Bellissima gita… con finale a sorpresa: la Tua lascia a piedi due visitatrici della Sagra della Castagna di Canistro
CANISTRO – Il nuovo treno turistico alla volta di Canistro, con partenza da Pescara Centrale, per la 45esima Sagra della Castagna Roscetta, domenica 29 ottobre, a quanto pare, ha preso a bordo, sugli “Aquilotto” di TUA Abruzzo, diversi passeggeri.
Il fascino della linea Avezzano – Roccasecca, dai panorami mozzafiato, quelli della Valle del Sagittario, della Valle Peligna, toccando Goriano Sicoli e Carrito e poi la Marsica e le sue diverse belle località, ha colpito l’immaginario di tante persone che volevano trascorrere una domenica differente, più caratteristica, dalla meta finale allettante come la storica sagra.
Alle 10,30, da Avezzano, a salire sul convoglio “delle meraviglie”, fino ad allora tutta una promessa positiva, tra tanta gente, anche due signore entusiaste e munite di biglietto (andata e ritorno), delle quali non riveliamo l’identità.
Le due hanno riferito in redazione di aver trascorso, sì, uno stupendo soggiorno a Canistro, non senza, però, una incredibile sorpresa finale… Per farla breve, dopo tanta allegria, buon cibo e camminate per il borgo, con un po’ di comprensibile stanchezza, una volta giunte in stazione, le donne si sono avvicinate, all’ora convenuta per il ritorno (16,30), al treno che le avrebbe dovute riportare a casa, ad Avezzano.
Ma, con decisione, è stato loro impedito di salire perché, a quanto pare, sembra non fosse quello il treno giusto; a niente sono valse le rimostranze e le suppliche delle due mancate passeggere: nulla, non hanno potuto entrare e sedersi.
Su consiglio di alcuni residenti, le “sventurate” hanno deciso, poi, di attendere il treno delle 18,40… Il quale, però, per il giorno festivo, era stato soppresso. Se non fosse stato per l’intervento solerte di un parente, che da Avezzano si è recato in macchina a Canistro per riportarle a casa, le due amiche avrebbero trascorso la notte, molto probabilmente, all’addiaccio.
Colei che ha segnalato questo incredibile disservizio si dice sicura di aver sentito bene, nell’acquistare i biglietti, quali fossero gli orari di andata a ritorno e quali fossero i treni da prendere (sembra proprio, in quegli orari, che non vi siano mezzi paralleli).
Come mai questo qui pro quo? Perché devono verificarsi fatti incresciosi di tale portata? Sono, oppure no, organizzate a dovere, certe trasferte a carattere turistico, che collegano l’Abruzzo da una parte all’altra? A chi è sfuggito cosa, in questo caso?
Le due signore sono rimaste molto male; in effetti, la splendida gita è stata corredata, per dirla “all’inglese”, da un “risvolto non poco spiacevole” e, aggiungiamo noi, di una gravità inaspettata ed inaudita.