Bollette bruciate a Bologna davanti a sede dell’Eni. Proteste simili in altre città. L’Usb invita ad una mobilitazione nazionale il 3 ottobre

Foto Ansa

L’AQUILA – Un falò di bollette simbolicamente bruciate di fronte alla sede dell’Eni Store a Bologna, in via Ugo Bassi, a due passi dalle Due Torri: è l’iniziativa organizzata dalla campagna ‘Noi Non Paghiamo Emilia-Romagna’, promossa da gruppi di lavoratori per protestare contro i rialzi di gas e luce, “che non possiamo permetterci di pagare – hanno denunciato i manifestanti – e non le pagheremo”.

Sulla scia delle proteste in Regno Unito, anche a Bologna decine di persone si sono dati appuntamento per dare vita “a un movimento di protesta che parte dal basso”.

“I consumi di luglio con scadenza ad agosto sono arrivati da 670 euro a 2.020 euro, e a luglio non ho lavorato a pieno regime. Adesso che sto lavorando a regime. Mentre prima mi arrivavano 1.300/1.400 euro di bollette, se le cose continuano così mi arriveranno sui 5mila euro, ed è insostenibile per un’attività come la mia”, dice Oberdan, panettiere che rischia di “lasciare a casa tre dipendenti” e di “chiudere le serrande” a causa dei rincari.

Dopo il falò piccolo corteo ha sfilato lungo via Ugo Bassi fin sotto alle Due Torri per promuovere la campagna ‘Noi non paghiamo’, distribuendo volantini e dando appuntamento a sabato 8 ottobre, giornata in cui sarà costituita un’assemblea cittadina della campagna ‘Noi non paghiamo Emilia-Romagna’ in via Niccolò Dall’Arca, a Bologna.

ANSA, MARIA ELENA GOTTARELLI

“L’inverno sarà lungo, l’inverno non è ancora iniziato – hanno concluso i manifestanti invitando ad iscriversi ai gruppi Telegram – ed è tempo organizzarci collettivamente”.

Ma Bologna non è l’unica città in cui la protesta sta dilagando.

Anche a Napoli, il 2 settembre, gli aderenti al “Movimento disoccupati 7 novembre” hanno bruciato le ultime bollette per le forniture di corrente e gas, davanti alla Posta Centrale.

 “Siamo stanchi delle promesse – hanno spiegato i manifestanti -. Da anni attendiamo un lavoro ed oggi non possiamo pagare queste cifre che sono triplicate. Le nostre famiglie – hanno aggiunto – sono allo stremo. Per noi, finora, solo tante parole e pochi fatti”.

Ieri una protesta analoga a Torino, davanti alla sede Iren, dove circa 200 manifestanti hanno bruciato le bollette della luce e uno si è incatenato.

L’intenzione era quella di consegnare allo sportello i moduli di reclamo e di autosospensione dal pagamento delle bollette di teleriscaldamento.

Sono inoltre in programma altre manifestazioni protesta in tutta Italia, come già preannunciato dall’ USB che ha invitato ad una mobilitazione nazionale lunedì 3 ottobre, davanti alle sedi delle aziende energetiche e dei loro maggiori azionisti, nella Giornata di lotta internazionale lanciata dalla Federazione Sindacale Mondiale contro il carovita.

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