Aroma d’autunno, un odore antistress naturale: muschi, funghi, foglie, terra e legni bagnati da annusare a pieni polmoni per rilassarsi
La natura mette in scena un vero spettacolo in autunno.
Se i colori tipici autunnali si conoscono, si parla meno degli odori speciali e tipici di questa stagione che il nostro naso e la nostra mente gradirebbero annusare di più, tanto che le essenze chiave contenute nel tipico ‘aroma dell’autunno’ sono sempre più impiegate per farne candele rilassanti, essenze di aromacologia contro la stanchezza e profumi da uomo e da donna di successo.
Gli odori di muschi, funghi, foglie, terra e legni bagnati tipici della stagione autunnale andrebbero annusati a pieni polmoni per calare l’ansia, rilassarsi, rigenerarsi ritornando in sintonia con una natura primordiale dall’odore forte ma che si perde soprattutto vivendo in città.
Questo anno inoltre la natura tarda a riempirsi di aromi autunnali, denuncia un gruppo di ricercatori statunitensi dell’USA National Phenology Network , nato per registrare gli eventi di ‘fenologia’ (ovvero i cambiamenti rilevanti che incidono sullo sviluppo degli organismi viventi, in particolare delle piante e degli insetti).
Il movimento si appella così ai cittadini invitandoli a compilare veri e propri ‘taccuini della natura’, anche nelle proprie città, passeggiando a caccia di indizi dedicati alla stagione, raccogliendo e segnalando loro le trasformazioni in atto, mancanza di aromi compresi.
“Le foglie questo anno hanno iniziato a cadere già in estate per la siccità e così anche i profumi autunnali sono ora meno evidenti a causa dai cambiamenti climatici. Giornate ancora calde e umidità intrappolano gli odori creando un guazzabuglio per i nostri nasi, – hanno dichiarato i membri del progetto –.
L’autunno ha iniziato a manifestarsi più tardi rispetto ai decenni scorsi.
E se dopo un anno così secco, gran parte della costa occidentale americana non dovrebbe avere un fogliame particolarmente vivace, di conseguenza, non agisce da polmone ricco di odori benefici tipici della stagione”.
Il fenomeno della perdita delle foglie anticipata e più diluita nei mesi estivi si vede anche sugli alberi delle città italiane, già in parte spogli da un pezzo cancellano i timidi segnali odorosi che la natura cittadina ci offre.
Per ritrovarlo si moltiplicano le iniziative di bio-passeggiate nei boschi e nei parchi di tutta la penisola.
Silvano Fuso, chimico e divulgatore autore di saggi pluri-premiati sul mondo della chimica, approfondisce gli effetti degli odori dell’ambiente boschivo sui nostri sensi nel nuovo saggio ‘Sensi chimici’, appena pubblicato per Carocci.
Si comincia dall’odore della terra bagnata dopo la pioggia, nei boschi che, oltre all’odore pungente dell’ozono, sollecita le nostre narici in modo gradevole.
“L’intensità è particolarmente elevata soprattutto se la pioggia arriva dopo un lungo periodo di siccità, – spiega Fuso.
“All’origine dell’odore vi sono alcuni microrganismi che vivono comunemente nel terreno e che producono spore.
L’odore è un misto di terra e muffa, tipico appunto della terra bagnata e a cui il nostro naso è estremamente sensibile”.
E poi muschio, sottobosco, foglie bagnate, castagne e nocciole e funghi hanno una spiccata proprietà olfattiva.
Hanno note legnose, balsamiche, verdi, sanno di caminetti, di mandarini, di foglie d’acero, di castagne e di nocciole.
Un mix di profumi che l’industria profumiera ha ricreato chimicamente per le principali fragranze ma che va preservato e difeso perché parte integrante dell’ambiente è perché è riconosciuto essere una panacea in grado di stimolare anche le nostre sensazioni, i nostri ricordi, le nostre emozioni passeggiando in aree dove il verde non manca.