Caro bollette, oggi nuove proteste contro il vertiginoso aumento del gas e dell’elettricità
L’AQUILA – Riparte la “guerra al carovita” con iniziative simboliche che da oggi si estenderanno in molte piazze italiane per protestare contro il vertiginoso aumento del gas e dell’elettricità.
Un falò simbolico dove bruciare le bollette: già sabato a Bologna nella centralissima via Ugo Bassi, a due passi dalle Due Torri, si è svolta una iniziativa organizzata dalla campagna ‘Noi Non Paghiamo Emilia-Romagna’, promossa da gruppi di lavoratori per protestare contro i rialzi “che non possiamo permetterci di pagare – hanno denunciato i manifestanti – e non le pagheremo”.
Un presidio davanti a un energy store dell’Eni.
Ha preso forma così a Torino, in corso Regina Margherita, la mobilitazione proclamata a livello nazionale dall’Usb per protestare contro il caro bollette.
Vi hanno partecipato anche a rappresentanti di Cambiare rotta – Organizzazione giovanile comunista, Potere al popolo e Comitato teleriscaldati della città metropolitana.
“La situazione – ha detto Enzo Miccoli di Usb Torino – è grave. La salita dei prezzi è determinata dalla scelta dei governi di restare su posizioni imperialiste e dalla vergognosa speculazione portata avanti dalle imprese. L’energia deve essere pubblica: è l’unico modo per avere un tetto ai prezzi”.
Lo ‘store’ ha calato le saracinesche prima dell’arrivo dei manifestanti.
Circa venti persone hanno protestato contro l’aumento delle bollette a Napoli.
Il sit in si è svolto dinanzi alla sede di Cassa depositi e prestiti, in via Verdi. I manifestanti hanno mostrato ai passanti le loro bollette che sono aumentate notevolmente rispetto allo stesso periodo dello scorso. Costi che sono stati giudicati insostenibili per i quali si chiede un intervento da parte dello Stato. Un manifestante ha anche bruciato le copie di due bollette del gas e dell’energia elettrica.
“Non riusciamo più ad andare avanti, stiamo pagando bollette quadruplicate. Ne risentono i cittadini e lavoratori, che prima o poi verranno licenziati dalle aziende costrette a chiudere”.
È il grido di dolore dei rappresentanti dell’Usb – tra loro molti pensionati – che questa mattina si sono dati appuntamento nel centro di Cagliari, sotto il palazzo dell’Enel e dell’Inps, per protestare contro il caro-bollette e denunciare le speculazioni delle multinazionali.
I rappresentanti dell’Unione sindacale di base riportano una situazione drammatica per molte famiglie sarde. Le bollette in mano ed esposte sui cartelloni, a sottolineare il peso di quelle cifre sui bilanci di una famiglia che non può permettersi i rincari.
“Il prezzo dei soli beni alimentari in Sardegna è cresciuto dell’11,2% che mediamente costringerà le famiglie sarde a spendere in più 780 euro all’anno solo per mangiare – dice Enrico Rubiu, uno dei portavoce della protesta -.
Secondo l’Istat le voci legate all’abitazione (energia, riscaldamento, acqua, ecc.), hanno avuto un incremento del 26%. Anche Abbanoa ha annunciato imminenti rincari.
È insostenibile”.
La ricetta, secondo la Usb, passa per due strade:
“Serve una soglia, per tutte le famiglie, sotto la quale non si paghi l’energia elettrica, perché si tratta di un bene di prima necessità e non ne se ne può fare a meno, oltre la soglia si dovrebbe poi pagare un prezzo controllato. Oggi non ci sono controlli e, complice la guerra in Ucraina, si sta speculando”.
L’altra strada passa per i tribunali.
La Usb Confederale ha presentato in molte città, tra le quali Cagliari, un esposto in Procura per denunciare “tutte le condotte poste in essere dalle società che commerciano gas, energia elettrica e prodotti petroliferi ai danni della collettività nel silenzio più assordante di enti e ministeri preposti al controllo che dovrebbero intervenire – spiegano i promotori -.
Con la denuncia si chiedono anche spiegazioni sulle speculazioni di chi giustifica l’aumento dei prezzi sulla base della chiusura dei rubinetti russi”.
(Ansa)