Campovalano festeggia i sessanta anni della sua necropoli

Quando il contadino Luigi Cellini, nel 1964, lavorando il suo terreno con mezzi agricoli meccanici, portò alla luce piani di inumazione di sepolture e diversi altri reperti, fu confermato quello che già si era ipotizzato nel 1887 quando l’archeologo Felice Barnabei, riportò in un suo articolo che Francesco Savini aveva rinvenuto, in quella stessa area,  un vaso di bronzo utile  per versare acqua o vino.

Il terreno di Luigi, unitamente al resto del territorio circostante, in località Campovalano  nel territorio del comune di Campli, in provincia di Teramo, conteneva numerose tombe a tumulo e dunque, da subito,  si caratterizzò per essere evidentemente una necropoli appartenente ai popoli italici dei Pretuzi.

Nel 1967 cominciarono i lavori di scavo dapprima con la conduzione di Valerio Cianfarani e successivamente con quella di Vincenzo D’Ercole tra il 1980 e il 1990; essi riportarono alla luce un considerevole numero di tombe – circa 600 ma se ne ipotizza la presenza di  circa 20.000 – risalenti ad un arco di tempo che va dall’Età del Bronzo (XII-X secolo a.C.), all’epoca romana (agli inizi del II secolo a.C.) quando la necropoli venne definitivamente abbandonata.

Sessanta anni sono trascorsi dai primi ritrovamenti e ci sono tutte le ragioni per festeggiare nel modo più idoneo il ritrovamento di un tesoro archeologico come questo e così, il Museo Archeologico Nazionale di Campli, a cura della RT MusA connessioni per la cultura,  ha posto in essere due eventi:

  •  il primo, organizzato per domenica 21 luglio alle ore 17 con appuntamento presso P.le S. Gabriele 1 Campovalano e prenotazione obbligatoria al WA 338 442 5880 prevede una visita guidata alla necropoli, dove sarà possibile scoprire i preziosi ritrovamenti grazie alle competenti spiegazioni degli esperti;
  • il secondo è la predisposizione di una guida dedicata alla ricchissima e stupenda Necropoli di Campovalano.

Il Museo Archeologico Nazionale di Campli e il  Museo Archeologico Francesco Savini di Teramo custodiscono e conservano i corredi funerari rinvenuti di cui fanno parte vasi in bronzo e in ceramica, brocche, grattugia in bronzo, morsi per cavallo, spade, pugnali, vasi porta-sabbia; nei tumuli di sepolture femminili sono stati portati alla luce anche   una innumerevole quantità di oggetti d’uso per il cucito, la tessitura e la filatura insieme a oggetti per la pulizia personale e a piccoli gioielli come pendenti e collane a pasta vitrea.