Avezzano. Piazzavano banconote false. Due ragazzi catanesi denunciati dai Carabinieri
AVEZZANO – In trasferta dalla Sicilia in Abruzzo per piazzare banconote false. Due giovani catanesi, infatti, sono stati denunciati dai Carabinieri di Avezzano perché trovati a spendere ero falsi in giro per la Marsica.
I fatti risalgono alla mattinata di ieri, 14 gennaio, quando i militari della Stazione Carabinieri di Celano, in collaborazione con quelli di San Benedetto dei Marsi ed Ortona dei Marsi, hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avezzano due pregiudicati di origini catanesi in trasferta, per spendita di banconote false.
I militari hanno rintracciato i prevenuti lungo la S.S. nr.5 “Tiburtina Valeria”, dopo che questi, spacciandosi per Carabinieri ed approfittando della buona fede dell’ignaro commerciante, hanno effettuato un pagamento con una banconota da €.100 falsa. I malfattori, inoltre, sono riusciti a farsi cambiare altre banconote, sempre da €.100, “ben contraffatte” in tagli più piccoli, giustificandosi di dover effettuare delle spese minute.
Successive indagini hanno consentito di accertare che F.L., 21 anni, e G.L., 25 anni, avevano ingannato anche una commerciante di 68 anni, di Goriano Sicoli. Nel corso dell’operazione sono state complessivamente recuperate e sottoposte a sequestro cinque banconote contraffatte da €.100 con matricola X14302576620 e S03729436520. I due sono stati proposti all’Autorità provinciale di Pubblica Sicurezza, in quanto socialmente pericolosi, per l’applicazione della misura di prevenzione del rimpatrio con “foglio di via obbligatorio” per la città di origine con divieto di ritorno nella provincia di L’Aquila per un periodo di tre anni.
Previa autorizzazione della Procura della Repubblica di Avezzano, ed attesa anche l’ampia area geografica su cui gli stessi potrebbero aver agito (Marsica e Valle Subequana), si diffondono le fisionomie dei soggetti ritenuti responsabili al fine di individuare altre persone che, per paura o vergogna, potrebbero non aver denunciato alle Autorità di esser rimasti vittima del predetto reato e soprattutto per scongiurare che gli stessi individui possano nuovamente colpire nella Provincia di L’Aquila o in altri comuni della Regione.