Avezzano. Ex detenuto, dichiarato incapace per intervenuta psicopatologia da stupefacenti, da cinque mesi attende un posto in una Rems
AVEZZANO – Da cinque mesi attende che le autorità competenti gli trovino un posto in una Rems, Residenza per l’Espiazione di Misure di Sicurezza, essendo stato dichiarato incapace a causa di patologie psichiatriche casate dall’uso massivo di stupefacenti.
E’ la storia di un giovane marsicano che, dopo essere stato arrestato e sottoposto a procedimento penale per maltrattamenti in famiglia nei confronti dei genitori, è stato riconosciuto semi incapace di intendere e volere dal Gip del Tribunale di Avezzano, Maria Proia, a causa di intervenute psicopatologie di carattere psichiatrico dovute allo stesso uso prolungato di sostanze stupefacenti. In base a questo, accertato con regolare perizia medico-legale, il Gip d Avezzano ha dichiarato l’improcedibilità e dispose il ricovero dell’uomo in una Rems, Residenza per l’Espiazione delle Misure di Sicurezza, per ricevere le necessarie cure e terapie. Era il 17 dicembre del 2019.
In Abruzzo, e soprattutto in questo territorio, l’unica struttura è quella, di Barete, vicino L’Aquila, che a Gennaio 2020 ha messo in attesa il giovane marsicano ma, nonostante le ripetute e anche recenti richieste di sollecito inviate da Tribunale, difensore e Direzione penitenziaria alla Asl e alla Rems di Berete, senza poter dare una data specifica agli interessati in quanto in carenza di posti disponibili. La situazione, checché ne pensi la burocrazia per la quale la vita degli umani sarebbe una fotografia piuttosto che un video dinamico, nelle ultime settimane visto che il detenuto/ex detenuto, accuserebbe un aggravamento dei suoi sintomi che lo avrebbero anche portato a gesti di danneggiamento e pericolo, per se stesso, per la struttura carceraria e per gli agenti di Polizia Penitenziaria.
Ma leggiamo cosa scrive il difensore del ragazzo e della sua famiglia nella lettera inviata, il 10 aprile scorso, a Direttore Generale della Asl1 di Avezzano-L’Aquila e Sulmona Roberto Testa, Asl1 di Avezzano L’Aquila e Sulmona, Rems Abruzzo e Molise di Barete, U.O.C. Psichiatria adulti, dirigenti Medici Daniela Gianfelice e Giulia Pizziconi, Regione Abruzzo – Assessorato alla programmazione sanitaria e Assessorato alla salute, Ufficio Gip/Gup del Tribunale di Avezzano Maria Proia, Sostituto Procuratore della Repubblica di Avezzano Ugo Timpano, Ministero della Giustizia-Dipartimento della Polizia Penitenziaria -Direzione Generale dei detenuti e trattamento – Ufficio VI Misure di Sicurezza Roma, Provveditorato Regionale per Lazio – Abruzzo e Molise, Dipartimento per l’amministrazione Penitenziaria Ufficio detenuti Pescara, Direzione Casa Circondariale di Avezzano, Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, Presidente della Commissione Sanità della Regione Abruzzo Mario Quaglieri e Garante Regionale Abruzzo detenuti: «L’attenzione del sottoscritto – afferma nella lettera l’avvocato Roberto Verdecchia – è stata richiamata dalle insistenti richieste da parte della Casa Circondariale che, molto probabilmente, ben conoscendo il soggetto “recluso” (dal 14.10.2019), potrebbe aver “compreso” dei comportamenti attualmente non consoni da parte dello stesso, visto che questi sembrerebbe aver posto in essere, negli ultimi sette giorni, degli atti di danneggiamento nei confronti di beni di proprietà dello Stato, nonché atti di aggressione nei confronti del personale della polizia penitenziaria, circostanze che chiaramente – precisa il legale – , qualora supportate da dati concreti e reali, porterebbero a pensare ad un fortissimo scompenso psichiatrico, dimostrando, come giustamente osservato sia dalla Direzione Penitenziaria, dal P.M. e dal Gip e sostenuto dalla difesa, che il luogo dove espletare la misura di sicurezza, non può essere una Casa di Circondariale o di Reclusione, seppur a custodia attenuata come quella di Avezzano.
Sì formalizza allo stato, (ben consci dell’ordinanza Ministeriale in relazione alla pandemia del Covid-19 di non accogliere né ricevere persone sottoposte a degenza presso altre strutture), un invito/diffida affinché la A.S.L. n. 1 competente per territorio e la REMS a cui più volte le Autorità Giudiziarie si sono rivolte – prosegue la lettera – , accolgano ai fini della tutela e salvaguardia del bene primario della salute il T. R. nel più breve tempo possibile, affinché a questi possano essere somministrate tutte le cure idonee e necessarie per la patologia in atti e riscontrate nella consulenza tecnica d’ufficio espletata, visto che il permanere presso la struttura carceraria di Avezzano o presso anche ulteriori strutture penitenziarie, comporterebbe una grave danno sia a terzi ed anche all’interessato e ciò in violazione di ogni dettato normativo e costituzionale. Si ricorda a noi stessi che il diritto alla salute è un principio essenziale oltremodo garantito dalla nostra carta costituzionale – conclude l’avvocato Roberto Verdecchia – ai sensi dell’art. 32 e nella fattispecie siamo ai limiti della violazione imposti nel rispetto della persona umana».
Sulla questione dell’ampliamento dei posti nelle Rems in Abruzzo, sono intervenuti, con apposita chiarissima nota, anche il Presidente della Corte D’Appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera, e il Procuratore Generale dell’Aquila, Pietro Mennini. Nella nota, oltre a ricordare i solleciti ad Asl e Regione Abruzzo che sono competenti nella programmazione e nella organizzazione di queste strutture, senza parlare degli allarmi dai Tribunali ed in particolare da quello di Sulmona, i due alti magistrati chiariscono che si pone anche un problema id sicurezza visto che, mancando i posti nelle Rems, molti di coloro che dovrebbero essere lì ospitati, sono liberamente e legittimamente in circolazione con grosso pericolo per la pubblica incolumità.
Insomma, una situazione a dir poco paradossale, che ha dello scandaloso sia per quanto riguarda la situazione del giovane marsicano, e dei tanti che sono nella sua situazione, ma anche per i cittadini abruzzesi che, lo dicono il Presidente della Corte d’Appello e la Procura Generale, sono in totale libertà di agire pur non essendo in situazione di tranquillità e di pieno controllo di se stessi. Ci auguriamo che la politica regionale, la dirigenza della Asl e tutte le autorità competenti in materia, trovino quei venti minuti per sedersi attorno ad un tavolo virtuale, in videoconferenza, e decidano di provvedere a questa che, qualsiasi cosa ne pensi la politica, è una emergenza sia sanitaria che di sicurezza e, prima ancora, del rispetto del diritto alla salute costituzionalmente previsto, sancito e protetto.