Bomba della II Guerra Mondiale ritrovata ad Avezzano. Ecco tecnicamente quello che domani si dovrà rimuovere e far brillare
AVEZZANO – Mentre cresce l’attesa nella popolazione di Avezzano per la rimozione della bomba della Seconda Guerra Mondiale in un cantiere edile di Via Opi, è il caso di riesaminare tutto quanto attiene alla questione nel suo complesso.
Nella prima immagine di queste righe si può vedere un particolare della bomba nella sua posizione sul sito e sul suo letto di posa.
Dalla immagine si vede che la bomba ha perduto gli impennaggi di coda dove si trovavano gli stabilizzatori e la ventolina giroscopica ausiliaria.
Da questa immagine, confrontandola con immagini e disegni tratti da pubblicazioni specifiche, si evince che la bomba dovrebbe essere un ordigno da lancio aereo, con estrema probabilità una AN-MK65 e non una SC Hermann (ordigno simile germanico della Luftwaffe) come sembra sia stato detto da alcuni, lanciata probabilmente entro la primavera del 1944 da un bombardiere medio americano B-26 durante una delle missioni di bombardamento delle aree ferroviarie della Città di Avezzano (fonte del Register Office della USAAF or “crew-reminder”).
La bomba è un ordigno medio del peso complessivo di circa 450 kg e contenente circa 230-240 kg di esplosivo miscelato di uno dei tipi che seguono (informazioni tratte dal documento OP1280 della USNAVY).
Nella immagine che segue è riportato un disegno identificativo della bomba del tipo detto, tratta da un’apposita pubblicazione USAAF. Nella stessa immagine, infatti, è possibile vedere la bomba ritrovata a confronto con una originale.
Nella immagine che segue, tratta sempre dalla medesima documentazione, si può vedere il modo con il quale la bomba venga attivata, nel funzionamento regolare, e giunga allo scoppio.
Per tornare all’ordigno, la bomba AN-M65 o Mark65 è una bomba “low drag – general purpose” (bassa resistenza – applicazioni generali) da 450 kg totali, sviluppata nel 1939 negli USA. L’involucro è realizzato con acciaio alleggerito ma di alta resistenza per avere una percentuale di esplosivo (65%) maggiore rispetto ad altri modelli simili. Nella figura che segue c’è uno schema più dettagliato.
La fonte dei dati è anche il documento “Technical Manual TM 9-1325-200 Bombs and Bomb Components” (https://archive.org/details/TM91325200BombsAndBombComponents), Retrieved 6 July 2019.
In un altro documento, quello denominato OP 1280 1st revision della US Navy del 1955, sono riportati tutti i dati della bomba in questione e che sono sintetizzati nella figura seguente che fornisce una idea migliore dell’ordigno.
Da questa scheda si vede bene che la bomba può contenere TNT o Tritonal.
Tra l’altro, nello stesso documento sono riportate le istruzioni relative al maneggio della bomba in caso di mancata esplosione (vedi la prossima figura).
Nel report TM 9 –1300 –214 Military explosives (esplosivi militari), già nominato, si trovano i riferimenti per gli esplosivi impiegati nella bomba in questione, nelle varie versioni, anche riguardo all’esplosivo impiegato nella carica.
Nella pubblicazione US Bomb, 1000 lb GP, AN-M44, AN-M65, AN-M65A1 si trovano ulteriori indicazioni.
Riguardo all’involucro, il materiale costitutivo consiste in acciaio basso–legato con elevata resistenza e durezza, di basso costo (lega 0,25C – Mn etc.).
Riguardo all’esplosivo contenuto, il tritonal è una miscela all’80% di trinitrotoluene (TNT) e di 20% alluminio metallico in polvere, utilizzato in diversi tipi di bombe come quelle aviolanciate.
La polvere di alluminio (specie se di dimensioni micrometriche o, oggi, nanometriche) aumenta la potenza esplosiva del TNT (la velocità con la quale l’esplosivo sviluppa la sua massima pressione di detonazione). Il Tritonal è all’incirca il 18% più potente rispetto al TNT da solo.
Nella figura che segue c’è la formula chimica del TNT.
Nella struttura del TNT c’è il cosiddetto anello benzenico che è una struttura molecolare molto stabile, tuttavia i legami nitrici (NO2) possono essere perduti per fenomeni connessi con la trasformazione degli ibridi di risonanza dell’anello benzenico.
Questa operazione che può richiedere tempo, può determinare una alterazione dell’esplosivo.
Venendo poi al possibile effetto di una esplosione o di quella controllata per il disinnesco e successivo brillamento o di un possibile brillamento in corso d’opera, le immagini che seguono mostrano lo sviluppo di uno scoppio di un ordigno simile ad Exeter (Inghilterra).
Infine, abbiamo voluto dare una idea di una possibile esplosione dell’ordigno in questione (ipotesi più probabile) nelle immagini che seguono.