Carri armati gonfiabili. Aerei di legno. Cannoni di cartone. Questo è l’esercito che ci piace: L’Armata Fantasma che aiutò a vincere la II Guerra Mondiale

Abbiamo da poco celebrato il D-Day, lo sbarco in Normandia. Tutti parlano di quei soldati che portarono alla disfatta l’esercito “crucco”, ma nessuno menziona una sconosciuta divisione americana, la “23rd Headquarters Special Troops”.

Ebbe ebbe un ruolo importantissimo non solo in quell’azione ma in tante altre sul territorio europeo. La Divisione cui sto facendo cenno non è passata alla storia seppure avesse rivestito tanta importanza e voglio raccontarne le vicende, anche perché, vedrete quanti risvolti comici ci sono durante la sua attività.

Ricordate il film di Quentin Tarantino “Bastardi senza gloria”? Ecco loro bastardi non erano e manco feroci, ma quante ne fecero ai tedeschi pur rimanendo senza gloria… . Ne fecero talmente tante che nel 2016 un gruppo di studiosi e appassionati ha creato il Ghost Army Legacy Project finalizzato a conservare la memoria del reparto.

La sua esistenza è rimasta segreta per anni dopo la guerra e la storia dei soldati fantasma è stata coperta dal segreto militare. Negli anni ’90 i documenti sono stati desecretati e la vicenda ha suscitato l’interesse di storici, giornalisti e appassionati. Nel 2022 i membri della Ghost Army hanno ricevuto grazie a una legge firmata da Joe Biden la Medaglia d’oro del Congresso, uno dei più alti riconoscimenti negli Stati Uniti.

Ho sempre considerato i tedeschi un popolo dai grossi limiti ed uno di questi è l’assenza di fantasia, dell’improvvisazione, quello che dona a un popolo quel quid che lo differenzia dalla massa, insomma l’estro. Le germaniche genti fanno le cose seriamente, senza derogare dagli ordini impartiti. Questo ne fa abili costruttori di orologi a cucù, di strumenti di precisione, di meccanismi robusti e duraturi ma… quello fanno e basta.

Lo fanno seriamente e testardamente ma se non gli mettete in mano un pezzo di carta con le istruzioni eccoli là che bestemmiano con un impeto unico tanto che la lingua tedesca è ritenuta la migliore per tale genere di attività (e per addestrare i cani). Questo il motivo per cui i tedeschi hanno perso la guerra: sebbene attrezzati, disciplinati e precisi sono simili ai meccanismi che producono: funzionano bene ma non ragionano. In guerra se dovevano superare un ostacolo lo buttavano giù magari a capocciate, ma di aggirarlo non se ne parlava: troppa inventiva. Non a caso una delle correnti del romanticismo tedesco si chiamava “sturm und drang” che già onomatopeicamente parlando fornisce l’idea: “tempesta e impeto”. D’altro canto è un popolo convinto che muscoli e pensiero siano la stessa cosa e quindi vanno giù diretti senza alcuna esitazione. Ma veniamo a noi.

The Ghost Army era una “pierinata” che misero in piedi le truppe alleate. Consisteva di un gruppo di 1.100 soldati dalle spiccate capacità “immaginifiche”, scelti appositamente tra artisti, pubblicitari, esperti del suono, attori, architetti e scenografi e tutti reclutati in larga parte nelle scuole d’arte di New York e Philadelphia.

Il capitano Fred Fox, membro del reparto, lo definì “Uno spettacolo itinerante“. A colpi di finte armi gonfiabili, altoparlanti, lampi e botti imbrogliarono le truppe naziste al punto da convincerli, sovente, che ci fossero stanziamenti di truppe dove, in realtà, non ce ne erano. Sistemavano i loro mezzi finti e i ricognitori tedeschi ci cascavano, poi sgonfiavano il tutto e via! Pensate che un loro carro armato fasullo, ma simile ad uno vero, pesava circa 40 Kg. e si gonfiava in una mezz’ora. Erano talmente abili nei loro imbrogli da far credere ai crucchi che, in alcune battaglie, ci fossero in campo un numero di forze trenta volte superiori a quelle effettive.

Ma non c’erano solo i gonfiabili. Da bravi artisti dello spettacolo realizzavano una vera messa in scena. Usavano potenti altoparlanti, che facevano sentire suoni fino a 24 km di distanza. Diffondevano rumori di cingolati, camion e truppe in azione, compreso il vociare dei soldati e le urla degli ufficiali che impartivano gli ordini.

Badavano molto alla scenografia e quindi montavano tende, accendevano fuochi, stendevano il bucato lasciando in giro le impronte dei mezzi pesanti come se fossero lì pronti per entrare in azione. Altra tattica era quella di inviare falsi messaggi radio per farli intercettare dai tedeschi.

Poveri tedeschi… Potevano le loro menti, use ad eseguire pedissequamente, realizzare che qualcuno si inventasse divisioni finte? Immaginate quando i ricognitori, nel D-Day, videro due divisioni schierate e pronte al combattimento (ma non nel luogo d’attacco).

Carro Armato gonfiabile

In realtà non era la prima volta che si usavano trucchetti per confondere il nemico. Lo avevano fatto i giapponesi usando sagome di legno, i tedeschi (nel primo conflitto mondiale) con autovetture “truccate” da autoblindo e i francesi che ingannarono gli aviatori tedeschi grazie a cingolati realizzati con rami intrecciati.

Le albioniche truppe, fecero anche di più: assunsero un illusionista, Jasper Maskelyne che, durante la campagna di El Alamein nel 1942, ricostruì  l’intero Porto di Alessandria riproducendolo fedelmente in fango e paglia per attirare i bombardieri tedeschi che fecero parecchi raid scaricando tonnellate di bombe sul nulla convinti di essere sul vero bersaglio.

Mezzi da sbarco finti

La 603ª Unità addetta al Camouflage (camuffamento e mimetismo) dispiegò migliaia di carri armati Sherman, Jeep Willys, camion Dodge, caccia P-51 Mustang e Spitfire tutti in gomma e gonfiabili. Alla fonda nei porti e nelle darsene piazzarono mezzi da sbarco di legno tenuti a galla da barili vuoti, che, per di più, emettevano vapore dai fumaioli per accentuare l’illusione. Chiazze d’olio erano versate ad arte per simulare spostamenti e manovre recenti. La 3123ª Trasmissioni Speciali, a supporto, diffondeva da potenti altoparlanti suoni registrati che simulavano il rombo degli aerei e carri armati in movimento.

Le operazioni di dissimulazione ebbero un ruolo di primo piano nel garantire il successo dello sbarco in Normandia. I tedeschi sapevano che gli Alleati avrebbero tentato l’invasione dell’Europa occidentale ma ignoravano da dove avrebbero attaccato. Nacque così l’operazione Bodyguard.

Le truppe alleate organizzarono numerose operazioni minori, lasciando intendere che  fossero pronti a sbarcare nei Balcani, in Norvegia e in altri Paesi, nascondendo il vero obiettivo. Convinsero i tedeschi  che l’attacco principale al territorio francese sarebbe avvenuto al passo di Calais e invece sbarcarono in Normandia.

Fuhrer, Fuhrer sveglia (il Fuhrer stava dormendo della grossa il giorno del D-Day) sono sbarcati gli americani!-
Gott in Himmel !!! Ma non stavano a Calais?
Hitler salta giù dal letto in canottiera e calzini e inizia a fare i bagagli, non si sa mai.

Nel complesso, la Ghost Army effettuò oltre venti operazioni di inganno salvando la vita a un numero di militari angloamericani compreso tra le 15.000 e 30.000 unità.

Non erano cartoon e tanto meno personaggi cinematografici. Si trattava di “Paradaummies” (paracadutisti fantoccio) che gli inglesi soprannominarono “Rupert” e gli americani “Oscar” sebbene la loro indicazione tecnica fosse “Device Camouflage No. 15. Il grido che li accompagnava quando erano gli inglesi a lanciarli era: “Vai Rupert, combatti per il Re, per l’Inghilterra e per la Libertà”.

Erano formati da un sacchetto di sabbia con una forma tale da ricordare la sagoma di un uomo. Da una certa distanza e soprattutto di notte, potevano essere tranquillamente scambiati per paracadutisti nemici.

Gli alleati dotarono alcuni di questi pupazzi di esplosivi che detonavano al contatto con il terreno, ma lo scopo non era uccidere il nemico, semmai convincerlo dell’effettiva presenza di uomini armati nel luogo dell’atterraggio. Oltre all’esplosivo potevano anche trasportare una radio che emetteva il rumore di truppe in marcia.

Erano dei simpatici fantocci quei paracadutisti che, nella notte tra il 5 e il 6 di giugno 1944, riempirono il cielo della Francia occidentale per confondere i tedeschi nello sbarco in Normandia.

Alle 02:00 del 6 giugno 1944, i tedeschi segnalarono paracadutisti nemici ad Est di Caen, nelle Coutances, Valognes e Saint-Lô: erano quattrocento Rupert!

La 7a Armata della Wehrmacht fu allertata per l’imminente invasione. Quando le avanguardie si accorsero che si trattava solo di pupazzi, il generale Hans Speidel li guardò e disse: –Amerikanen giocare con pupazzetten! – e furbescamente ordinò di revocare lo stato di allerta. Il feldmaresciallo Gerd von Rundstedt, ancor più furbo, spostò la 12a SS Panzerdivision Hitlerjugend in prossimità della costa a Lisieux. Inoltre fece la bella pensata di allontanare il Kampfgruppe del 915o reggimento granatieri, la riserva e la 352a divisione di fanteria dalle spiagge et voilà Omaha Beach, la spiaggia dello sbarco in Normandia, era libera! Il piano di dissimulazione aveva avuto successo.

Grazie all’operazione Bodyguard, per sette settimane il Terzo Reich mantenne ben 15 divisioni in riserva vicino a Calais. Novelli personaggi di Samuel Beckett qualcuno sta ancora laggiù ad aspettare. Mentre quelli erano in fremente attesa, le truppe alleate bonificavano l’Europa dai tedeschi. Dieci mesi dopo i nazisti erano solo storia.

Vita grama quella del Fuhrer. Immaginate che i suoi generali, per ingraziarselo, si inventavano progetti di armi fantasiose: le wunderwaffen (armi miracolose). Erano campane volanti che viaggiavano alla velocità della luce (die glokke), lo  Haunebu, una sorta di disco volante, il “cannone solare” Sonnengewehr che era una sorta di arma orbitale, il Landkreuzer P-1000 Ratte, un carro armato da 188 tonnellate armato con due cannoni navali, il Silbervogel, un aereo simile allo Space Shuttle che avrebbe dovuto bombardare l’America. Decine di invenzioni improbabili tutte pubblicizzate da Goebbels, che stavano facendo impazzire Hitler. I tedeschi non erano avvezzi alla immaginazione e quando ci davano dentro con la fantasia esageravano.

Fuhrer, Fuhrer!! – urlacchiava Goebbels sbracciandosi come le pale d’un mulino a vento impazzito.
Ja Joseph? kommen Sie… –
Nofità, nofità: appiamo progettato un panzer di 200 tonnellate che fola, spara e fa i biscotten!
Daffero?? Ne foglio cento, Joseph, anzi trecento, nein tutto il kukuzzaren!

Poi ci si misero pure le truppe alleate… . Una cosa è certa: tra generali fantasiosi, pupazzi paracadutati, navi di compensato e mezzi gonfiabili, al povero Adolf doveva scoppiare la testa! Oddio poi se la fece scoppiare veramente con un colpo di pistola nel suo bunker ma quella è un’altra storia.

Un saluto