Cannabis Terapeutica. Fra ignoranza e pregiudizio. Le testimonianze di due pazienti
TERAMO – Vogliamo occuparci oggi di un altro tema che crea “scompiglio”. La canapa e i suoi possibili impieghi. E lo faremo coinvolgendo chi la conosce da vicino. A diverso titolo. Ed in diversi step.
Come sappiamo, recentemente, in sede parlamentare il tema è stato oggetto di scontro. Al momento voglio sorvolare. Nulla di nuovo sotto il sole! Rammarica molto registrare che la Politica resta sempre molto lontana dai bisogni reali, in questo caso, di chi sta male. E pare si tenda a mischiare tutto nello stesso calderone ( uso medico, uso industriale…). Ma stiamo a vedere.
Noi crediamo che il tema cannabis terapeutica dimostri, ancora una volta, l’impreparazione del nostro sistema medico di attingere ad una sapienza antica che si perde nella notte dei tempi. Se la classe medica fosse più preparata, forse, la Politica sarebbe obbligata a gestire diversamente il tema cannabis terapeutica. Chissà!
Vero anche che accade, non di rado, che il medico che si addentra in certe specializzazioni, diciamo così, viene posto in una luce “particolare”, come se fosse fuori contesto. In effetti i medici preparati in questo ambito non sono poi neanche tantissimi. Ma qui ci si addentra sul discorso preparazione/formazione e ci proponiamo di trattarlo prossimamente.
Ma, tornando all’ottica di chi deve fruire di questi prodotti “particolari”, diciamo così, proviamo solo ad immaginare che il bacino di utenza consumatore di farmaci sostituibili con preparati cannabinoidi, venisse reso erudito e istruito a dovere circa la possibile alternativa; ebbene, tale eventualità, cosa potrebbe generare? Ecco perchè ciò non accadrà mai! D’altronde nel contesto odierno è veramente molto facile per il mainstream informativo gettare nel mucchio comode bugie. Vanno giù che è una favola!
Per quanto concerne l’aspetto terapeutico le testimonianze non mancano, e ne parleremo oggi con due pazienti operosi che non hanno atteso passivamente gli eventi, ma si sono dati un gran bel da fare.
Il primo intervento che ricevo con piacere e’ quello di Andrea Trisciuoglio fondatore dell’associazione LapianTiamo, nata per rivendicare la libertà di cura e la necessita’ di legalizzare la coltivazione della cannabis a scopo terapeutico.
E24: Benvenuto Andrea, curi da anni la sclerosi multipla in questo modo , il tuo caso clinico e’ gia noto da tempo,ti va di raccontarlo anche a noi Andrea? Ad oggi come procede il tuo percorso di cura? Andrea: “ Sono dieci anni che mi curo con cannabis, la sclerosi multipla, pur essendo una malattia degenerativa, nel mio caso sembra non essere progredita da quando mi curo in questo modo, e la sintomatologia e’ sotto controllo, quindi , in definitiva posso affermare, stazionario sul positivo.“
E24: Purtroppo durante il tuo percorso terapeutico hai avuto anche visita da parte delle Forze dell’Ordine, e non e’ stato affatto piacevole…. Nel 2010 , alle 5 di mattina, una pattuglia di Carabinieri , infatti , perquisiva la tua abitazione, alla ricerca di semi di cannabis, cercandoli anche nella culla di tuo figlio, all’epoca , di otto mesi. Ad un certo punto hai avvertito l’esigenza di farne una battaglia di civiltà, mettendo in campo azioni concrete, vuoi raccontarci? Andrea: “Nascevamo, come primo ed unico cannabis Club d’Italia, nel 2013. Ad oggi, 2020, la situazione resta pressoché invariata. Ho preso questa decisione conoscendo tutte le difficoltà che incontrano coloro che devono disporre della cannabis a causa di malattie”.
E24: Molti pazienti ti stanno assumendo come punto di riferimento e tenace esempio di lotta per la libertà di cura. Secondo te, la cannabis e’ ancora vista come farmaco di elite, nonostante il numero di pazienti che da essa trova beneficio cresce? Andrea: “Onorato che molti malati vedano in me un punto di riferimento, ecco, voglio rubare le parole del compianto Marco Pannella quando affermava … Spes contra spem …ovvero essere speranza, piuttosto che avere speranza, insomma osare l’inosabile, avere fede in un futuro migliore, che bisogna pero’ costruire, non abbandonando le aspettative anche quando le circostanza concrete sono cosi’ avverse da indurre a credere, al contrario, alla perdita di ogni speranza” … “ per quanto riguarda il potersi curare con cannabis, purtroppo si, non e’ affatto facile, per la disinformazione, per le difficoltà di approvvigionamento, per la differente fruibilità del farmaco nelle varie parti d’Italia .….”
E 24: Ospitiamo anche Alberico Nobile. Benvenuto Alberico, anche tu hai messo in piedi una associazione, denominata DEEP GREEN, della quale sei presidente, avente come scopo la promozione della salute e del benessere con stili di vita compatibili con l’ecosistema e metodi di medicina alternativa mediante l’uso di piante fitoterapiche. Ti va di raccontare il perchè delle tue problematiche di salute e il perchè sei giunto a curarti con cannabis ? Come sta procedendo il tuo percorso di cura? Alberico: “Soffro di tetraplegia spastica. Un incidente stradale avvenuto nel 1995 mi ha causato una lesione midollare cervicale (c3-c4-c5). Ho provato vari antidolorifici e miorilassanti: Bacoflene, Tiocolchicoside, Tizanidina, per calmare i dolori e gli spasmi muscolari, con risultati appena sufficienti e con effetti collaterali molteplici quali problemi renali, secchezza delle mucose, problemi di salivazione, persistente stato di sonnolenza e improvvisi stati confusionali. Questi effetti collaterali sono comuni nei principi attivi sopra citati, ovviamente le reazioni sono soggettive, ma ho riscontrato le stesse problematiche nella maggior parte dei pazienti che ho conosciuto. Ad oggi i benefici che riscontro dall’utilizzo di cannabis sono molteplici, primo fra tutti, assenza degli effetti collaterali dei comuni farmaci e poi ancora la possibilità di ridurre in maniera esponenziale i dolori e gli spasmi muscolari , permettendomi una postura più’ comoda in carrozzina, e , di conseguenza , migliorando la mia qualità di vita giornaliera . Senza non saprei come fare essendo diventato farmaco resistente ai comuni farmaci che si indicano nei casi come il mio”.
E24: A parte quella che proviene prevalentemente dall’Olanda, attualmente si occupa della produzione di cannabis terapeutica lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze . Si tratta della Fm2 , ma si tratta di altra linea genetica , giusto? Da paziente di lungo corso quale sei, Alberico, cosa ne pensi? Come siamo messi con la produzione (quantità) ma anche con la qualità? L’aspetto della continuità terapeutica e’ garantito, o ci sono problemi? Alberico “Si, si tratta di linee genetiche diverse rispetto alle produzioni della azienda olandese BEDROCAN. Le genetiche di Firenze sono state seguite dal dottor Giampaolo Grossi del CREA di Rovigo. A differenza di quella importata dall’Olanda, ricordando che la BEDROCAN fornisce cinque tipi di infiorescenze, differenti fra loro per contenuto di TCH (tetraidrocannabinolo) e CBD (cannabidiolo), lo SCMF (stabilimento chimico militare farmaceutico) di Firenze rende disponibile una gamma che si ferma a 3 tipologie di infiorescenze. Per quanto riguarda le linee genetiche e la forma in cui vengono consegnate stanno migliorando da quando sono partiti , nel 2016, ma, a mio avviso, c’è ancora da lavorare. Personalmente ho provato la FM2 e non mi è sembrata male, ma non arriva ai livelli della BEDROCAN. Diciamo che va ulteriormente migliorata e mi sembra stiano andando in quella direzione, ma resta il fatto che va potenziata la produzione, a livello quantitativo, come pure la qualità. Sul discorso della continuità terapeutica, in regione Puglia dovrebbe, in teoria, essere garantita, ma praticamente non lo è. La trafila che deve attraversare il concetto di fruibilità al paziente coinvolge la regione Puglia che fa richiesta al Ministero/il Ministero autorizza il pagamento all’Olanda/e una volta effettuato il pagamento l’Olanda spedisce. Spesso in questi tre passaggi si perde tempo e nell’intervallo intercorrente il paziente resta scoperto perché le farmacie non hanno una loro scorta da distribuire (importando solo quella richiesta dal singolo paziente) . Sarebbe, a tal proposito, opportuno disporre di scorte adeguate alla richiesta in magazzino per soddisfare al meglio la domanda , che , ricordiamolo, e’ una domanda crescente ad uso terapeutico”
Insomma, è vero che il servizio sanitario regionale pugliese rende fruibile il farmaco, ma la macchina burocratica carica i pazienti di un peso ulteriore che, loro, proprio non dovrebbero portare (fra il fare la richiesta del piano terapeutico trimestralmente, la fornitura del farmaco che viene dispensato invece mensilmente, ecco, non è propriamente il massimo per chi e’ affetto da patologie invalidanti e croniche). Sembra comunque che la Puglia sia più avanti del resto d’Italia Anche se la situazione è abbastanza disomogenea non solo nel resto d’Italia, ma anche nelle stesse province pugliesi. Ecco la reale necessità della autocoltivazione.
Andrea vuole salutarci con il suo incrollabile ottimismo con queste parole: “tutte le battaglie antiproibizioniste sono sempre state vinte quando sono scesi in campo i malati, e noi non ci tiriamo indietro” voglio ricordare che e’ in programma un flash mob a Bologna per il 18 aprile 2020 organizzato da Indica Sativa Trade 2020, presso l’Unipol Arena”.
Aggiungiamo che senza ombra di dubbio l’operosità di pazienti come Andrea che hanno creato un precedente importante va apprezzata e sostenuta incondizionatamente. Chiudiamo anticipando che ci saranno altri approfondimenti sul tema e dedicando una frase di Bertrand Russel, ad Andrea e ad Alberico “Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.”