Botta e risposta nel Pd fra Tesoriere e Pietrucci. Venditti: «Deve 23mila euro» Pietrucci: «Dato più del dovuto»
L’AQUILA – Feroce botta e risposta fra il tesoriere del Pd Regionale, Pino Venditti, e il consigliere regionale aquilano, Pierpaolo Pietrucci.
Oggetto del contendere sarebbero i versamenti che i rappresentanti del partito nelle istituzioni debbono versare.
Secondo Venditti, Pietrucci deve al Pd 23.000 euro non versati, secondo Pietrucci, al contrario, avrebbe versato più del dovuto, e affermando di aver fornito al Venditti tutto il materiale per ricostruire la sua posizione.
Venditti ha sostenuto che è «grave che il consigliere regionale Pietrucci non faccia fronte agli impegni finanziari che ha nei confronti del partito. Suo debito al 30 agosto 2021 è di oltre 23mila euro.
Il suo debito nei confronti del Partito Democratico regionale è al 30 agosto 2021 di oltre 23mila euro – dichiara Pino Venditti, tesoriere del Pd Abruzzo – .
Gli impegni sono invece regolarmente assolti dagli altri eletti del Partito Democratico nella nostra regione, tra cui i colleghi consiglieri di Pietrucci e i parlamentari.
Gli oltre 23mila euro dovuti al 30 agosto 2021 da Pietrucci al Pd sono risorse sottratte all’attività politica e alla passione dei militanti, sofferenza per le casse nel far fronte alle spese e ai compensi, spesso minimi, di collaboratori e dipendenti, quando l’impegno non è volontario.
Venditti: «Risorse sottratte alla politica e alla passione di iscritti e simpatizzanti»
Risorse dovute da candidati che ottengono l’elezione anche grazie alle infrastrutture e al servizio di una comunità, e che quella comunità rappresentano, oltre al proprio territorio.
Debito accumulato nel corso di un anno e mezzo: se ripartito mensilmente, appare peraltro esiguo rispetto al compenso percepito dai consiglieri regionali, e comunque abbastanza ragionevole da non dissuadere i colleghi di Pietrucci dal farsene carico».
Questa la replica di Pietrucci: «Sarebbe bastato un briciolo di correttezza, intelligenza e senso di responsabilità per confrontarsi civilmente anche se aspramente all’interno del partito, evitando un attacco a freddo, ingiustificato e pubblico che finisce non solo per danneggiare la mia reputazione, che difenderò strenuamente fino in fondo, ma anche per creare confusione e sconcerto in tante compagne, compagni e persone per bene che continuano, bontà loro, a sperare nel PD e nel mondo progressista.
Invece, alle mie legittime e ragionevoli critiche sulla gestione e l’esito della nomina del Coordinamento dei Sindaci del Cratere sismico 2009, si è preferito rispondere con un comunicato stampa del Tesoriere regionale che, alterando i dati, mi accusa ingiustamente di mancati versamenti.
Mi sento offeso e amareggiato, perché la realtà è completamente diversa.
Nella precedente legislatura ho versato mensilmente al PD regionale 740,00 € corrispondente alla misura del 10% della indennità percepita, oltre all’ulteriore importo mensile di 400,00 € come contributo al pagamento del canone di locazione della sede aquilana del Partito.
In questi anni, insomma, in varie forme e modalità ho sostenuto il Partito Democratico più di quanto mi è stato e mi viene chiesto.
Conteggiando l’insieme dei contributi e delle “liberalità” (come si chiamano oggi le antiche “sottoscrizioni” al Partito) ho dimostrato di aver messo a disposizione del PD oltre 33.600 euro (a fronte dei 23.000 di cui parla il Tesoriere).
Si tratta di erogazioni al PD Regionale, contributi per le Feste dell’Unità, sottoscrizioni straordinarie e, soprattutto, versamenti mensili per assicurare l’affitto della Sede di via Paganica, storica Federazione provinciale che, dopo la ristrutturazione post sisma, non ha avuto il minimo sostegno finanziario né dal PD regionale, né da quello provinciale trasferitosi ad Avezzano dopo il 2009.
Non solo non mi sono sottratto, dunque.
Pietrucci: «Il tesoriere ha tutta la mia documentazione. Non mi presto a questo gioco scorretto»
Ma mi sono preoccupato di ciò che altri hanno gravissimamente trascurato.
E qualche mese fa, in una lettera al Tesoriere regionale rimasta senza risposta, avevo ricostruito questa situazione, ribadito la mia correttezza e confermato la disponibilità a versare 1.000 euro al mese (una cifra ben superiore al 10% previsto) da suddividere tra il PD regionale e quello cittadino dell’Aquila.
Il silenzio e l’indifferenza verso la mia proposta e dunque la pretesa del PD regionale di trattenere a sé l’intera somma senza investirla sulla sede e sull’attività politica del partito aquilano mi hanno confermato nell’impossibilità a procedere.
Non mi presto, dunque, a una battaglia politica fatta scorrettamente con le veline passate alla stampa, con la delegittimazione della critica, con le offese personali.
Per la mia onorabilità e per il rispetto che devo a chi mi ha votato, mi stima e mi sostiene».