Avezzano. Ecco il testo del dispositivo del Lodo Arbitrale per il “Comune Nuovo”
L’Amministrazione dovrà pagare al consorzio Irim 1.811.008,52 euro. E l’incompiuta resterà tale. In 17 anni nessuno ha trovato soluzioni
AVEZZANO – Dopo averlo anticipato, ieri, oggi pubblichiamo per intero ed integralmente il dispositivo conclusivo del Lodo Comune Nuovo, ovvero la decisione definitiva dell’arbitrato, peraltro inappellabile, per chiudere la viceda dell’edificio noto come “Nuovo Comune” o più precisamente del “Contratto di Quartiere 2”.
“Il Collegio, definitivamente pronunciando sulle domande proposte da IMPRESE RIUNITE MARSICANE – I.R.I.M s.r.l. (P. IVA 01683750663), con sede in Avezzano (AQ), Via Saragat 16, in persona del legale rappresentante p.t. Sig. Luciano Bartolucci con domanda di arbitrato e contestuale nomina dell’arbitro di parte del 26 marzo 2018 e con successiva memoria integrativa del 29 ottobre 2018 e sulle domande proposte dal Comune di Avezzano in persona del Sindaco P.T., con la memoria di costituzione del 30 ottobre 2018 così provvede:
a) in via preliminare rigetta l’istanza ex art. 89 c.p.c. formulata all’udienza di discussione dalla difesa I.RI.M.;
b) Dichiara la propria competenza nonché la validità ed efficacia della clausola compromissoria oltre alla regolarità della costituzione e competenza del Collegio;
c) Rigetta la richiesta di sospensione del giudizio arbitrale avanzata ai sensi dell’art. 75 c.p.p.;
d) Rigetta l’istanza di trasmissione degli atti al Pubblico Ministero avanzata dalla difesa del Comune di Avezzano;
e) Rigetta l’eccezione di nullità del contratto per contrarietà a norme imperative;
f) Rigetta la domanda di annullamento della convenzione per dolo;
g) Accerta che le opere compiute e non pagate dal Comune di Avezzano hanno un valore residuo di € 1.731.877,66;
h) Dichiara in via paritetica le parti inadempienti in relazione agli obblighi contrattualmente previsti;
i) Respinge le domande risarcitorie avanzate da I.RI.M. s.r.l. ed in via riconvenzionale dal Comune di Avezzano;
j) Dichiara risolto per mutuo dissenso il rapporto intercorso fra le parti di cui alla convenzione del 31.5.2006 ed alla convenzione integrativa del 27.10.2011;
k) Dichiara definitivamente acquisite al patrimonio del Comune di Avezzano le opere realizzate in virtù delle convenzioni in essere tra le parti sopra indicate, ordinandone l’immediata consegna al Comune stesso, per quanto non già avvenuto;
l) Conseguentemente condanna il Comune di Avezzano al pagamento in favore di I.RI.M. s.r.l. della somma di € 1.731.877,66, a tale somma, come specificato in motivazione, andranno aggiunti gli interessi moratori sui SAL fino al n. 9 che si liquidano nella misura di € 48.002,89 e gli interessi compensativi sulla minor somma di € 391.877,66 che si liquidano in complessivi € 31.127,97, e così in totale la somma di € 1.811.008,52 determinata alla data del presente lodo, oltre interessi nella misura legale dalla data odierna fino all’effettivo soddisfo;
m) Dichiara assorbita ogni altra eventuale domanda ed in particolare quella inerente alla validità o meno del recesso unilateralmente esercitato dal Comune di Avezzano;
n) Compensa tra le parti le spese e competenze del presente procedimento arbitrale nella misura di 4/5, ponendo il restante quinto a carico del Comune di Avezzano e liquidando l’intero in € 30.000,00 oltre accessori di legge;
o) Pone le spese di CTU, per come già liquidate, in via definitiva a carico delle parti in egual misura per 4/5 ed il restante quinto integralmente a carico del Comune di Avezzano;
p) Le spese di funzionamento del Collegio Arbitrale e di segreteria, liquidate come da separata ordinanza, vengono poste a carico delle parti, con vincolo solidale fra le parti stesse nei confronti del Collegio, nella misura del 50% ciascuna per 4/5 ed il restante quinto a carico del Comune di Avezzano”.
Quindi, l’Amministrazione di Avezzano dovrà sborsare un milione e ottocentomila euro abbondanti per chiudere la questione con l’Irim. Quindi potrà entrare in possesso dello “Scatolone di Cemento”, ormai anche estremamente deteriorato, e vedere di riuscire a porre in essere qualche iniziativa per arrivare al suo completamento onde evitare di mantenerlo come monumento agli sprechi della malapolitica. Ricordiamo ai lettori che, su questa vicenda, sono in corso procedimenti penali, alcuni definiti altri in via di definizione, e penderebbero anche pronunciamenti davanti alla Corte dei Conti, verso la quale qualcuno pare intenzionato a portare anche quest’ultima perla.
Ideato sotto l’Amministrazione Floris, portato avanti da Di Pangrazio che non riuscì a trovare una soluzione definitiva e decente, la patata bollente è arrivata sino a De Angelis che tentò la via dell’arbitrato cercando di arrivare ad un accordo con enti ed istituzioni, si parlò della Guardia di Finanza come propria sede locale, almeno per metà del costruito, ma poi le vicende hanno superato tutto e ora ci troviamo qui. Per dirla con De Andrè in “Canzone del Maggio”: ” anche se voi vi credete assolti/ siete lo stesso coinvolti”, quindi nessuno, alle prossime elezioni, gridi “Io non c’ero”. Ad ogni modo, ed in ogni caso, la politica, questa politica degli ultimi 17 anni, non è riuscita a trovare una soluzione e il “Comune Nuovo” resta il più mirabile esempio di quando le risorse pubbliche vengono letteralmente incenerite.