Arde Malagrotta! L’ennesimo incendio di Roma dove bruciano discariche, cassonetti, bus e pinete. E non esiste un “Piano Rifiuti”…
Quando si parla di “Monnezza” a Roma non si scherza, ci teniamo ai nostri scarti tant’è che li mandiamo via a malincuore coccolandoli nei loro cassonetti davanti ai portoni delle nostre case o sotto le finestre.
Il romano quando esce di casa guarda il mucchio di roba che trabocca dai contenitori della spazzatura o stanzia attorno a questi. Riconosciuto il vecchio osso di prosciutto che sta lì da una settimana se ne va contento perché, in fondo, gli si è affezionato. Se nella Capitale volete conservare qualcosa a cui tenete, senza avere il timore di perderla, depositatela in prossimità di un cassonetto: resterà lì, intoccata, per l’eternità. Come i diamanti: “Un cassonetto è per sempre”.
IL TERMOVALORIZZATORE
Ma ecco che un brutto giorno il neo sindaco della Città Eterna, di cui nessuno ricorda il nome, proferisce la parola “termovalorizzatore”. Il Nostro proviene da un partito roccioso, di antichi natali, di gallica e pugnace segreteria: è un ex ministro e se dice una cosa deve essere certamente “quella”. Così il popolo dei Quiriti s’è spaventato. Vede a rischio l’esistenza dei loro tesori ben custoditi attorno ai cassonetti.
A questo punto è necessario un passo indietro e poi vi spiego il perché. Virgilio fa risalire la nascita di Roma alla fuga di Enea dall’incendio di Troia. Successivamente Nerone si beò dell’incendio dell’Urbe suonando la lira su uno dei colli romani. Insomma gli incendi sono l’humus della Capitale. Paventando la sparizione del tanto amato pattume a causa del temuto impianto di termovalorizzazione, ecco là scaturire un enorme incendio proprio a Malagrotta, nella discarica romana per eccellenza: l’anima della città si ribella, è la sua storia che entra in tumulto!
Pare quasi udire Caronte urlare, rivolgendosi ai membri della giunta comunale capitolina:
“Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo“
Preso dalla foga storica e artistica, immaginiamo il Primo Cittadino romano, recarsi su un colle e imbracciata la chitarra, inanellare note di samba guardando il fumo del rogo, quasi un Nerone redivivo. E quando gli ricapita? Ma veniamo ai fatti.
L’INCENDIO DI MALAGROTTA
Un vasto incendio è divampato a Roma all’interno di un capannone di Malagrotta. Il rogo si è sprigionato mercoledì scorso, poco prima delle ore 18. A bruciare sarebbero state balle di rifiuti accatastate in un capannone adibito a magazzino. l’incendio interessa anche uno dei due impianti, il Tmb2, che ogni giorno tratta circa 900 tonnellate di rifiuti.
Potete immaginarlo? Oltre 60 Vigili del Fuoco impegnati nell’opera, speranzosi che non prendano fuoco, come uso nella capitale per i mezzi di pubblico servizio, pure le loro autopompe. Si viene poi a sapere dal portavoce dei soccorritori che: “Si tratta di un incendio importante e la sua natura, trattandosi di rifiuti, ci porta a pensare che si andrà avanti almeno per un giorno: sono incendi complicati da domare.“. L’asserzione lascia interdetti visto il tono mesto. Forse bisognava chiamare i Pompieri di Viggiù “… che quando passano i cuori infiammano“… .
Secondo i Vigili del Fuoco le fiamme avrebbero attaccato una vasca di stoccaggio dei combustibili solidi grazie ai quali si creano le eco balle. Queste permettono il trasferimento dei rifiuti verso i termovalorizzatori (Roma non li possiede) che li lavorano fuori dalla città. L’incendio si è esteso ad almeno un paio di capannoni dove sono stoccati carta e plastica e un impianto di compostaggio. Oso pensare che se, magari, ci fosse stato un sistema antincendio valido la cosa non sarebbe accaduta!
NUBE TOSSICA
Intanto la salute dei cittadini è a rischio visti i fumi tossici immessi nell’aria. Una nube nera visibile a diversi chilometri di distanza incombe sui cieli della Capitale.
L’aria nei dintorni è irrespirabile, ed esiste il concreto rischio di intossicazioni da diossina. Viene diramata una ordinanza di chiusura per le successive 48 ore. Riguarda le scuole dell’infanzia e i nidi situati nel raggio di 6 chilometri. Per il Municipio XIII sono coinvolte dall’ordinanza le zone di Castel di Guido, Casal Selce fino a Casale delle Pantanelle, Via Aurelia zona Monachina-Bosco Marengo e un tratto di Via della Maglianella altezza via Cornelia.
“Queste sono le ore in cui bisogna avere senso di responsabilità e di tutela dei cittadini”. Ci fa sapere il XII Municipio. Magari si fossero avuti prima questi segni d’attenzione quando i cittadini del quartiere li invocavano a gran voce. Sarebbero stati necessari solo 400 euro per finanziare l’allaccio elettrico destinato al monitoraggio temporaneo della aria. La cifra non era nelle disponibilità del Municipio. Ora ci sono danni per milioni di euro: chi ne risponderà?
LE INDAGINI
Intanto la Procura indaga per incendio colposo contro ignoti. Gli inquirenti vogliono capire se ci siano analogie con i roghi che negli anni scorsi hanno riguardato altri Tmb a Roma: L’impianto Ama Salario, nel dicembre del 2018 e a Rocca Cencia nella primavera del 2019. In caso di dolo vogliono verificare l’eventuale esistenza di una “regia unica” . Il procedimento accerterà se ci sono state falle nel sistema antincendio e soprattutto, analizzando le telecamere presenti in zona, se si sono verificati eventi ‘anomali’ nei minuti precedenti l’incendio. Naturalmente è stata avviata una maxi consulenza che ci costerà altro che 400 Euro.
Fiumicino trema
Il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, si preoccupa e affida i sui timori ai social . “Ora la nube di fumo si sta spostando sulla nostra città. Vi chiedo di seguire molto attentamente le raccomandazioni già fatte dal Comune di Roma”. Immaginiamolo scostare i boccoli dal volto della sua consorte, l’ambientalista nonché senatrice PD Monica Cirinnà mentre le sussurra in un soffio: “Ma perché le unioni civili si e la gente che crepa asfissiata no? Perché i gatti si e i figli della brava gente vicino alla discarica no?”.
Gli facciamo rispondere sempre da Caronte:
“Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare“
CHE DICE IL SINDACO GUALTIERI?
Riposta con cura la sua chitarra nell’astuccio dopo una intensiva sessione di samba, il Gualtieri presa carta penna e calamaio informa che: “L’incendio del Tmb non è solo un grave incidente, ma costituisce un danno significativo per il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Roma, su cui avrà inevitabili conseguenze immediate. Siamo già al lavoro per ricollocare quanto prima le quantità trattate dall’impianto danneggiato e indirizzarle su altri impianti di trattamento e sui successivi sbocchi“.
Questa vicenda cade a fagiolo. Ora la mondezza che ammorba la Capitale da sempre trova una valida giustificazione alla sua presenza: “Malagrotta ha preso fuoco dovete avere pazienza”. Da oggi i romani potranno tuffarsi gioiosamente nei liquami dei cassonetti dai primi piani delle abitazioni.
ED ECCO LA CABINA DI REGIA
L’assessora all’Ambiente della capitale ha commentato: “… questo non solo è preoccupante per quello che è successo, ma perché metterà in grande difficoltà la raccolta dei rifiuti di Roma già da questa notte. Domani mattina si riunirà la cabina di regia per trovare gli sbocchi alternativi ai rifiuti…” Da noi le cabine di regia non mancano mai e più ce ne sono e meno funzionano. Inventatevi un disastro ed ecco là pronta la sua brava “cabina di regia”. A cosa serve nessuno lo sa… .
Intanto Il sindaco Gualtieri firma l’ordinanza annunciata già il 15 sera nella quale si fa divieto di consumare alimenti di origine animale e vegetale prodotti nel luogo del rogo. Come fare a conoscerne l’origine? Chiedetelo a lui. Nello specifico, il Campidoglio dispone la sospensione delle attività educativo-didattiche e di quelle ludico ricreative e sportive dei servizi educativi e dell’infanzia. Non fanno eccezione i centri estivi, pubblici e privati, il divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile, il divieto di utilizzo dei foraggi e cereali destinati agli animali, raccolti nell’area individuata. Ci penserà il Comune ad aiutare i contadini del posto a sfamare gli animali? Non se ne fa cenno. Una cosa è certa, i bravi burocrati hanno emesso il divieto e sono a posto: la cittadinanza si arrangi!
Ma cosa temono i romani veramente? Loro, i due grandi assenti: Zingaretti Presidente del Lazio, spettro della Regione, che mai si vede o si sente e la sua fotocopia, il Sindaco di Roma Gualtieri, fantasma capitolino. Stanno là dietro le loro scrivanie, mitologiche figure per metà uomini e per metà sedie intenti a girarsi i pollici (così si dice). Ma io sono un vecchio brontolone, non mi ascoltate. Anche loro hanno dei meriti! Sapere quali… .
IL SINDACO, IL TERMOVALORIZZATORE E I CINGHIALI
La discarica attualmente arrostita fu chiusa nel 2013 dal Sindaco Ignazio Marino, il “marziano di Roma”. Oggi ha preso fuoco sotto il governo del sindaco Gualtieri, il “fantasma di Roma”. Fa nulla: i romani sono abituati alle astrusità, si pensi a quella sorta di stazione di servizio ad opera dell’architetto americano Meier che contiene l’Ara Pacis.
Nonostante sia chiusa la discarica di Malagrotta, al suo interno ospita impianti che trattano oltre 8.000 tonnellate di rifiuti a settimana. Una cosa tutta “alla romana”. A quanto pare Il Marziano chiude gli impianti e il Fantasma, zitto,zitto, li fa lavorare. Nelle idee del sindaco musicista “Il termovalorizzatore sarà attivo negli ultimi mesi del 2025. Sento un fortissimo consenso dei cittadini verso un piano che pone rimedio a una situazione unica al mondo, quella di una capitale che non ha alcuna struttura per lo smaltimento dei rifiuti. Quindi spende e inquina tantissimo. Il nostro piano farà di Roma una città all’avanguardia per il riciclo e la raccolta differenziata, sarà il modo per investire seriamente sulla pulizia della città”.
Analogamente a quanto fu predisposto per eliminare l’assenteismo dal Comune di Roma, suggeriamo al Sindaco, per non aggravare ulteriormente il lavoro dei Vigili del Fuoco, di erogare un premio in danaro destinato a tutti gli autisti pubblici ai quali non sia ancora andato a fuoco il mezzo. Premio raddoppiato per coloro che guidano nelle linee limitrofe o affluenti a Malagrotta.
E i cinghiali?
Anche i cinghiali affliggono la Città Eterna. Provengono dalla Riserva Naturale dell’Insugherata che sbocca a Roma Nord (ecco perché sono spesso avvistati nella Zona Trionfale). La riserva arriva sino in Toscana e da lì le brave famigliole di suidi se ne vengono in ferie a Roma per le loro “vacanze culturali”.
Siamo certi che Sindaco e assessori, con la fantasia che gli è connaturale, per contenere il numero di questi quadrupedi, organizzeranno un bel barbeque a Malagrotta a base di cinghiali provenienti da Roma Nord. L’occasione? La tradizionale “Festa de noantri”. Il possibile titolo dell’evento: “il porco non sporca il parco”.
QUANDO SI DICE “ABNEGAZIONE”
Il “core” dei romani è grande ed ecco pronti i lavoratori dell’AMA a dare una mano. I dipendenti del Tmb Rocca Cencia chiedono un aumento: “Per noi il lavoro triplica“. In effetti sulle spalle di questi lavoratori arriverà il carico dei disagi legati al rogo di Malagrotta. La situazione per loro è gravosa ma, mi si perdoni il paragone, è come se l’ospedale San Camillo di Roma si incendiasse e gli infermieri del San Giovanni chiedessero un aumento di stipendio per il nuovo gravoso carico di lavoro. Non è che la cosa, data l’emergenza, deponga molto a favore delle maestranze.
Per fortuna le indagini sulle cause del rogo proseguono inesorabili. I pm hanno escluso il dolo e hanno aperto un fascicolo di indagine per incendio colposo contro ignoti. La causa dell’incendio potrebbe essere un insieme di fattori: lo sfregamento tra i residui combustibili del rifiuto; la temperatura eccessiva segnalata dalla strumentazione interna nel pomeriggio di mercoledì: 80 gradi; il fatto che la fossa che li conteneva era satura oltre il limite consentito. È anche possibile che il combustibile derivato dai rifiuti avesse una percentuale troppo elevata di gas. Insomma i nostri esperti pensano che si tratti di un fenomeno di autocombustione oppure che a innescare il fuoco nella vasca sia stato un malfunzionamento del nastro trasportatore dei rifiuti. Escluso l’impatto con un U.F.O. .
Questa è Roma, ormai Terra dei Fuochi, là dove gli autobus s’infiammano, i cassonetti bruciano, l’immondizia arde e le pinete divampano. Troia e Nerone sono i focosi miti capitolini. Una novità avanza: il cinghiale sta prendendo il posto della Lupa. Un saluto da un metro e mezzo di distanza.