Caro Bus. Luciano D’Amico: “Il centrodestra ha respinto la proposta di eliminare l’aumento dei biglietti del trasporto pubblico”

L’AQUILA – È stata respinta dalla maggioranza la Risoluzione del Patto per l’Abruzzo che chiedeva alla Giunta di abrogare la Delibera 374/2024 che ha decretato l’aumento del costo dei biglietti del trasporto pubblico, per un adeguamento ai tassi di inflazione.

Aumenti che colpiscono duramente le tasche dei cittadini, soprattutto di chi utilizza maggiormente il trasporto pubblico: studenti, anziani e residenti delle aree interne.

A spiegare le ragioni dell’opposizione in commissione è stato il Capogruppo Luciano D’Amico: “La nostra risoluzione non verte sulla legittimità del provvedimento assunto dalla Giunta, ma piuttosto sull’inopportunità di aumentare così tanto il costo dei biglietti, sulla base del tasso di inflazione che le aziende avrebbero subito.

Numeri alla mano – entra nel dettaglio D’Amico – se l’inflazione ha recato un danno lo ha fatto molto più sul potere di acquisto dei cittadini, sui quali il centrodestra ha deciso di far ricadere l’aumento, che non sulle aziende erogatrici del servizio di trasporto pubblico.

Analizzando le voci principali di costo delle società e facendo riferimento alla TUA SpA (principale società operante nella Regione Abruzzo con una quota di mercato che sfiora il 70%), il costo del personale rappresenta circa il 50% del valore della produzione.

Su questo il confronto, tra i dati relativi all’esercizio 2015 e quelli relativi all’esercizio 2022, registra una diminuzione da € 44.908 nel 2015 a € 44.729 nel 2022, quale costo medio per dipendente, con un decremento pari a 0,4%; sempre facendo riferimento a TUA SpA, il costo del carburante rappresenta circa il 17% del valore della produzione (esercizio 2022) e considerando i dati pubblicati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il prezzo del gasolio per autotrazione era pari a € 1.719,95/1.000 litri nel IV trimestre 2012, mentre risulta diminuito a € 1.710,68/1.000 litri nel giugno 2024, con una riduzione pari allo 0,5%.

È chiaro quindi che l’impatto dell’inflazione appare decisamente ridotto sulla struttura economica delle società operanti nel settore del TPL, se non addirittura in alcuni casi ridotto, come per le voci appunto di personale e carburante. Mentre l’inflazione erode fortemente il potere di acquisto per i cittadini, siano essi lavoratori o pensionati.

Il TPL rappresenta un settore chiave per l’inclusione sociale e per migliorare la qualità e la sostenibilità della vita dei cittadini, sia di quelli che vivono nei principali centri urbani e nelle grandi aree metropolitane, sia di quelli che vivono nelle aree interne e nei piccoli comuni.

Mi auguro – ha concluso D’Amico – che si possa lavorare coralmente al fine di garantire condizioni di accessibilità al TPL regionale”.