“Carabinieri Kaputt”. Quei 2000 Carabinieri scomparsi nei lager nazisti e dalla memoria degli italiani
Il 12 dicembre a Pescara sarà presentato il libro dell’ex reporter de Il Tempo Maurizio Piccirilli su una tragedia dimenticata
AVEZZANO – C’è una data nella storia di questo dannato paese, cortissimo di memoria, facile ai discutibili innamoramenti e poco avvezzo allo studio e all’informazione, che dovrebbe essere scritta nel marmo e ricordata ogni anno.
Una data peraltro simbolica, perché si pone a metà strada fra l’Armistizio dell’8 settembre ’43 e il rastrellamento di ebrei nel ghetto di Roma. In quei giorni terribili, dove i nazisti dettero esempio di tutta la loro insensata e diabolica ferocia, mentre il fascismo si squagliava, Mussolini si preparava a diventare una pedina di Hitler e il Re Vittorio Emanuele III si dava alla fuga lasciando l’Italia e gli italiani sotto le bombe e in balìa dei nazifascisti più violenti che mai, il 7 settembre del 1943, all’alba, centinaia di paracadutisti tedeschi circondarono tre caserme dei Carabinieri a Roma: in Prati, ai Parioli a Piazza del Popolo. Poche ore dopo oltre duemila militari dell’Arma vennero trasferiti con i camion alla stazione Ostiense e da lì stipati in vagoni piombati che dopo un viaggio di tre giorni li porterà nei lager in Germania, Austria e Polonia. Deportati, privati della dignità, ridotti alla fame.
Questa tragedia, ora, viene riportata alla memoria da un giornalista e fotoreporter di razza come Maurizio Piccirilli, ex caposervizio del quotidiano Il Tempo, che si è occupato di terrorismo (reporter e fotografo negli anni di piombo autore della storica foto del corpo di Moro nell’auto delle Br), criminalità organizzata nazionale ed internazionale ed esteri, insignito di un award del World Press Photo, è stato per due volte vincitore del Premio Baia Chia per la fotografia. Piccirilli, ora in pensione, è anche scrittore di libri che ripercorrono storie legate al mondo islamico, a Bin Laden alla situazione afghana e ora, per la prima volta, si misura con la storia degli italiani con una operazione davvero importante, quella del recupero e del ricordo del sacrificio di questi 2000 Carabinieri, rimasto sepolto sotto la coltre della storia per troppo tempo e che ora Maurizio Piccirilli riporta magistralmente alla luce nel libro appena uscito, “Carabinieri Kaputt” edito da All Around e che sarà presentato, in Abruzzo, il prossimo 12 dicembre presso la Sala Michetti della Provincia a Pescara.
«La vicenda dei duemila Carabinieri di stanza a Roma imprigionati nei lager nazisti – ci spiega Piccirilli – , è rimasta un racconto carsico nella storia della tragedia che colpì l’Europa con la Seconda guerra mondiale. “Carabinieri Kaputt” riporta pienamente alla luce gli eventi che ebbero inizio il 7 ottobre 1943, un mese dopo l’armistizio, una settimana prima della deportazione degli ebrei da Roma, e che per molti militari si conclusero con la morte per stenti e malattia. La deportazione – spiega l’autore – era stata ordinata dallo stesso Hitler come emerge da un telegramma del comando della Gestapo di Berlino a Kappler responsabile in Italia delle SS. Un piano che viene subito recepito dai fascisti e il ministro della Guerra Rodolfo Graziani ordina ai vertici dell’Arma di confinare i militari in caserma e disarmarli. Il racconto riemerge dai memoriali inediti e per la prima volta qui pubblicati. Ma sono le testimonianze di alcuni sopravvissuti ancora viventi a dare forza alla vicenda drammatica vissuta da questi militari per lo più giovanissimi.
Il racconto di un carabiniere sopravvissuto per caso a una fucilazione. Dalle lettere dei prigionieri – prosegue l’ex giornalista de Il Tempo – inviate dal lager; dai racconti di chi ha vissuto e mai più dimenticato l’abisso della follia diventato sistema. Nel libro anche la testimonianza di Abramo Rossi, classe 1924, di Colonnette in provincia di Teramo e che ora vive a Pescara. Accanto al racconto della prigionia nei lager di Austria e Germania,”Carabinieri Kaputt” ripercorre le storie delle mogli degli ufficiali, quasi tutti trucidati alle Fosse Ardeatine che hanno contribuito alla Resistenza a Roma. In aggiunta un elenco di novanta nomi di carabinieri detenuti nel campo di concentramento di Rosenheim».
Una storia di eroismo, sacrifico, barbara violenza, tradimento dei connazionali da parte dei fascisti, miracoli, destino, guerra, follia. Un quadro a tinte fortissime che, soprattutto in questo nostro confuso periodo, potrebbe essere utile per comprendere a cosa conducono odio e violenza portati alle estreme conseguenze.