Canali del Fucino a secco, pesci morti e agricoltori con l’incubo di tanto lavoro in fumo. E in 10 anni la Regione non ha risolto il problema

AVEZZANO – Come avrebbe scuramente commentato l’immesno Ennio Flaiano, “La situazione è grave, ma non è seria!”. E per quanto concerne la questione acqua della Piana del Fucino è proprio così.

Partiamo dall’attualità.

Questi due mesi di caldo e di temperature anomale, lasciamo perdere l’Africa dove il caldo è secco e soprattutto sono riusciti a far fruttificare aree limitrofe al Sahara, hanno pressoché prosciugato i canali del Fucino.

Niente acqua, pesci morti, puzza insopportabile e soprattutto centinaia di lavoratori del settore agricoltura che ora temono di vedere il lavoro di una stagione andare in fumo.

Ma il problema arriva da lontano. Ad essere buoni possiamo contare gli ultimi dieci anni, ma chi ha buona memoria, ricorderà la lunga discussione sull’invaso di Amplero, erano gli anni ’80/’90, e successivamente quella sul sistema di vasche di accumulo e recupero di acqua piovana, fine anni ’90 inizio 2000.

Poi si è iniziato a parlare del Nuovo Impianto Irriguo della Piana del Fucino, un cosa che doveva essere fatta da un momento all’altro ma poi, tra veti, questioni politiche, finanziamenti spariti, evidentemente evaporati anche loro per il caldo.

Il risultato è stato che la Piana del Fucino non ha né l’impianto per l’irrigazione, né un sistema di accumulo d acque piovane e soprattutto rischia di rimanere letteralmente a secco con tutte le conseguenze del caso.

A questo punto non c’è più spazio nemmeno per polemiche e recriminazioni di sorta. Chi è intelligente, nella norma, nulla di eccezionale, si renderà conto da solo che è ora id fare qualcosa e di farlo in fretta. Sempre che si sia ancora in tempo…