Avezzano. La Battaglia tra Federico del Balzo il Duca D’Andria e Filippo II principe di Taranto riprodotta in una scacchiera
AVEZZANO- “Gli scacchi sono la palestra per la mente” questa illuminante frase del grande filosofo francese Blaise Pascal può descrivere benissimo la nuova opera realizzata dall’associazione culturale “sessantasettezerocinquantuno”.
L’opera in questione, ubicata nella piazzetta retrostante l’edicola di via Giovanni Pagani, raffigura una scacchiera permanente, dipinta a terra con scacchi giganti realizzati in pvc e materiale di riciclo.
Quest’opera è una vera palestra storica per la mente degli abitanti di Avezzano e non solo: essa vuole richiamare un fatto storico, accaduto nel 1363, che prende il nome di “sacco di Avezzano “. Un assedio organizzato da Francesco del Balzo duca di Andria, ma attuato dai dodicimila scorridori della compagnia di ventura dell’Ambrogino.
Ai lati opposti della scacchiera, sono riprodotti gli stemmi delle due casate che si fronteggiarono: da un lato Francesco del Balzo, duca di Andria e, dall’altro, Filippo II principe di Taranto.
Sul fianco della scacchiera è invece riportata, con caratteri medievali, la scritta: “Ma Laidu saccu in Avezzano per illi fatto fone. Non se n’accorse nullo quanno nella terra entraro, Fierovi molto male e tutto derubaro.”
Tale citazione è tratta dalla cronaca di Buccio di Ranallo che la riportò nella “Cronaca Aquilana rimata”. Questa opera è stata anche visitata dal sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio e dall’Assessore Pierluigi Di Stefano fanno visita alla nuova opera dell’associazione culturale
Ma che cosa successe nel 1363 ad Avezzano? Diciamo che il borgo, come l’interno regno di Napoli, fu interessato da una grave guerra di successione tra re Luigi D’Ungheria e Giovanna (scontro dovuto molto probabilmente all’omicidio di suo marito Andrea, fratello di Luigi). Gli scontri più violenti tra le truppe angioine e quelle ungheresi si ebbero in Abruzzo: e tutto ciò portò le popolazioni locali allo stremo anche perché, nelle fila di entrambi gli schieramenti, vennero assoldate diverse compagnie di mercenari (in quel tempo si chiamavano compagnie di ventura) e di certo esse non si comportavano sempre decentemente. E qui ricordiamo in particolare il sacco d’Avezzano del 1363, organizzato da Francesco del Balzo, duca d’Andria, ma attuato dai dodicimila scorridori della compagnia di ventura dell’Ambrogino. La distruzione e il saccheggio del nascente borgo fortificato fu tale da essere immortalata nella già citata cronaca dell’aquilano Buccio di Ranallo. Nonostante l’assedio ed il sacco, Avezzano, soprattutto nella seconda metà del ‘300, vide una grande espansione territoriale che, cominciava a dare fastidio ai feudi vicini (uno fra tutti, quella di Alba).