Avezzano, compie 100 anni Vittorio Dominici, storico tipografo dal cuore comunista
AVEZZANO – C’è un pezzo di vita della città nei racconti di amici, familiari, amministratori ed esponenti politici presenti, questa mattina in comune, per gli auguri “ufficiali” a Vittorio Dominici storico tipografo, con l’amore per la politica che compie 100 anni.
“Un artigiano dal cuore comunista – come lo ha definito il sindaco Giovanni Di Pangrazio – titolare dell’omonima tipografia, conosciuto anche perché la stessa era diventata un punto di riferimento per i compagni del PCI e non solo, ma anche un luogo di dibattito approfondito sulle tematiche del territorio.
Ha fatto politica quando veniva riconosciuta come passione alta e contrapposizione tra idee forti ma sempre animate dal rispetto personale”,ha sottolineato il sindaco dopo le parole introduttive dell’assessore Antonietta Dominici che dal padre ha preso la passione per l’impegno pubblico.
Emozionato, ma entusiasta di un momento così solenne e partecipato, Vittorio Dominici non si è sottratto dal rivolgere un saluto di ringraziamento: “Se fossi un poeta userei espressioni migliori, ma questo non significa che non vi voglio bene. Vi voglio bene come ve ne ho voluto sempre – ha detto il festeggiato mentre si alternavano al microfono il Prof. Mario Di Berardino, Giovanbattista Pitoni, Mario Casale, e il fratello Sandro Dominici.
In sala consiliare, spazio a ricordi sempre vivi e accesi di un’esperienza personale nella quale sono scritte pagine importanti della cronaca di Avezzano: “Credevo di dover fare gli auguri ad un anziano – ha sottolineato il Prof. Di Berardino – ma la sua vivacità racconta la vita che ha vissuto.
Un segno indelebile come la scritta Tipografia Dominici che rimane sui libri stampati in un luogo in cui passavano volti storici come Pomilio, Palanza, Pitoni”.
Lo stesso Giovanbattista Pitoni ha rimarcato il concetto, ricordando però anche le vicende più politiche come l’adesione convinta alla causa comunista di Dominici, tanto più importante da parte di un artigiano che “diventava punto di riferimento culturale capace anche di qualche scambio sarcastico con gli amici socialisti”.
“Una persona generosa – lo ha definito Mario Casale – per la cui tipografia è passata una generazione eroica.
Gli dobbiamo molto, non solo perché a volte il partito non aveva i soldi per pagare i manifesti e ce li stampava per passione, ma soprattutto per i dibattiti sui caratteri, sui tempi di realizzazione e sulle vicende di attualità”.