Aumento dei biglietti Tua nell’Abruzzo interno dal 27 al 38%, ma i servizi restano pessimi. La Cgil: «Si prende nell’aquilano e si investe altrove»

L’AQUILA – Caro biglietti Tua, ma solo per l’utenza dell’Abruzzo interno. Questo, in estrema sintesi, quanto sostiene la Cgil provinciale dell’Aquila, sulla scorta dei dati rilevati ne tariffario dell’azienda unica di trasporto pubblico governata dall’imprenditore avezzanese, Gabriele De Angelis.

In sostanza, sostiene la Cgil, con il segretario generale provinciale dell’Aquila, Francesco Marrelli, e quello della Cgil L’Aquila, Domenico Fontana, la Regione ha aumentato il costo dei biglietti, e l’assessore De Annuntiis ha parlato di aumenti minimali, che tali non sarebbero, ma che, soprattutto, colpiscono l’utenza della provincia dell’Aquila, dove peraltro i servizi, sia di trasporto che accessori ad esso sono quanto meno carenti, ad essere clementi.

Ma non solo. Secondo la Cgil, l’aumento, che va dal 27 al 38%, colpirebbe l’aquilano a tutto beneficio della costa dove la Tua investe in mezzi e infrastrutture, oltre al fatto che, sulla costa sempre, è in vigore il biglietto unico, che permette agli utenti di risparmiare non poco.

Insomma, si prende dove la situazione, anche sociale, è peggiore, per investire dove le cose già attualmente vanno meglio. Ognuno, insomma, segue la sua logica. In questo caso, nell’aquilano più che di autobus, potremmo parlare di “autobus-soletta”.

Questa la nota, con tanto di tabella dei costi, diffusa dai segretari Cgil, provinciale e cittadina, Marrelli e Fontana.

«I nostri Governanti Regionali, fin dallo scorso luglio, hanno introdotto un aumento del costo dei biglietti del servizio esercitato dalla Partecipata Regionale TUA, descritti come “minimali” dall’assessore De Annuntis, che evidentemente conosce la media del “pollo”, ma che in realtà minimali non sono per le sfortunate e sfortunati residenti della provincia dell’Aquila.

La condizione del trasporto, in questa parte di Abruzzo, sconta infatti da un verso la beffa di servizi rarefatti e dall’altro la diseguaglianza più volte denunciata di non avere a disposizione il famigerato Biglietto Unico che in altra area della regione rende attrattivo ed economicamente vantaggioso l’uso del mezzo pubblico.

Nella citata media del “Pollo” dell’assessore con ogni evidenza si mescolano nel frullatore della disinformazione i 20 centesimi di aumento dell’Area del Biglietto unico con cifre ben più consistenti delle cosiddette corse a tratta, le sole presenti nella nostra provincia. 

Noi contestiamo la media del POLLO e tali non ci sentiamo e per facilitare la comprensione anche all’Assessore riportiamo qualche esempio.

DAAKmVecchia tariffaNuova tariffa
L’AQUILATORNIMPARTEKm 243,00 Euro3,60 Euro
L’AQUILACAPITIGNANOKM 363,404,30
L’AQUILASAN DEMETRIOKM 161,902,30
L’AQUILAROCCA DI MEZZOKM 363,404,30
L’AQUILANAVELLIKM353,404,30
L’AQUILACAGNANO AMITERNOKM 273,003,60
 PERCORSI CON AUTOSTRADA   
L’AQUILAPESCARA 9,6011,60
L’AQUILAGIULIANOVA 8,5010,20
L’AQUILACARSOLI 6,908,30
L’AQUILAAVEZZANO 6,307,60
L’AQUILATERAMO 6,908,30

Dai dati riportati si evidenzia con assoluta certezza che gli aumenti decisi dai nostri Robin Hood al rovescio prelevano risorse importanti là dove i servizi sono poco attrattivi per restituire servizi in altre aree della regione.

I dati inoltre certificano aumenti che vanno dal 27 al 38%, a seconda dell’estensione della tratta, contro i 20 centesimi di aumento del costo del citato Biglietto Unico che, ricordiamo, vale 90 minuti e pertanto può permettere di percorrere ben più chilometri dei biglietti a tratta ben più costosi.

Questa è la realtà, la stessa che l’assessore e l’intera giunta regionale provano a raccontare con colpevole mistificazione.

Non aumenti “minimi” quindi come descritti dall’Assessore, minima rimane l’attenzione alle aree più marginali e deboli della regione.

È necessario dar corso agli impegni assunti, anche rispetto alle nostre rivendicazioni, con risoluzioni della scorsa fine legislatura ed estendere i benefici del “Biglietto Unico” all’intero territorio regionale. Il resto, tutto il resto, sono rassicurazioni poco o per nulla utili».