Avezzano. Il soccorso mai davvero…pronto!

I nuovi vertici della Asl intervengano per risolvere il problema delle lunghe attese

AVEZZANO – Venerdì 29 novembre è stata una nuova giornata di assurdità!

Una ragazza, che ha subito una caduta piuttosto brutta per le scale di casa, si reca al pronto soccorso dell’Ospedale di Avezzano alle ore 15 e, dopo, una già prima lunga attesa, al triage le viene assegnato un codice verde, insieme ad almeno altre nove persone, ci sono poi almeno tre codici gialli che sono prioritari. La ragazza lamenta dolori sulla parte sinistra del corpo ed ha timore di aver subito qualche microfrattura. Magari è un timore ingiustificato, ma chi lo può sapere se non un medico, un medico che comunque la vedrà solo alle ore 21, ovvero sei ore dopo l’arrivo al Pronto Soccorso.

Al mattino dalle 8 alle 14,45, si consuma un altro fatto, ovvero quello di una signora anziana, forse in una situazione assai compromessa, un codice rosso che trova soluzione solo molte ore dopo l’arrivo al reparto di emergenza…

Arriviamo al Pronto Soccorso e chiediamo informazioni e al triage danno solo quelle contenute in una sorta di database sul computer, nessuno sa veramente nulla e tutti dicono che sono appena montati in servizio, quasi che non ci sia stato un reale passaggio di consegne. Il dirigente sanitario manca da oltre quattro anni e quello in servizio quale FF-SV (facente funzioni in sede vacante) al momento non è presente, o così ci dicono, perché ha terminato il proprio orario.

Alla fine vediamo un infermiere professionale che ci dà qualche indicazione, ma sostanzialmente non si tratta di informazioni conclusive sul “perché della lentezza operativa, e dell’accavallarsi dei ritardi”.

Un altro, G.A. ci dice: “Il reparto non ha un primario da anni: l’ultimo aveva fatto in modo che ci fossero le reperibilità, che il personale fosse adeguatamente formato, informato, addestrato e reso ben conscio del proprio ruolo e funzione. Dopo la morte del responsabile dell’OBI (Osservazione Breve Intensiva), Cardilli, è venuto l’attuale facente funzione, che è un ottimo medico, ma non è riuscito a interpretare il suo ruolo, in maniera ottimale, perché secondo la sua interpretazione un facente funzione non può fare ciò che fa un primario…In realtà questo è errato!” Tace un momento e poi, con un sorriso amaro, prosegue dicendo: “Il problema è che qui non si è mai visto un Sindaco, non si è mai vista  gente con bandiere a protestare…

Registriamo l’amara conclusione così come il resto!

In realtà quello della “formazione di una coda d’attesa infinita” (maniera tecnica per indicare che il sistema è giunto a saturazione e al blocco) è una vecchia caratteristica del Pronto Soccorso di Avezzano che dipende indubbiamente dalla gestione del triage e delle sue indicazioni. Infatti, nel seguire pedissequamente l’ordine dei colori del triage si può incorrere nel creare il blocco del sistema se le linee di servizio, sale disponibili e personale relativo sono insufficienti. Tuttavia, la cosa potrebbe essere migliorata sulla base, magari, di un semplice presupposto organizzativo. Se un medico o un infermiere, in funzione delle specifiche attribuzioni, desse una rapida occhiata ai codici vari, ovvero ai pazienti in ingresso, potrebbe rapidamente riconoscere la reale situazione di ciascuno e scegliere di inviare subito al reparto per quel che è necessario, così resterebbe tempo sufficiente e risorse per la gestione dei codici più urgenti. Può essere solo una idea su cui lavorare, ma ci sarà qualcuno che si applicherà a farlo?

Il Pronto Soccorso fatica a inviare a reparto i pazienti per ragioni ignote ma che possono essere sintetizzate in un interrogativo: esiste raccordo fra i primari ed il nominato “facente funzioni in sede vacante”?

Intanto, al Pronto Soccorso arrivano ondate di necessità ma il servizio non riesce a decollare e così quella che l’attuale “facente funzioni in sede vacante” definì, circa cinque anni fa “la porta dell’ospedale, quella che mostra come sia davvero l’ospedale” resta quel che è, magari solo cambiando la distribuzione e la configurazione delle porte e degli spazi di accesso. Questa non è una invettiva contro il medico che ricopre la figura del “facente funzioni in sede vacante”, ma verso i vertici della Asl che non intervengono a dare le disponibilità necessarie ed attivando le procedure ormai divenute irrinunciabili ed improcrastinabili.
La ragazza in questione, a proposito, ha lasciato l’Ospedale alle ore 01,30 o giù di lì…

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