Cammino di Santiago, il Cavaliere Valentino Pisegna: “Un’esperienza spirituale”

 “Viaggiare a piedi è sicuramente il modo più intenso e faticoso per raggiungere la propria destinazione ma è anche una forma di esercizio fisico che giova al corpo e alla mente”, spiega l’accademico divulgatore del Cammino di Santiago Cav. Dr. Valentino Pisegna, che aggiunge: “il Cammino di Santiago racchiude un universo complesso e sfaccettato che ci rimanda al contatto con la natura, che va vissuto con meraviglia, profondo rispetto per quello che ci circonda, per mantenerci in armonia con l’ambiente in cui viviamo, e soprattutto con noi stessi.

Capita spesso mentre camminiamo che la nostra mente si disperde perché siamo focalizzati sulla meta perdendoci di fatto il percorso, in pratica NON ci soffermiamo molto sui particolari, NON osserviamo ciò che stiamo attraversando e ci perdiamo la parte più importante dell’esperienza che stiamo vivendo”.

Questo accade, espone il Cav. Pisegna, “perché siamo più concentrati nel fare anziché nell’essere, nell’azione e non nella piena consapevolezza di noi stessi. Serve quindi invertire il flusso di energia e coscienza che normalmente rivolgiamo verso l’esterno, e sviluppare una maggiore Propriocezione che ci permette di focalizzarci sul presente per godere tutte le sensazioni che ci circondano”. Durante il Cammino, precisa, “avviene in noi quello che avviene nel seme per le piante, con la differenza che l’uomo ha come semi i propri pensieri, necessari per ottenere di volta in volta i frutti desiderati”.

Il famoso scrittore Paulo Coelho scrive nel suo libro Il Cammino di Santiago: “Guardai il cielo: la via Lattea si stendeva sopra di me, mostrando l’immenso cammino che dovevamo percorrere. In un altro momento, questa immensità avrebbe suscitato in me una grande angoscia, paura terribile di non poter ottenere niente, di essere troppo piccolo per quell’impresa. Ma quel giorno io ero una semente ed ero nato di nuovo. Avevo scoperto che, nonostante il conforto della terra e del sonno che stavo dormendo, la via lassù in cima era molto più bella. E avrei potuto nascere sempre, ogni volta che avrei voluto…”. Questo passaggio, illustra il cavaliere, è riferito al primo degli esercizi che Petrus insegna allo scrittore durante il Cammino che l’artista brasiliano intraprese nel lontano 1986.

“Praticare lo Yoga durante il Cammino diventa un’esperienza naturale perché L’accostamento delle due discipline, in contesti naturalistici, porta ad essere forti e fisicamente funzionali, creativi, mentalmente aperti e spiritualmente connessi”,  fa notare  il dott. Pisegna, che conclude “Combinare la respirazione lenta e consapevole con la meditazione, porta energia e capacità di concentrazione e il raggiungimento di uno stato di profondo benessere che conduce al punto d’arrivo prestabilito con una maggiore consapevolezza del proprio corpo”.