Calze della Befana con gli stemmi della “X Mas”. Comune di Capistrello, Anpi e Associazione “33 Martiri” varano iniziative contro l’offesa subita

AVEZZANO – Non finirà con la sola levata di scudi, peraltro giustissima e necessaria, giusto per rendere concreto il sentimento dell’indignazione poco frequentato da una trentina d’anni a questa parte, il caso degli stemmi della famigerata “X Mas” o “Decima” che dir si voglia, nelle calze della Befana dei bambini di Capistrello.

L’Anpi Marsica (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), in accordo con il Comune di Capistrello e nell’ambito degli organismi dell’Associazione “I 33 Martiri di Capistrello”, ha deciso di tenere un incontro martedì prossimo, 9 gennaio 2024, “per valutare le iniziative da assumere in relazione a fatti avvenuti in occasione della manifestazione del 5 gennaio 2024 nella festa dell’Epifania per i bambini – si legge in una nota diffusa dai dirigenti dell’Anpi Marsica Augusto Di Bastiano e Giovanni D’Amico -, che ledono gravemente la dolorosa  storia e la cultura democratica ed antifascista dell’intera comunità di Capistrello”.

La vicenda, come noto, è scoppiata ieri allorquando, all’apertura delle calze distribuite nella tradizionale festa dell’Epifania, i bambini di Capistrello, e i loro genitori, hanno trovato gli stemmi di questa organizzazione della Repubblica di Salò, collaterale a nazisti e fascisti, che, ai tempi della Resistenza, collaborò con Repubblichini e occupanti nazisti in operazioni di rastrellamento, tortura e uccisione di partigiani e cittadini comuni.

Un fatto già grave di per sé, ma che a Capistrello assume un tono ancora più doloroso visto che il centro marsicano è uno dei luoghi dove la violenza nazifascista si manifestò in tutta la sua barbarie, con l’uccisione di 33 persone innocenti.

Il Sindaco Franco Ciciotti, da parte sua, si è subito dissociato, annunciando una richiesta di risarcimento danni alla società che ha gestito, in tutta Italia, la distribuzione di queste calze. Ora il passo di valutare ulteriori iniziative è assolutamente necessario e condivisibile.

Educare alla democrazia e al rispetto degli altri, oltre che riabituare i cittadini, a partire dai più piccoli, alla memoria del passato, è un atto assolutamente da praticare con tutti i mezzi possibile.

In quest’ottica, ci sia consentita una riflessione.

Ci sembra opportuno invitare alla vigilanza un po’ tutti i nostri colleghi, di tutte le testate, affinché segnalino ed eliminino commenti inneggianti e di apologia verso questa brutale organizzazione del regime di Salò che tanto dolore e lutto portò in quei terribili due anni e mezzo fino alla caduta definitiva del regime nazifascista in nord Italia.