo di Sulmona-Valva.

Oltre al Sindaco ed il Prefetto dell’Aquila, erano presenti tutti i sindaci della Valle Subequana, il sindaco di Celano con la confraternita del Santissimo Sacramento e dei  Santi Martiri, il primo cittadino di Tagliacozzo, il Comandante Provinciale dei Carabinieri dell’Aquila ed associazioni e sbandieratori.

“San Francesco volle che fosse sempre accesa una fiammella, perché il volto di Cristo non fosse mai offuscato”, ha sottolineato per l’occasione la sindaca Valeri.

“Per questa edizione, la 40ª edizione – ha sottolineato la prima cittadina di Castelvecchio Subequeo – abbiamo scelto L’Aquila perché la presenza di San Francesco è forte in entrambe le comunità: San Bernardino è discepolo di San Francesco, noi siamo lungo il cammino del Fuoco del Morrone”.

Auspichiamo momenti di condivisione nel segno di una collaborazione di tutti i paesi toccati e percorsi da Celestino V e da San Francesco in vista del Giubileo, per L’Aquila Capitale della Cultura”.

La Capitale italiana della cultura non sarà ristretta al solo territorio aquilano – ha detto il Sindaco dell’Aquila, Biondi – ma ha l’obiettivo di trasformare l’elemento cultura in ottica aree interne.

Attraverso la riscoperta dei borghi, si respira aria di tradizioni, di valori consolidati di cui abbiamo bisogno rendere la vita più facile: ma più intensa, più forte, per cui valga la pena viverla. Lo si può fare solo con coraggio, forza, capacità di coloro che, nonostante tutto, hanno deciso di restare, di vivere e far crescere questi paesi”.

“Il prossimo anno – ha annunciato il vescovo – sarà Regione Abruzzo donerà l’olio a San Francesco ad Assisi. Chiediamo che questo olio guarisca le ferite dell’umanità. L’olio è segno di pace e chiediamo al Signore che guarisca le ferite che l’uomo di oggi, accecato dal Potere, infligge a suo fratello e sua sorella”.

La Piccola Assisi in terra d’Abruzzo

La Chiesa di San Francesco d’Assisi con annesso Convento, monumento nazionale dal 1902, si trova a Castelvecchio Subequo, un suggestivo Borgo ai piedi del Monte Sirente nel Parco Regionale Sirente-Velino. Di antichissima origine, conserva il patrimonio archeologico che fu dell’antica Superaequum, una delle tre capitali dei Peligni, con Corfinium e Sulmo. La Valle Subequana, territorio del Parco Regionale Sirente-Velino è ricca di testimonianze francescane dovute alla presenza del Santo, tanto che il borgo di Castelvecchio Subequo è chiamato “La piccola Assisi in terra d’Abruzzo”.
La costruzione del Complesso Monastico di San Francesco d’Assisi, fu voluta proprio da Francesco e dai suoi seguaci. Il Santo fu ospite dei Conti di Celano, feudatari del luogo nel Castello di Gagliano tra il 1216 e il 1222, gli stessi gli donarono una piccola chiesa a Castelvecchio nei cui pressi il santo volle edificare un convento, la cui costruzione avverrà tra il 1221 e il 1261. Nel 1267 si amplia la piccola chiesa e si avvia la costruzione dell’attuale, consacrata nel 1288 e successivamente trasformata nel 1647. La bellezza del territorio favorisce le tradizioni locali, che si incentrano anche intorno alle sacre reliquie corporali di S. Francesco. Pellegrini e visitatori provengono da ogni parte d’Italia per contemplare i Sacri Resti del Santo, costituiti da alcuni capelli, da un lembo di pelle della ferita sul costato e da alcune gocce di sangue raggrumato fuoriuscito dalle piaghe delle Stimmate. Qui, come in altre località italiane, il sangue del Santo è oggetto del fenomeno mistico della liquefazione. L’ultimo episodio di scioglimento ematico è avvenuto il 1° ottobre 2013, alla presenza di dieci testimoni, tra cui tre frati ed una suora. La chiesa è un raro esempio di architettura francescana su tre navate.
L’altare maggiore in noce riporta gli stemmi dei Pietropaoli, che lo donarono alla chiesa nel XVII secolo. Al XVIII secolo risalgono il pulpito e l’organo in legno policromo. Di particolare interesse la cappella gotica di San Francesco, costruita in fondo alla navata di destra. Affrescata nel XIV secolo quando il conte di Celano Ruggiero II si ritirò nel convento nel 1392. Il coro e la cappella di San Francesco mostrano affreschi della scuola di Giotto, con scene di vita del Santo. Altri affreschi mostrano scene con Cristo e Maria.
Degli evangelisti ci sono i quattro simboli fantastici. I capitelli scolpiti riportano ai temi di repertorio romanico gotico. I lavori del Settecento e Seicento hanno aggiunto l’altare maggiore in noce finemente intagliato e corredato di 27 statue lignee con gli stemmi dei Pietropaoli che lo commissionarono nel XVII secolo. Il coro ha leggio centrale e lacerti di affreschi. Altre opere barocche sono il pulpito e l’organo settecentesco. Da ammirare il bel chiostro con pozzo. Nei secoli la chiesa ed il convento si sono arricchiti di doni ed offerte che costituiscono il “Tesoro di S. Francesco”, una preziosa raccolta di capolavori come i reliquari tra cui: “la Pasquarella”, una statuetta in argento del 1412 raffigurante la Madonna con bambino e due Angeli e una croce d’altare d’argento dorato di Nicola Pizzulo del 1403. E’ possibile ammirare questi preziosi oggetti nel recente allestimento nel Museo di Arte Sacra nel Convento. (fonte FAI, foto Ferdinando Mercuri)