Benedizione della “Panchina Rossa” contro ogni forma di violenza e discriminazione della donna
SULMONA– Giovedì 23 settembre è stata benedetta, da Mons. Michele Fusco vescovo di Sulmona-Valva, una “Panchina Rossa” che segna l’impegno della Chiesa di Sulmona a sostegno delle donne vittime di violenza.
Tale iniziativa è stata promossa dal parroco della chiesa di Cristo Re don Fabio D’Alfonso e rappresenta l’inizio di un progetto di collaborazione della comunità parrocchiale con diverse realtà che, nel territorio, si occupano di sostegno e di aiuto alle donne.
“Questa panchina – afferma don Fabio D’Alfonso- vuole essere un pungolo, perché si trova difronte ad una chiesa ma anche accanto al tribunale e ci costringe, come comunità, a porci interrogativi. Sarebbe sciocco pensare che quello di oggi è solo un evento, un segno destinato a scomparire tra i ricordi ma è piuttosto il completamente un percorso di presa di consapevolezza che nasce dall’incontro e dell’ascolto”.
Purtroppo è in aumento il numero delle donne che bussano ai centri di ascolto parrocchiali per chiedere aiuto e spesso la chiesa non ha gli strumenti adeguati per fronteggiare queste emergenze riuscendo ad offrire conforto umano e spirituale, importante ma non sufficiente. Da qui nasce la necessità di costituire all’interno della parrocchia un’equipe di ascolto formata da professioniste, volontarie, donne che s’impegnano ad aiutare altre donne a rompere questa catena di odio e di violenza e a progettare, insieme, un futuro di speranza.
Alla cerimonia di benedizione della “Panchina Rossa” hanno partecipato il sindaco di Sulmona Annamaria Casini, le autorità civili e militari che hanno richiamando l’attenzione su questa impellente urgenza.
Così afferma Mons. Fusco: “Non passa giorno in cui non si senta parlare di femminicidi e di violenze perpetrate sulle donne. Nonostante alcuni miglioramenti, la strada da fare è ancora molto lunga. Incoraggio la nostra chiesa ad andare avanti su questo cammino e quest’opera che oggi abbiamo benedetto possa essere un segno che ci ricorda l’urgenza di difendere la vita e la dignità della donna”.