Ater: occupazioni abusive, documento mette nero su bianco la grave situazione di Pescara e smentisce cdx.

Pescara – C’è un documento che mette nero su bianco la grave situazione delle occupazioni abusive all’interno delle case Ater di Pescara. A mostrarlo è il Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che ha incontrato la stampa questa mattina sotto il Palazzo del Consiglio regionale di Piazza Unione. Con lui una rappresentanza dei residenti nei quartieri periferici di Pescara. “Questo documento – spiega Pettinari – è pubblicato nella sezione trasparenza del sito Ater ai sensi dell’articolo 36 bis della Legge regionale 96/96. Qui troviamo nel dettaglio l’elenco delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica che risultano occupate abusivamente in violazione della legge penale e per le quali l’Ater ha avviato formale querela penale e che quindi possono essere sottoposte a sfratto senza alcun vincolo da parte del Governo. Un’operazione di trasparenza che io stesso ho voluto far inserire nella normativa regionale, per questo mi viene da sorridere quando certi esponenti di centrodestra al Comune di Pescara dicono a me di fare nomi e cognomi degli occupanti abusivi o vaneggiano su non si sa quale impedimento da parte della legge nazionale. E’ solo grazie al M5S se l’Abruzzo ha ottenuto questa operazione di classificazione pubblica delle case di proprietà della Regione sottoposte ad occupazione. Invito gli esponenti comunali di Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia, che sono alla guida del comune, di prendere esempio dal M5S e fornire anche gli elenchi degli occupanti abusivi in violazione della legge penale delle case di proprietà del comune come previsto sempre dall’art. 36 bis della L.R. 96/96”. Io ci ho messo sempre la faccia e ho fatto oltre quello che mi spettava: sono anni che vado davanti alle case degli spacciatori di droga senza coprirmi il volto, ad indicare con la mia mano, davanti alle telecamere, i grandi problemi irrisolti.

“Il problema che ha il centro destra, sia al Comune che in Regione, proprio sulla gestione della sicurezza nelle periferie è palese. Ad esempio lo sfratto eseguito pochi giorni fa in Via Tavo (Ferro di Cavallo)  – riporta Pettinari – si è risolto nuovamente con un buco nell’acqua: alcuni cittadini, mi hanno testimoniato che dopo poche ore dallo sfratto la casa è stata nuovamente occupata infatti nessuno se ne è preso merito, stranamente questi sfratti non vengono pubblicizzati. Cosa ci dice questo ennesimo fallimento? Che da un lato, come già dimostrato,  non è corretto affermare che il Governo ha bloccato gli sfratti, tant’è che lo hanno eseguito. E dall’altro che fin quando non si procederà con un’operazione massiccia di pulizia degli abusivi, a cui far seguire una riassegnazione tempestiva in favore di persone oneste, il quartiere di Rancitelli, come gli altri critici della città, saranno sempre in balia di chi delinque. Ricordiamo che alcune famiglie sfrattate alcuni mesi fa hanno tranquillamente rioccupato alloggi popolari lasciati liberi nella stessa zona come anche ricordato dal Comitato di quartiere quindi dai cittadini. Invece di attaccare me, Comune e Regione dovrebbero pensare ai loro fallimenti politici in tema di sicurezza e provvedere a riassegnare tutte le abitazioni vuote murate ai cittadini onesti.
I cittadini sono stanchi, qui oggi al mio fianco ci sono due vittime della criminalità a Rancitelli – la signora a cui hanno incendiato l’automobile e il proprietario dell’auto a cui hanno sfondato i vetri qualche giorno fa –, ma vedete tante persone che provengono da Borgo marino, San Donato, Fontanelle, Via Rigopiano, Zanni, cittadini di Montesilvano di via Rimini, in cui si è verificato il pestaggio di un ragazzo pochi giorni fa. Qui c’è una comunità che chiede di poter vivere degnamente. Aver diritto a un alloggio popolare non vuol dire essere un delinquente ed è inaccettabile che le Istituzioni mettano i cittadini più bisognosi in condizione di dover forzatamente convivere con chi della criminalità ha fatto uno stile di vita. Bisogna intervenire sfrattando immediatamente gli abusivi, riassegnando subito le case a persone per bene e solo dopo, ribadisco solo dopo, si potrà procede a interventi di riqualificazione urbana, centri sportivi e altro. Perché fin quando i delinquenti gestiranno quei quartiere daremo solo modo a questi farabutti di distruggere proprietà e beni pubblici. Sono tanti gli esempi di tentativi andati male: i parchi che in pochi giorni si sono trasformati in ricettacolo per tossici e spacciatori, le palestre iniziate e mai finite che sono diventate terra di nessuno. Si deve intervenire dove serve: via gli abusivi, telecamere di sorveglianza e pattugliamento delle forze dell’ordine. E invece che si fa? Dove si deve costruire una nuova società si ragiona solo nella logica dell’abbattimento e della distruzione. Abbattere una parte del Ferro di cavallo non serve a nulla. Spenderemo soldi pubblici per abbattere un bene pubblico e le persone che occupano abusivamente si sposteranno di poche decine di metri nelle case vuote di Via Capestrano. Dobbiamo ascoltare le persone oneste che abitano quei quartieri, dobbiamo ascoltare loro e le loro esigenze. Sono testimonianze importanti, torri di controllo in luoghi dove regna il caos ed è nostro dovere dare loro la voce. Invece di parlare di grandi progetti le amministrazioni avrebbero dovuto fare almeno la cosa più semplice: installare telecamere nel famigerato Ferro di Cavallo e, invece, laddove si è sparato e ammazzato non c’è ancora un sistema di videosorveglianza. Mancanza veramente grave.  
In via Rigopiano, per esempio, ci sono persone che sono state trasferite per mobilità in altre case Ater e che non hanno però riconsegnato le chiavi delle vecchie abitazioni e che oggi quindi ne hanno due da poter utilizzare. A Fontanelle ci sono occupanti abusivi che delinquono, come nelle altre periferie in cui nessuno interviene. A Montesilvano in Via Rimini ci sono case occupate in violazione della legge penale dove gli sfratti non si vedono nemmeno in lontananza e poi si continua a fare propaganda sterile sulla sicurezza. Continuerò a chiedere giustizia, continuerò a dar voce a chi non ha più parole. Chi mi vuole attaccare lo faccia, io non mi fermo!” conclude Pettinari.

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