Borghi a rischio. Sabato ad Avezzano si presenta il libro “Spaesaggio” di Daniele Vadalà su iniziativa della minoranza al Comune di Massa d’Albe

AVEZZANO – Che fine sono destinati a fare i borghi italiani, e principalmente quelli dell’Abruzzo, i tantissimi, soprattutto nell’aquilano, sempre al centro di mille meraviglie? Rischiano di desertificarsi e sparire.

Questo, almeno, il timore di molti in considerazione delle attuali politiche nazionali, e spesso anche regionali, che vedono prevalere alcune logiche rispetto a quella della protezione dei piccoli centri.

Non solo lotta allo spopolamento, ma creazione delle possibilità di vita e sviluppo anche nei piccoli borghi.

A tal proposito, quindi, il gruppo di minoranza al Comune di Massa d’Albe organizza per sabato prossimo 16 marzo, alle 17, nella Sala Montessri, in Via Fontana ad Avezzano, un libro di Daniele Vadalà, intitolato provocatoriamente “Spaesaggio”, proprio su queste tematiche.

«La Costituzione ha visto modificato l’articolo 9 con l’inserimento della tutela del paesaggio quale riferimento comune per lo sviluppo del Paese.

Come sovente avviene in Italia, ci si focalizza su una parzialità dei contenuti degli articoli a scapito del quadro generale. Nello stesso articolo è presente la definizione “nell’interesse delle future generazioni”.

Quindi l’attenzione si sposta oggi, più sulla transizione energetica e sulla riduzione dei costi dei servizi essenziali, che sul valore culturale del patrimonio storico artistico della Nazione.

È di questi giorni la notizia che “Rischiano di chiudere 200 piccoli uffici postali con un solo operatore. Spesso unica presenza dello Stato insieme ai Carabinieri”.

E se a questo si unisce l’accorpamento delle aule nei centri maggiori, la chiusura delle farmacie nei paesini e la difficoltà di avere un medico del paese o solo una guardia medica, allora è naturale che il destino dei borghi sarà identico a quello delle candele la cui sorte è di consumarsi al lumicino». I Consiglieri di Minoranza di Massa d’Albe Gianni Mancini, Antonio Mastrangelo e Giovanni Ceglie