Avezzano. “O dei miracoli, inclito Santo…”, storia della Cappella di Sant’Antonio di Padova

AVEZZANO- “O dei miracoli inclito Santo, dell’alma Padova tutela e vanto, benigno guardamiprono ai tuoi pie’: o sant’Antonio, prega per me!”. No, non siamo impazziti e né stiamo chiedendo qualche miracolo! Con questi versi, che sono l’incipit del noto inno a Sant’Antonio di Padova, ci piacerebbe raccontarvi la storia di un luogo assai caratteristico di Avezzano, la piccola Cappella dedicata proprio al Santo dei Miracoli.

In foto: La facciata della cappella di Sant’Antonio di Padova
(foto web)

Tra qualche ora verrà fatta brillare la ormai “celebre” bomba rinvenuta in Via Opi e proprio quel luogo, sotto la protezione di Antonio, è stato adibito a centro di raccolta per le persone di Avezzano. Allora noi di Espressione24 ci siamo chiesti: “ma gli avezzanesi e i marsicani in generale, la conoscono la storia di questo luogo sacro? Dopo alcune ricerche, che tra l’altro non sono state poi così semplici visto la scarsità delle fonti, siamo riusciti, in qualche modo, nel ricostruire un po’ di storia.

La graziosa chiesa di Sant’Antonio di Padova, facente parte della Parrocchia di San Giovanni il cui parroco è il nostro amico don Franco Tallarico, è stata edificata nel 1949 e si trova lungo Via Pertini (la strada che porta a Luco pe capisse).

L’interno è costituito da un’unica aula con la zona presbiteriale rialzata di un gradino. All’esterno la facciata principale, divisa da una cornice orizzontale in marmo, si presenta con un profilo a capanna. Il sistema delle bucature è costituito dal portone d’ingresso con lunetta in asse centrale della navata con al di sopra due piccole finestre centinate ad esso speculari. Un edicola timpanata con l’immagine del Santo con il bambino posizionata in asse centrale al di sopra del portone d’ingresso caratterizza la facciata.

Della cappella prima del 13 gennaio 1915 abbiamo scarne notizie. Ad esempio, Pietro Antonio Corsigniani, nella sua Reggia Marsicana ci scrive che:

“La Chiesa di S. Antonio di Padova posta in detta, Terra, la quale la possiedono li PP. del terz’ Ordine di San Francesco , e fu unita a loro dal Reverendiss. Capitolo. Pagano all’anno di Canone una libra di cera. Questo Convento fu poi suppresso da Innocenzio X come riferisce il Burdone nell’Istoria del terz’Ordine Francescano già di sopra menzionato, quando di Avezzano parlammo”.

In foto: l’interno della cappella
(foto web)

Viceversa, lo storico avezzanese Bernardino Jatosti nel suo libro del 1876 “La storia di Avezzano, vol.1” ci racconta così:

“Ai Frati di S. Antonio da Padova venne affidata la custodia, e la cura del sacro deposito. Vivevano questi in un ristretto cenobio annesso alla Chiesa del loro Titolare, edificata sulla sinistra della via, che mena al convento dei Cappuccini. Quel piccolo stabilimento fu soppresso dal Papa Innocenzo X circa l’anno 1650. L’abbandonato Cenobio, destituto di ogni manutenzione cadde in rovina sullo scorcio dell’andato secolo, e la chiesa cadde anch’essa nel 1819 per uno scavo fatto senza regola in tutto il suo interno. Ora, non presentano ambedue che un informe macerie di sassi!”

Infine, lo studioso Antonio Di Pietro nel suo lavoro sulla storia dei paesi della Marsica ci parla che, intorno al 1866, si ancora presente un edificio religioso dedicato al Santo. Andrebbero proseguite le ricerche su tale luogo sacro, così da ricostruire il tessuto sociale, storico, culturale, di fede e archeologico andato perso durante il terribile terremoto del 13 gennaio 1915.

Oh, intanto noi preghiamo Sant’Antonio di Padova che domani (con quella bomba) le cose vadano bene.